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PATER FAMILIAS

2021

"Sono convinta che ogni segno di disparità renda ancora più fragile il sesso femminile. E la disparità è un segno di grande inciviltà di un paese. Bisogna partire dalle norme perché quando ci sarà uguaglianza vera e giuridica allora la donna sarà meno vulnerabile. Io continuo a battermi per le norme. Parte tutto da lì."1 Angiolina Arru Angiolina Arru, curando il libro "Pater Familias" (2002, Biblink Editore), ha inteso portare all'attenzione del mondo accademico come la figura del padre vada ricercata ab origine e come questo modello (di padre) abbia finito con l'influenzare l'intera antropologia implicita occidentale contemporanea legata alla famiglia. Raccogliendo saggi di giuristi, storici e sociologhe secondo un approccio di genere propone una visione coerente della nascita, dello sviluppo e del consolidamento del comune concetto di patria potestà in Europa e Stati Uniti, il quale fa evidente rinvio alla 1 https://ytali.com/2015/11/25/donne-in-italia-ancora-una-lotta-senza-pari-conversando-con-angiolina-arru/

PATER FAMILIAS di Enrico Papaccio (Università Ca' Foscari Venezia) “Sono convinta che ogni segno di disparità renda ancora più fragile il sesso femminile. E la disparità è un segno di grande inciviltà di un paese. Bisogna partire dalle norme perché quando ci sarà uguaglianza vera e giuridica allora la donna sarà meno vulnerabile. Io continuo a battermi per le norme. Parte tutto da lì.” https://ytali.com/2015/11/25/donne-in-italia-ancora-una-lotta-senza-pari-conversando-con-angiolina-arru/ Angiolina Arru Angiolina Arru, curando il libro “Pater Familias” (2002, Biblink Editore), ha inteso portare all’attenzione del mondo accademico come la figura del padre vada ricercata ab origine e come questo modello (di padre) abbia finito con l’influenzare l’intera antropologia implicita occidentale contemporanea legata alla famiglia. Raccogliendo saggi di giuristi, storici e sociologhe secondo un approccio di genere propone una visione coerente della nascita, dello sviluppo e del consolidamento del comune concetto di patria potestà in Europa e Stati Uniti, il quale fa evidente rinvio alla figura del pater familias di tradizione romanista Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editori, p.13., per poi evidenziarne le conseguenze empiriche sulle politiche di welfare – nettamente sfavorevoli alle donne. Escludendo il primo saggio (il quale è sia di presentazione che di riassunto degli altri otto) scritto dalla Prof.ssa Arru stessa, i saggi che seguono approfondiscono secondo una logica cronologico-evoluzionista (dalla Roma Antica all’età contemporanea) la storia di genere della figura femminile attraverso una lettura speculare di quella maschile. Lo storico e giurista francese Yan Thomas, fra i massimi conoscitori del diritto romano https://www.quodlibet.it/libro/9788874627097, in quello che è il saggio più asettico fra tutti quelli in oggetto, evocando dalla giurisdizione domestica il principio di proprietà paterna sull’intera famiglia, fende il terreno dell’intera ricerca predisponendolo alla semina. La famiglia romana è la matrice nella quale diritti privati e pubblici si confondono Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.24., e, aggiungo io, si definiscono. È “come l’immagine ridotta di una repubblica” Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.26., capace quindi di spiegare l’origine dei problemi e dei successi della società di cui è parte. I germi della discriminazione di genere sono riscontrabili già qui, nella Roma Antica, dove le fonti indicano che un pater rendeva giustizia in casa sua Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.29. e dove il diritto pone tra il regime dei figli e quello delle figlie e delle spose (…) delle distinzioni di fondo Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.35.. Ma proprio perché il volume si rivolge ad un pubblico di accademici, il secondo saggio, scritto da Sandra Cavallo, attualmente Professor alla Royal Holloway - University of London, https://pure.royalholloway.ac.uk/portal/en/persons/sandra-cavallo(92d68f60-8bd3-4abe-ab98-5a2a8fa2b18d).html, ci ricorda come siano ancora pochi, per il periodo moderno, gli studi che prestano attenzione alla sfera “privata” della vita degli uomini Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.59.. Ci avverte insomma di non commettere lo stesso errore di chi discrimina le donne in quanto tali, poiché gli studi di cui disponiamo tendono a tracciare un quadro un po' stereotipato e soprattutto polarizzato della condizione maschile (…), che appare sostanzialmente divisa tra l’esperienza del figlio di famiglia e quella del padre di famiglia Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.59.. Se è vero che alla base della schiavitù femminile vi sta l’uomo, è vero anche, quindi, sembra dire la Cavallo, che lo schiavista non è l’uomo in quanto uomo – ma in quanto singolo individuo. La Prof.ssa Cavallo fa allora il suo mestiere di storica aprendoci gli occhi su di una realtà ben più complessa della semplice contrapposizione uomo VS donna, ricordandoci come l’analisi della vita maschile adulta è stata dominata (…) dalla figura del pater familias, quasi che l’esperienza dell’uomo sposato con figli ne fosse l’unica espressione Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.61.. E, aggiunge, va sottolineato che è sulla figura del capo famiglia padre, non del semplice marito, che si concentra di solito l’attenzione degli studiosi Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.61.. E però, per quanto facile, sarebbe altrettanto semplicistico rifugiarsi nella rassicurante frottola secondo cui il patriarcato sia il risultato di una forza minoritaria. Ce lo ricorda Cristina Galasso nel terzo saggio del volume, dove tenta di cogliere la complessa figura del padre ebraico Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.101.analizzando i momenti e i motivi di crisi nel rapporto tra padre e figlio Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.101.. Al centro delle tensioni troviamo i concetti di “adultità” maschile, di patria potestà, di paternità e di identità maschile Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.101., da cui emerge la chiara dittatura del padre, certamente, ma anche la necessità per il figlio che vuole emanciparsi di diventare egli stesso dittatore a sua volta. Infatti l’adultità maschile (…) [è] profondamente legata e funzionale alla figura e all’autorità paterna Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.106.. È quindi un falso mito che l’uomo-individuo possa autoproclamarsi innocente di fronte alle vittime del patriarcato? La risposta sta nel mezzo: io, uomo di ventinove anni, italiano, studente di Ca’ Foscari, non sono, senza se e senza ma, e nessuno potrebbe affermare il contrario senza mentire, un maschilista né tantomeno un sostenitore del patriarcato. Eppure, sempre io, uomo di ventinove anni, italiano, studente di Ca’ Foscari, ho la necessità di costruirmi giorno per giorno una identità di genere che, per non essere messa in discussione, spinge in quella direzione. Raggiungere una certa età ed essere capifamiglia rappresentano, dunque, i requisiti fondamentali per avere la possibilità di uscire dal gruppo dei “figli-sudditi” ed entrare in quella dei “padri-capi” e quindi essere emancipati dalla patria potestà Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.109.. È ora a mio parere evidente che la concezione romanista del pater familias (…), ha prodotto nella società cristiana una forte asimmetria non solo nel rapporto padre-figli, tra i ruoli di madre e padre ma più in generale tra uomini e donne Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.113.. E, pur se è vero che in ambito ebraico, le vedove ebree possono esercitare la patria potestà sui figli adulti (…) nel caso in cui essi danneggino con il loro comportamento il buon nome e l’andamento della famiglia Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.113., è vero solo nel caso in cui queste siano vedove, cioè senza un marito che possa occuparsene di persona. L’assenza del padre è appunto l’argomento affrontato dal quarto saggio del volume. Scritto da Raul Merzario, storico scomparso nel 2005, è, a mio parere, senza dubbio, seppure il più breve fra tutti, il più stimolante fra i testi proposti. Grazie ad una intuizione, Merzario risolve il problema di individuare nelle fonti “uomini che non ci sono” affidandosi all’indicazione di “assente”, che si trova spesso, ma non sempre, negli stati delle anime riferita agli uomini che emigrano Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.124.. Da questo, lo storico comasco comincia un’intensa attività investigativa attraverso feste religiose e tradizioni locali, registri parrocchiali e stati liberi (una fonte specifica che registra gli emigrati quando essi chiedono di potersi sposare e devono allora dichiarare dove sono stati e per quanto tempo Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.125.), che lo portano a mettere in discussione il dogma della rigida stagionalità delle emigrazioni Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.126.. Continuando la ricerca lo studioso ci apre una finestra sulla funzione degli uomini all’interno delle famiglie Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.127., e quello che ci racconta è incredibilmente affascinante: uno dei problemi fondamentali in comunità di emigranti è dato dallo squilibrio fra la popolazione maschile e quella femminile Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.128.; per ovviare al problema queste comunità avevano tre modi, tutti e tre estremamente ingegnosi quanto esplicativi di una mentalità patriarcale radicata. Il primo metodo era un piuttosto banale matrimonio uxorilocale. Il secondo consisteva nell’adottare preventivamente, prima del matrimonio, il futuro sposo da parte del padre della donna: si fa così una <<fratellanza antematrimoniale>> Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.132.. Il terzo, ed è credo il motivo per cui il saggio di Merzario è stato inserito fra gli altri, è quello della <<donna maschio>> Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.132.. Interviene a questo punto il quinto saggio scritto dalla storica dell’Età Moderna Andreina De Clementi, dove ci presenta, attraverso una lettura filologica di una biografia del 1920 scritta da un figlio sul proprio padre, l’esistenza di un uomo comune, senza attributi di eccezionalità reale o presunta Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.137.. Ossia ci presenta i valori legati alla paternità, frutto di (almeno!) due millenni di storia della famiglia e di genere. Il padre (non Pasqualino, ma l’ideal-tipo di padre) è presentato come un paradigma di esemplarità (…) che lo rende un modello etico-normativo Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.146. mentre la madre e le mogli sono prigioniere dello stereotipo della rassegnazione femminile Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.144.-145. Le “madri cattive” sono proprio il tema del sesto saggio, scritto da Elisabetta Vezzosi. Professoressa associata di Storia degli Stati Uniti d’America all’Università di Trieste, il suo scritto, - insieme agli ultimi due, quello di Simonetta Piccone Stella (Sociologa) e quello di Manuela Naldini (anche lei sociologa), che conclude il volume lasciando l’amaro in bocca, - si concentra sulle ripercussioni sociali e politiche di una storia di genere che ha creato pazientemente, secolo dopo secolo, il nostro oggi. Infine finalmente chiudo e concludo citando le ultime parole del saggio di Simonetta Piccone Stella, la quale, dopo aver ampiamente enumerato le cause per cui il termine breadwinner non è più adatto a catturare la trasformazione di questa figura nei tempi recenti Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.187., ci avverte che la figura maschile non dispone più dell’esclusività, e che perciò sta cambiando valenza ed elaborando una nuova identità – ma (ci dice fra il curioso e lo spaventato) non sappiamo quale. Arru, A., 2002. Pater Familias. Roma: Biblink editore, p.187. Ecco, io cercherò di averne una migliore. 1