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Recensione Sotto un altro Dio Corriere della Sera

Un saggio di Luigi Andrea Berto, edito da Salerno, esamina le situazioni in cui si vennero a trovare i credenti di ciascuna delle due fedi là dove governavano autorità appartenenti all'altro culto. La tolleranza fu sempre molto relativa CONVIVENZA I\ BILICO LO STATUS DELLE MI\ORAN7E RELIGIOSE NEI REGI VIUSLLVIA\I E I\ QL-ELCI CRISTIANI di Paolo e ille anni di guerre. Conflitti. Persino tra i più sanguinosi. Ma mille anni anche di convivenza e di relativa tolleranza. Tra il VII e il XVI secolo i musulmani conquistarono vaste aree delle regioni mediterranee e dell'Europa centro orientale abitate principalmente da cristiani. Parte di quelle terre poi, tra l'Xl e il XV secolo, furono riconquistate dai cristiani. Sui rapporti tra i devoti alle due religioni quando si sono trovati sotto il dominio gli uni degli altri ha indagato con grande acume Luigi Andrea Berto per un libro, Sudditi di un altro Dio. Cristiani sotto la Mezzaluna, musulmani sotto la Croce, in procinto di essere pubblicato, il g dicembre, dalla casa editrice Salerno. Nell'Antico Testamento, ricorda lo studioso, si raccomanda, nel caso in cui gli abitanti di una città si siano rifiutati di arrendersi all'istante, di uccidere tutti gli uomini e di ridurre in schiavitù donne e bambini. E di farlo con maggiore determinazione se i nemici si sono difesi accanitamente. Questa fu la linea di condotta di musulmani e cristiani per tutti i secoli di cui si è detto. E non mancarono episodi nei quali «la maggior parte della popolazione civile fu massacrata dopo la presa di un centro abitato». In questa maniera, ad esempio, si comportarono i cristiani dopo la presa di Gerusalemme nel luglio del mogg. Allo stesso modo fecero i turchi dopo la conquista di Costantinopoli nel 1453. Le fasi di guerra tra cristiani e musulmani sono importanti in sé e perle tracce che lasciano nei periodi successivi. Non mancano casi

Quotidiano 06-12-2022 Pagina 46/47 Foglio 1/4 www.ecostampa.it Un saggio di Luigi Andrea Berto,edito da Salerno,esamina le situazioni in cui si vennero a trovare i credenti di ciascuna delle due fedi là dove governavano autorità appartenenti all'altro culto.La tolleranza fu sempre molto relativa CONVIVENZA I\ BILICO di Paolo e ille anni di guerre. Conflitti. Persino tra i più sanguinosi. Ma mille anni anche di convivenza e di relativa tolleranza. Tra il VII e il XVI secolo i musulmani conquistarono vaste aree delle regioni mediterranee e dell'Europa centro orientale abitate principalmente da cristiani. Parte di quelle terre poi, tra l'Xl e il XV secolo, furono riconquistate dai cristiani. Sui rapporti tra i devoti alle due religioni quando si sono trovati sotto il dominio gli uni degli altri ha indagato con grande acume Luigi Andrea Berto per un libro, Sudditi di un altro Dio. Cristiani sotto la Mezzaluna, musulmani sotto la Croce, in procinto di essere pubblicato, il g dicembre, dalla casa editrice Salerno. Nell'Antico Testamento, ricorda lo studioso, si raccomanda, nel caso in cui gli abitanti di una città si siano rifiutati di arrendersi all'istante, di uccidere tutti gli uomini e di ridurre in schiavitù donne e bambini. E di farlo con maggiore determinazione se i nemici si sono difesi accanitamente. Questa fu la linea di condotta di musulmani e cristiani per tutti i secoli di cui si è detto. E non mancarono episodi nei quali «la maggior parte della popolazione civile fu massacrata dopo la presa di un centro abitato». In questa maniera, ad esempio, si comportarono i cristiani dopo la presa di Gerusalemme nel luglio del mogg. Allo stesso modo fecero i turchi dopo la conquista di Costantinopoli nel 1453. Le fasi di guerra tra cristiani e musulmani sono importanti in sé e perle tracce che lasciano nei periodi successivi. Non mancano casi Salerno Editrice estremi. In Sicilia a meta del IX secolo d.C. si distingue per razzie e crudeltà il governatore musulmano al-Abbàs ibn al-F'adl. Il governatore muore nell'861: l'odio da lui suscitato nella popolazione dell'isola, scrive Giorgio Ravegnani in I bizantini in Italia (il Mulino), risulta evidente anche dal fatto che «i cristiani disseppellirono il suo cadavere appena inumato e lo bruciarono, prendendosi così una vendetta postuma». Ma, secondo Maurice Lombard — che ne ha scritto in Splendore e apogeo deli casi di l'Islam VIII-XI secolo (Rizzoli) scontro furono assai meno di quelli di incontro. I rapporti dei musulmani con i popoli sottomessi, documenta Lombard, furono «facilitati dalla tolleranza degli invasori, gente abbastanza indifferente in materia di religione, persino scettica». Non si ebbero(o quasi) persecuzioni, conversioni forzate. I vincitori, sostiene Lombard, manifestarono una sola esigenza, «d'ordine fiscale»: un trattato di capitolazione «stipulato nella debita forma con le autorità religiose». Tale trattato, in cambio della riscossione delle imposte eseguita dai notabili delle diverse comunità, garantiva «la libertà di culto e il proseguimento dell'attività economica». Sia i musulmani sia i cristiani — è la constatazione da cui parte adesso Luigi Andrea Berto — «permisero ai sudditi appartenenti alla fede dei dominati di continuare a praticare la propria religione a patto che essi accettassero la loro inferiorità». I dominatori tuttavia «crearono sistemi diversi basati su differenti forme di legittimità». Quello ideato dai fedeli dell'Islam era stabilito dal Corano e aveva pertanto un fondamento religioso. In quello dei regni cristiani, i sudditi musulmani rientravano nella categoria dei «servi del re». Erano così posti, scrive Berto, sotto la diretta protezione dei sovrani al riparo dagli abusi. Però tale status sottolineava la loro totale dipendenza dalla volontà dei governanti, con i quali dovettero quasi sempre negoziare diritti e doveri. E li rese legalmente soggetti a «occasionali drastiche decisioni dei sovrani». 006284 LO STATUS DELLE MI\ORAN7E RELIGIOSE NEI REGI VIUSLLVIA\I E I\ QL-ELCI CRISTIANI Quotidiano 06-12-2022 Pagina 46/47 Foglio 2/4 www.ecostampa.it Il tema dei rapporti tra devoti alla Chiesa di «non inclusive». I fedeli delle due religioni riRoma e islam è già stato analizzato da Barto- tengono, gli uni e gli altri, di venerare l'unico lomé e Lucile Bennassar in I cristiani di Allah vero Dio. Scorrendo le pagine della loro storia (Rizzoli), da Amedeo Feniello in Sotto il segno troviamo,soprattutto fra i leader religiosi, mudel leone.Storia dell'Italia musulmana(Later- sulmani e cristiani estremisti «che non si limiza). Ma anche da Alain Ducellier in Cristiani tarono a sottolineare quella nozione», ma rid'Oriente e islam nel Medioevo: secoli VII-XV marcavano fortemente anche la «falsità» della (Einaudi)e da Bat Ye'or in Il declino della cri- religione degli altri. E mettevano in risalto stianità sotto l'islam. Dal jihad alla dhimmi- quanto essi fossero pericolosi per i propri fetudine(Lindau). II quadro complessivo di Ber- deli, dal momento che «contaminavano i riti e to coincide nelle linee fondamentali con quel- lo spazio sacro della vera fede», insidiando i lo di questi libri. Con un'attenzione particola- «veri credenti».Gli estremisti vollero spesso la re, però, alla non idealizzazione del quadro ferrea applicazione delle leggi che riguardavacomplessivo che si ha quando viene presenta- no i sudditi di religione diversa, la loro segreto «un immaginario mondo di pacifica coni- gazione,in qualche caso la loro eliminazione. venza e di proficua multiculturalità». Coloro In particolare, in occasione di crisi economiche seguivano la religione dei dominatori e che,epidemie, catastrofi naturali e sconfitte. quelli professanti la fede dei dominati condus- Più gravi erano state le crisi, maggiore era la sero perlopiù «vite separate» ancorché «co- necessità di trovare un capro espiatorio.In tali municanti». Per la maggior parte del tempo i circostanze eccidi e saccheggi a danno dei rapporti furono pacifici e, «pur rimanendo ri- sudditi di religione diversa non mancarono levanti differenze di trattamento e un certo né nella Casa dell'islam né nei regni cristiani. grado di sdegnosa superiorità dei primi verso i Si verificarono in particolare «quando le autosecondi», i divieti e le discriminazioni riguar- rità centrali erano deboli e non potevano perdanti i «sudditi di seconda classe» non ebbero tanto assicurare il mantenimento dell'ordine di solito un fortissimo impatto sulle politiche interno». onsolidate le conquiste, i musulmani sedei governanti e sulla vita quotidiana. guirono il precetto del Corano attribueni sono state molte città che potremmo do ai sudditi cristiani ed ebrei lo status di definire «capitali della convivenza». Ne hanno parlato Philip Mansel in Levante. dhimmi(«popolo del patto»)assicurando loro Smirne, Alessandria, Beirut:splendore e cata- protezione e libertà di culto.I dhimmi,dai diestrofe nel Mediterraneo (Mondadori)e Mark ci anni in su, erano tenuti a versare una tassa Mazower in Salonicco, città difantasmi. Cri- denominata giza, la cui entità dipendeva dal stiani, musulmani ed ebrei tra il 1430 e i11950 reddito.I governanti cristiani imposero ai sud(Garzanti). Queste esperienze hanno indotto diti musulmani una tassa assai simile. In più moltistudiosi ad attribuire a una religione,pe- stabilirono che ai musulmani non si doveva riodo e popolazione una «speciale e insita pre- rubare. Privarli con la forza delle loro propriedisposizione per la convivenza pacifica e la tol- ta era considerato riprovevole.Di più:chi comleranza nei riguardi di sudditi di religione di- piva questo genere di azione,veniva sanzionaversa la cui inferiorità, pure,fu determinata le- to e costretto a pagare il doppio del valore di galmente». Queste conclusioni secondo Berto quanto aveva sottratto alla vittima del furto. Gli non sono «corrette» dal momento che tali at- islamici — come si è detto — venivano consiteggiamenti «furono il prodotto di ben parti- derati proprietà del sovrano e denominati sercolai circostanze economiche, sociali, demo- vi regis. Una definizione che Berto definisce grafiche e politiche». Allo stesso modo,sem- «ambigua» dal momento che poneva questi pre secondo Berto,è troppo «riduttivo» ricon- individui «in una condizione tra la servitù e la durre l'esistenza di tolleranza e convivenza schiavitù».Essi erano in ogni caso sotto la spepacifica al concetto di «convenienza». Una ciale protezione del re. Furono stabilite pene spiegazione del genere «attribuisce agli esseri certe e ben determinate per chi faceva loro umani un comportamento troppo meccani- danno. Non erano soggetti alla «giustizia dei co... in un campo estremamente articolato, signori delle terre in cui vivevano» e perciò dove la relazione tra quei fattori non è sempre non potevano essere arrestati e condannati a morte senza il consenso del sovrano. ovvia e immediata». urante il primo periodo di conquista criSi può ragionevolmente dire — secondo stiana dell'Andalusia, i crimini di rileBerto — che «avendo i sudditi di seconda clasvanza penale tra musulmani finivano se accettato la condizione di inferiorità, rispettato i provvedimenti meno discriminatori, evi- nei tribunali islamici con la supervisione di un tato di ostentare l'eventuale ricchezza e coltiva- funzionario regio affinché il colpevole fosse to buoni rapporti con le autorità», gli apparte- catturato e la sentenza fosse eseguita in modo nenti alla fede dei dominatori «li avevano il «appropriato». Ai musulmani non era infatti più delle volte ignorati». O «avevano avuto re- concesso di eseguire punizioni corporali e !azioni non conflittuali e talvolta collaborato, sentenze capitali. Inoltre, essi preferivano non condiviso credenze e luoghi e festeggiato con occuparsi direttamente di crimini commessi loro riconoscendo così più o meno implicita- da malviventi. Nel Quattrocento i mudejares mente che una comunità trae vantaggio dal- della regione valenciana furono ben contenti di lasciare agli ufficiali cristiani il compito di l'assenza di tensioni e scontri». Berto definisce «insostenibile» la posizione arrestare e processare quindici musulmani di chi attribuisce a una religione, popolo ed che,entrati con la forza nella casa di una vedoepoca una particolare tendenza all'intolleran- va (loro correligionaria), l'avevano violentata za e alle persecuzioni. Cristianesimo e islam insieme alla figlia. Ci furono ovviamente numerose eccezioni a sono religioni monoteistiche e perciò stesso Salerno Editrice 006284 C Quotidiano 06-12-2022 Pagina 46/47 Foglio 3/4 www.ecostampa.it questo regime di convivenza della quali abbiamo detto all'inizio. Ad esempio,scrive Berto,le violenze cristiane in Sicilia contro la comunità musulmana nel XII secolo. Nell'isola durante quei cento anni si nota il costante aumento del numero dei cristiani, la crescente invidia nei riguardi di artigiani e contadini musulmani benestanti. E anche il diffuso malcontento per l'utilizzo nell'amministrazione regia di personale non proveniente dall'aristocrazia e di eunuchi convertitisi al cristianesimo, ma sospettati di continuare a praticare l'islam. L'indebolimento, negli anni Cinquanta, dell'autorità di re Guglielmo II, detto «il buono», creò le condizioni per l'esplosione di un moto di rabbia anti islamica. All'assassinio, a Palermo, del maggiore consigliere del sovrano nel novembre del u6o, seguì nel marzo dell'anno successivo l'assalto del palazzo.reale da parte di una folla di cristiani guidati da alcuni nobili. Guglielmo fu fatto prigioniero, l'archivio regio fu distrutto e «si scatenò una caccia all'uomo contro gli eunuchi, di palazzo». Caccia all'uomo che «si estese ben presto alle strade e alle case di Palermo contro qualsiasi musulmano». I fedeli dell'Islam si ritirarono in un quartiere periferico della città dove, approfittando di vie assai strette, riuscirono a opporsi efficacemente ai cristiani. ll paradosso fu che i musulmani si rifugiarono nel sud-ovest dell'isola, un'area per loro di maggior sicurezza proprio perché caratterizzata da un alto numero di proprietà controllate dal re. Poi furono un nutrito gruppo di aristocratici che liberarono il re e riportarono i musulmani nelle città. Palermo compresa. Infine, quando Guglielmo II morì nel 1189, all'età di trentasei anni — ecco che ci fu una stagione di nuove brutalità contro i musulmani palermitani. Una vicenda che impressionò Dante Alighieri il quale decise di premiare re Guglielmo collocandolo addirittura nel XX canto del Paradiso. Esplosioni Nei momenti di crisi più intensa i sudditi di fede diversa venivano spesso designati come capro espiatorio e sottoposti a violente persecuzioni paolo.mieli@res.it }IJCtI E;bA?A 006284 .i12 R, li Salerno Editrice Quotidiano 06-12-2022 Pagina 46/47 Foglio 4/4 www.ecostampa.it Bibliografia Le relazioni tra le diverse sponde mediterranee a condizione dei cristiani sotto il dominio musulmano è argomento di diversi studi: Bat Ye'or, Il declino della cristianità sotto l'islam (traduzione di Lucilla Congiu,Lindau, 2oog); Alaín Ducellier, Cristiani d'Oriente e islam nel Medioevo(traduzione di Silvia Vacca, Einaudi, 2001); Bartolomé e Lucile Bennassar,I cristiani di Allah(traduzione di Sergio Atzeni, Rizzoli, iggi). Sulla presenza musulmana in Italia: Amedeo Feniello, Sotto il segno del leone (Laterza, 2ou). Ricostruisce le vicende iniziali della civiltà musulmana Maurice Lombard in Splendore e apogeo dell'islam (traduzione di Elena Bona,Rizzoli,198o). Sulla convivenza di diverse fedi: Philip Mansel, Levante(traduzione di Gianfranco Petrillo, Mondadori,2016). L'autore Esce in libreria venerei 9 dicembre il saggio di Luigi Andrea Berto (nella foto qui sopra) Sudditi di un altro Dio. Cristiani sotto la Mezzaluna, musulmani sotto la Croce (Salerno Editrice, pagine 232, € 22). Autore di studi su Venezia e sull'Italia nel periodo del Medioevo, Luigi Andrea Berto insegna Storia medievale alla Western Michigan University negli Stati Uniti L'incontro San Francesco d'Assisi al cospetto del sultano al-Malik al-Kamil in un affresco di Benozzo Gozzoli (1420-1497)che appartiene al ciclo del Complesso museale di San Francesco a Montefalco (Perugia). L'incontro avvenne nel 1219 006284 ‘minio Reekilrntl, 1,...luglnxuw+ di unito minarla ~ 1¢. 1.1~ Salerno Editrice , ,q L.,.¿~„•14. .I,71 ~ I: L:LI¿.. 1i