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2022
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Il volume è il risultato di 10 anni di studi sulla tradizione del poema in ottave in Italia. È composto da 9 saggi suddivisi in tre percorsi. Il primo si incentra sulla creazione del genere eroicomico da parte di Alessandro Tassoni, con studi sulla Secchia rapita e sull’Oceano. Il secondo affronta tre questioni attraverso l’analisi di altrettanti poemi pubblicati tra XVI e XVII secolo: la traduzione di un’opera di età classica in ottava rima, il racconto odeporico, e il rispetto del verosimile rispettivamente ne La battaglia de i topi e delle rane di Lodovico Dolce, ne La vittoria della Lega di Tommaso Costo e nella Roccella espugnata di Francesco Bracciolini. L’ultimo percorso si occupa della fondazione e dello sviluppo di una tradizione di poemi in ottave in napoletano tra XVII e XVIII secolo, analizzando alcuni casi di studio: tre opere di Giulio Cesare Cortese, la traduzione della Batracomiomachia di Nunziante Pagano e quella della Gerusalemme liberata di Gabriele Fasano. Alcuni temi di ricerca sono toccati in più parti del volume, come i caratteri della poesia eroicomica, le soluzioni approntate per la traduzione di un classico, il rispetto del verosimile, la gestione del modello dell’Odissea nel poema di viaggio. Il trait-d’union trasversale a tutti gli studi è il riuso dei modelli ariostesco e tassiano in poemi distanti tra loro per cronologia, luogo di produzione, intenti, codice linguistico e registro stilistico usati. Il risultato è una sorta di geografia e storia della tradizione minore del genere epico-cavalleresco ed eroicomico italiano, che si muove tra Modena, Roma, Venezia e Napoli, tra gli anni ’70 del Cinquecento e la metà del Settecento.
maddaloni-gen-cav-comm-lorenzo-francescantonio-ferraro-1921-18-f… 2/32 Sappiamo che entra nel Regio Esercito, ovvero nel Corpo di Fanteria dello stesso probabilmente il 30 settembre 1883. Formazione che continuerà presso la Scuola Militare di Torino dalla quale con grado di sottotenente[10] di Fanteria, nel 1885, partecipa alla campagna d'Africa del 1887 per la qual cosa si fregerà dell'attribuzione della Medaglia commemorativa per la Campagna d'Africa 1887[11]. L'impegno militare è una costante tant'è vero che da Tenente e da Tenente Colonnello coprirà ruoli di Comandante di Reparto e di Ufficiale di Stato Maggiore. Dal 1907 al 1911 lo troviamo aiutante di campo di diverse Brigate in particolare la Brigata "Basilicata" e la Brigata "Calabria". Nel 1915 con il grado di Colonnello lo troviamo al comando del 94^ Fanteria sul fronte Italo Austriaco con la Brigata "Messina" (costituita dal 93^ e 94^ rgt). Al Comando del 94^ Reggimento Lorenzo Ferraro con il grado di Colonnello vi rimase dal 2 novembre 1915 al 15 giugno 1917, prima di lui era comandante il Colonnello Gaetano Vaccari (dal 24 maggio al 29 ottobre 1915) e a seguire il Colonnello Felice Scaparro (dal 16 giugno 1917 al termine della guerra)[12]. A seguire lo troviamo Comandante di reggimento presso la Brigata Mantova e della stessa avrà il Comando della Brigata dal 17 giugno al 31 agosto 1917 con il grado di Colonnello Brigadiere[13]. La Brigata Mantova[14] si distinse notevolmente nel corso del primo conflitto bellico mondiale in particolare il 114° reggimento a cui sarà assegnata la medaglia d'Argento[15]. Grazie alle sue gesta a Lorenzo Ferraro furono assegnate ben due medaglie d'Argento al Valor Militare[16], una nel 1917 e l'altra nel 1918, ricercate e analizzate per la presentazione anche sui relativi Bollettini ufficiali del Ministero della Guerra[17]. Per il 1917[18] segue la motivazione del Bollettino ufficiale: «FERRARO cav. Lorenzo, da Maddaloni (Caserta), colonnello comandante reggimento fanteria.-Per la fermezza e la serenità dimostrate il giorno 3 marzo 1917 sotto un violento bombardamento nemico, durante il quale il suo reggimento resistette in trincea, in modo lodevole, ad un furioso attacco dell'avversario, infliggendo a questo gravissime perdite.-Posizione ad oriente di Vertojba, 3 marzo 1917»[19]. Per il 1918[20] segue la motivazione del Bollettino ufficiale: «FERRARO cav. Lorenzo, da Maddaloni (Caserta), colonnello comandante reggimento fanteria.-Comandante di reggimento, durante importanti operazioni offensive, guidò con rara perizia i suoi reparti alla vittoria, dando luminose prove di grande ardimento, di ascendente morale sui suoi dipendenti e di sereno sprezzo del pericolo. Pur sotto i continui e violenti bombardamenti nemici, mai lasciò venir meno l'azione diretta ed efficace del suo comando, non esitando a portarsi in luoghi scoperti ed intensamente battuti dal fuoco avversario.-Panovizza, 12-16 maggio 1917»[21]. Dopo l'esperienza militare, che lo vide con il 1920 messo in congedo, a domanda, in ausiliaria, con il grado di Brigadiere Generale, Lorenzo Ferraro si diede all'esperienza politica considerato anche il fatto che fu eletto sindaco di Maddaloni in quanto super parte e in virtù delle sue note doti di eroe e stratega. Lorenzo Ferraro fu uno studioso e teorico sia dell'educazione, non solo militare, ma anche stratega, come accennato, e furono molto apprezzate le sue pubblicazioni. Ed in virtù anche di tali riconoscimenti fu più volte rappresentante del Ministero della Guerra/Difesa in seno alle giunte di ispezioni del Ministero dell'Educazione a Napoli. Circa l'esperienza politica fu consigliere di Maddaloni nel Mandamento VI della provinciale di Terra di Lavoro[22] poi Caserta e dopo un quinquennio di commissariamento Sindaco di Maddaloni dal 1920 fino alla morte del 18 febbraio 1921. Circa il suo ruolo di consigliere del Mandamento di Maddaloni in carica al Consiglio Provinciale va detto che il suo mandato andava dal 1920 al 1925 ma nel 1921 muore e quindi decade in automatico e non è sostituito da nessuno[23]. L'incarico di consigliere del Mandamento di Maddaloni Lorenzo Ferraro lo svolge unitamente ai consiglieri Brancaccio avv. Luigi e Vitelli Arturo fu Pietro i quali completarono l'incarico nel 1925. Passando poi a quella di natura amministrativa va detto che la città di Maddaloni[24] vive un momento di difficoltà alla vigilia e con il primo conflitto bellico mondiale.
Incontro con Giuseppe Ferraro, 2009
Giuseppe Ferraro insegna Etica dell'ambiente presso l'Università Federico II di Napoli. Come suggerisce Remo Bodei, appartiene alla schiera di quei filosofi che hanno il coraggio di andare verso gli estremi, non solo nel campo del pensiero, ma anche in quello della pratica. Ha infatti portato la filosofia fuori le mura proponendola nelle scuole e nelle carceri. Da queste esperienze sono nati dei libri -La filosofia spiegata ai bambini, Filosofia in carcere e L'innocenza della verità -che sono anche racconti di relazioni filosofiche.
32. Viaggiare verso il sangue: la rappresentazione del viaggio ne «La vittoria della Lega» di Tommaso Costo, in Dall’Adriatico al Tirreno. Storie di viaggi Mediterranei nel Rinascimento, a cura di Patrizia Guida, Carmen Reale e Giovanna Scianatico, Edizioni digitali CISVA, 2023, pp. 147-160., 2023
L'articolo si occupa dell'elemento odeporico all'interno del poema lepantino di Tommaso Costo: La vittoria della lega (1582), mettendolo in relazione con le coeve teorie tassiane. è stato ripubblicato con varianti nel mio libro: Le forme del racconto. Tre percorsi del poema in ottave tra XVI e XVIII secolo, Roma, Salerno Editrice, 2022.
Pubblico l'introduzione del fascicolo monografico numero 2 dell'annata 2021 di Esperienze letterarie, da me curato, incentrato sul poema epico-cavalleresco, dalla fine del XV all'inizio del XVIII secolo. Sintetizzo in questa sede alcuni caratteri trasversali ai vari contributi: 1) gli autori sono studiosi giovani che appartengono tutti alla stessa generazione ed hanno all'attivo studi recenti e innovativi sul tema; 2) Si tratta di questioni di ampia portata in opere minori e nella maggior parte dei casi poco studiate. In fondo al numero è presente una sorta di breve bilancio, ad opera di chi scrive, sul più recente dibattito critico intorno al poema cavalleresco del Cinquecento ed alcune schede critiche di saggi a tema epico-cavalleresco.
ROMA-Quella che si presenta è la storia di Lorenzo Ferraro, educatore, stratega, condottiero ed amministratore maddalonese  Introduzione La storia di Lorenzo Ferraro che si presenta delinea una figura d'eccellenza e da statista militare oltre che gli si riconoscono doti di indirizzo educativo e di mediazione politico amministrativa. Saggista e autore di manuali formativi delle leve militari è destinatario di onorificenze e dediche [1]. Le origini Lorenzo (Francescantonio) Ferraro nasce in Maddaloni il primo marzo 1866 [2] , circa il decesso è dato sapere che questo è avvenuto il 18 febbraio 1921. Secondo una biografia del 1960 [3] il decesso avviene in Napoli, anche se la cosa sembra strana essendo in carica come sindaco di Maddaloni e Consigliere del Mandamento di Maddaloni presso l'Amministrazione Provinciale di Caserta. Ho avviato delle indagini investigative presso gli uffici amministrativi e cimiteriali di Maddaloni (luogo natio), Caserta (capoluogo di riferimento) [4] , Napoli [5] (in ragione dei dati anagrafici frammentari giunti) e Acerra (da cui dovrebbe provenire la famiglia Ferraro) [6] per stabilire residenza e ricovero dei resti mortali del generale. Lorenzo appartiene a una famiglia agiata, il padre Giuseppe [7] è il fondatore della storica Farmacia Ferraro che primeggia in piazza Santacroce a Maddaloni sviluppandosi su più strade già nel XIX secolo. Non abbiamo dati certi circa la sua formazione ma dato il prestigio e la presenza del Regio Ginnasio Liceo "Giordano Bruno" va da se la frequentazione dello stesso fino al compimento del percorso di studi o comunque fino all'avvio alle Armi. L'impegno Militare Sappiamo che entra nel Regio Esercito, ovvero nel Corpo di Fanteria dello stesso probabilmente il 30 settembre 1883. Formazione che continuerà presso la Scuola Militare di Torino dalla quale con grado di sottotenente di Fanteria, acquisito il 25 agosto 1885, nel 1885 partecipa alla campagna d'Africa del 1887 per la qual cosa si fregerà dell'attribuzione della Medaglia commemorativa per la Campagna d'Africa 1887 [8]. L'impegno militare è una costante tant'è vero che da Tenente e da Tenente Colonnello coprirà suoli di Comandante di Reparto e di Ufficiale di Stato Maggiore. Dal 1907 al 1911 lo troviamo aiutante di campo di diverse Brigate in particolare la Brigata "Basilicata" e la Brigata "Calabria". Nel 1915 con il grado di Colonnello lo troviamo al comando del 94^ Fanteria sul fronte Italo Austriaco con la Brigata "Messina" (costituita dal 93^ e 94^ rgt).
Ferraro, G. (2014). Il Logos della Croce. Italica Wratislaviensia, 5, 269-283. DOI: http://dx.doi.org/10.15804/IW.2014.05.12
The existential story of Edith Stein is characterized by the pursuit of truth and by placing herself at its service. Starting from the philosophical discourse she reaches the word of the cross, the Logos of the analogy that relates separate determinations. Going through the various stations of her Way of the Cross in order to achieve her union with the Beloved, Edith Stein realizes the commandment of love: donate life to “save” forever every existence.
estetica. studi e ricerche Vol. IX, n. 1, 2019
In Plato’s dialogues the prologue has the function of a prothyron, a vestibule, an introductory space to the themes that will be dealt with in dialogue. In the prologue of the Phaedrus, in or- der to express all his desire to hear speeches, Socrates cites Pindar and this quotation establi- shes not only a series of similarities between Socrates, Pindar and their desires, but, according to the critical hypothesis presented in this paper, it also shows that a good listener of speeches must understand not only what the speech directly says, what is explicitly said, but also what it only indirectly says, because that said indirectly is o en the most important part of the mes- sage. By looking at the implicit comparison between the text quoted and the content of the dialogue, I would like to propose an interpretation for the Pindaric quotation which, with its implications in the dialogic context, gains elements useful to better understand the dialogue.
Ferraro, G. (2014). Stazioni sulla Via verso la Libertà. Italica Wratislaviensia, 5, 285-300. DOI: http://dx.doi.org/10.15804/IW.2014.05.13
According to Dietrich Bonhoeffer acting ethically is to love one’s own land and become a neighbour to others. You learn to believe by participating completely in life and therefore to the being of Christ. Only a theology of life and for life is capable of overcoming the opposition between God and the world, recognizing the reality of God in the reality of the world. The mature Christian is not addressed to a “stop-gap” God because he is incapable of finding solutions or right answers, but he must profess his faith through responsible action.
2020
Secondo l’opinione comune la nozione di obligatio, pur nella varietà delle sue manifestazioni, risalirebbe alle origini del diritto romano. Le testimonianze delle fonti lasciano intuire, invece, che essa è nata solo agli inizi dell’età classica. Nello stesso senso depone il dato generalmente accettato che i giuristi romani avrebbero pensato in termini non di diritti, ma di azioni (secondo il cd. aktionenrechtliches Denken), e perciò in termini di spettanza al titolare di azioni, non di diritti. I due rilievi – tarda nascita dell’obligatio, spettanza di azioni – appaiono interdipendenti. In questa prospettiva si spiega anche come fin nell’età classica sia mancata l’idea del ‘processo’ (il termine è assente addirittura nel vocabolario giuridico romano), come suggerisce già il fatto che nelle opere istituzionali di processo o di attività processuale non si parla. Tale quadro comincia a mutare da quando, in età classica, l’actio, nella sua natura materiale (cui si collega il suo carattere di azione basata su una ‘ragione fondata’), si va indirizzando verso la persecuzione del debito, come si ricava dalla definizione dell’obligatio di I. 3.13 pr. quale ‘iuris vinculum quo necessitate adstringimur alicuius solvendae rei ’. Così essa può divenire il ‘ius persequendi iudicio quod sibi d e b e a t u r ’ (Cels. 3 dig., D. 44.7.51), ove il termine ‘iudicio ’ significa ‘attraverso un programma di giudizio’.
Le Centre pour la Communication Scientifique Directe - HAL - Inria, 2011
Quello di Francesco Ferretti è un libro che contiene molto più di quello che promette. Contrariamente a quanto possono fare pensar il bel titolo e il sottotitolo un po' forsteriano (Aspetti del racconto…), non si tratta solo di un'analisi narrativa ma di un ambizioso saggio interpretativo sulla Gerusalemme liberata. Un saggio anzi, che analizza l'intera produzione narrativa tassiana prendendo come punto di osservazione quel momento di precario equilibrio rappresentato dal poema che siamo abituati a chiamare Gerusalemme liberata: il testo cioè che Tasso lascia interrotto nel 1575-76 e che viene pubblicato cinque anni dopo contro la sua volontà. Ferretti ci racconta la storia degli aggiustamenti successivi, degli spostamenti insensibili grazie ai quali questo equilibrio si definisce, ma anche del suo progressivo sfaldarsi sotto l'azione di critiche esterne e dubbi dell'autore. Va prima di tutto salutata una scelta controcorrente rispetto a una tendenza della critica tassiana degli ultimi anni: la tendenza che ha privilegiato l''ultimo Tasso' come oggetto di accertamenti filologici non prorogabili e di indagini erudite spesso preziose-anche se si può trovare che la massa di conoscenze prodotte da questi studi tenda a restare, con qualche eccezione, criticamente inerte. Con scelta opposta, scelta storiografica e insieme appassionatamente critica, Ferretti torna alla Liberata, e meglio ancora alla fase iniziale, sorgiva del progetto narrativo tassiano: una fase di cui riesce a isolare e a restituirci intatta l'audacia teorica, la fresca e fattiva intelligenza. Quello che emerge dal libro è insomma un Tasso giovane, tra i venti e i trent'anni, le cui idee e i cui esperimenti impongono di essere presi sul serio, di essere analizzati con esigenza o entusiasmo. Prima di vedere in dettaglio come Ferretti definisca la specificità di questo momento giovanile, è opportuno descrivere brevemente i caratteri essenziali del suo studio. Forse il modo migliore per farlo è riciclare a nostra volta la formula critica con cui il grande classicista Friedrich Klingner parlava dell'Eneide, e che l'autore applica alla Liberata: «massima libertà nel massimo ordine» (p. 258). Cominciamo dall'ordine. Il libro è strutturato in due grandi parti (intitolate rispettivamente Verosimiglianza e Costruzione del racconto), ma la seconda è abbastanza nettamente bipartita, col risultato che la struttura d'insieme arieggia la tripartizione retorica classica (ripresa da Tasso stesso nei suoi Discorsi dell'arte poetica) in inventio, dispositio ed elocutio. Questa partizione è interpretata da Ferretti in modo duttile e criticamente incisivo: in ognuno dei tre ambiti lo studioso individua infatti una questione cruciale e la esplora in profondità, senza vietarsi incroci, digressioni e sconfinamenti. Più che le tre parti del discorso, insomma, tre sguardi che convergono sullo stesso oggetto illuminandolo da diversi punti di vista. Vengono così definiti quelli che sono per lo studioso gli ingredienti essenziali del progetto tassiano, quelli che ne definiscono meglio l'originalità. A orientare e a vincolare l'invenzione poematica è soprattutto il criterio del 'verosimile', inteso peraltro, come vedremo, in accezione abbastanza ampia. I fenomeni della dispositio si declinano nella fattispecie di una 'composizione' intesa come «montaggio di sequenze drammatiche» (p. 225). E le ricerche formali del Tasso epico trovano secondo Ferretti un punto di convergenza nel valore dell''energia', cioè l'evidenza e l'efficacia sensibile dello stile narrativo. Sono scelte incisive, si diceva, ma niente affatto limitanti. Muovendo da questi punti di
The Oxford Handbook of Language Typology. 399 - 444, 2010
Languages, 2024
Journal of Arabic and Islamic studies, 2016
Lasers in Medical Science, 2014
Deleted Journal, 2024
Hannah Arendt and education. Westview Press, …, 2001
Hebrew Studies, 2020
Journal of Plant Physiology and Breeding, 2019
International Communication Gazette, 2018
Journ al of Linguistics & Khorasan Dialects, 2024
Annals of global health, 2017
Aptech Proceeding International Seminar on Applied Technology, Science & Arts : Development of Green Agro-Industry to Support Human Life Sustainability, 2017
JOURNAL OF INTERNATIONAL CRISIS AND RISK COMMUNICATION RESEARCH, 2022
Steroids, 2017
Information Technology & Tourism, 2009
BRAIN. Broad Research in Artificial Intelligence and Neuroscience, 2020