- Trascorsa la metà del Cinquecento cortigiano e classicista, il gentiluomo estense Vincenzo Cartari scrive un libretto in cui «sono raccontate interamente le imagini quasi di tutti i dei, e le ragioni perché fossero così dipinti»....
more- Trascorsa la metà del Cinquecento cortigiano e classicista, il gentiluomo estense Vincenzo Cartari scrive un libretto in cui «sono raccontate interamente le imagini quasi di tutti i dei, e le ragioni perché fossero così dipinti». Cartari vuole presentare di nuovo gli antichi a chiunque s’incanti di fronte ai protagonisti favolosi, enigmatici di feste o affreschi raffinati, di versi allegorici o monete da collezione. Primo lessico mitografico e iconologico volgare, le sue ‘Imagini’ escono a Venezia nel 1556 e all’alba del Seicento si rinnovano, accolgono idoli esotici da Indie e Americhe, e ancora oggi chiamano il lettore di meraviglie, alla scoperta del Rinascimento più fantastico.
- In the middle of the 16th century, and just after the bright Renaissance made by artists like Correggio, Raphael and Michelangelo, the Italian mythographer and secretary Vincenzo Cartari wrote a successful handbook where «the images of almost all the gods were entirely told [to the reader], with the reasons why they were so painted». Cartari intended to introduce the Classical gods and their mythological shapes to a large public: not only Latin humanists and experts, but also all those - in arts and courts - who loved the fabulous ancient characters of enchanting frescoes, precious coins, refined festivals, and allegorical poems. So, his mythographic and iconological handbook 'Le Imagini' was the first not written in Latin, but in Italian, and published in Venice, 1556. Then, at the beginning of the 17th century, 'Le Imagini' were renewed by Lorenzo Pignoria, who added some Indian and Precolonial idols - and they are still telling their stories to all the readers curious of wonders, and passionate about the most fantastic Renaissance.