ebraismo a Ferrara

Laura de Vita is the protagonist of this short essay: she was a young Jewish heiress who lived in
Ferrara during the middle of the 17th century. Betrothed to her cousin by her family, she escaped the
arranged marriage through conversion: as a Christian woman she married her godfather's nephew and
died a few years after, leaving all her riches to her husband’s family.

L' intervento indaga uno specifico caso di acculturazione che coinvolse la comunità ebraica ferrarese, arricchendone la prassi musicale sinagogale. Processi simili si registrarono presso molte comunità, tra Ottocento e Novecento, quando «musicisti, ebrei e non, vennero assunti per istituire cori sinagogali, suonare l’organo durante il culto, e comporre musiche che riflettessero nitidamente l’estetica musicale del tempo». Protagonisti di questa stagione presso la comunità ferrarese furono Vittore Veneziani (1878-1958) e Fidelio Finzi (1887-1966). Apprezzati direttori nel panorama musicale italiano e internazionale, i due maestri sono ad oggi poco studiati e anche poco citati nei principali repertori biografici. Saranno pertanto ricostruite, in prima istanza, le vicende dei due musicisti, focalizzando poi l’attenzione sull’attività da loro promossa all’interno della Sinagoga. Del corpus di opere composte per questa istituzione è pervenuta la partitura della composizione di Veneziani In memoria di Umberto I. Preghiera di Margherita di Savoja: armonium (o pianoforte) e voci di donne (1900), oggi conservata presso la Biblioteca del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. L’analisi musicale di questo unicum darà modo di approfondire alcuni aspetti della prassi musicale ebraica in ambito ferrarese, primi tra tutti l’introduzione dell’armonium e la creazione di un coro femminile. Come testimoniato da alcune pagine del «Vessillo Israelitico», quest’ultima innovazione fu al centro del dibattito in seno alle comunità israelitiche italiane di fine ’800. Se l’impiego dell’organo, o in suo luogo dell’armonium, è circostanza già indagata, minor attenzione è stata dedicata all’istituzione di cori femminili all’interno delle sinagoghe italiane, tratto peculiare alla prassi ferrarese.
Gli aspetti musicali della Preghiera del Veneziani verranno infine integrati con alcune considerazioni relative all’occasione e al contesto di esecuzione al fine di valutare il nuovo valore attribuito alla musica nelle celebrazioni promosse all’interno del tempio di via Mazzini ad inizio Novecento.

L' articolo presenta alcuni aspetti relative alla presenza della musica nel corpus narrativo di Giorgio Bassani, già pubblicati nello studio: "Giorgio Bassani e la musica", in "La carta e la tela. Arti e commento in Giorgio Bassani", a cura di Flavia Erbosi e Gaia Litrico, Ravenna, Giorgio Pozzi Editore, 2020, pp. 47-64.

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This article briefly discusses some aspects of the presence of music in Giorgio Bassani's narrative corpus, that have already been published in: "Giorgio Bassani e la musica", in "La carta e la tela. Arti e commento in Giorgio Bassani", a cura di Flavia Erbosi e Gaia Litrico, Ravenna, Giorgio Pozzi Editore, 2020, pp. 47-64.

Algumas das composiçoes atribuídas a Bernardim Ribeiro no Cancioneiro Geral revelam-se especialmente interessantes para una compreenào global da sua obra à luz das teorias que o vinculam ao criptojudaísmo e procuram a projeçào do dilema existencial assimbiose sacro-profana utilizada ora como alicerce para a construcào de um poema a modo de contrafactum do Memento, oraçao do ritual católico da Missa, ora como base para a exploraçào semântica da palavra Quaresma. Por outro lado, detemo-nos nos versos compostos a uma senhora que se vestiu de amarelo, passando em revista a tradiçào simbólica de tal tonalidade em fontes literárias e iconografias, assim como lembrando as leis que obrigaram ao seu uso como distintivo dos hebreus. E prestamos atençao, ainda, à inclusào dos textos comentados no Cancioneirito de Ferrara, impresso, junto com a enigmática novela Menina e moça (1554), por Abraão Usque.
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Some compositions in the Cancioneiro Geral attributed to Bernardim Ribeiro are especially relevant for a global comprehension of his work, considering the theories that link him to crypto-Judaism and seach for a projection of the existential dilemma associated to this circumstance in his writings. In this paper we analyse, on the one hand, the sacred and profane used either as a foundation for the construction of a poem in the way of a contrafactum of the Memento, the prayer in the Catholic Mass ritual, or as a basis for the semantic exploration of the word Quaresma (Lent). On the other hand, we will examine the verses dedicated to a woman who dressed herself in yellow, reviewing the symbolic tradition of that colour in literary sources and iconographies, besides remembering the laws that forced their use as a disrinctive for Jews. And we also pay attention to tthe inclusion of commented texts in the Cancioneirito de Ferrara, published by Abraào Usque together with the enigmatic novel Menina e Moça (1554)

Il comportamento femminile nella società e in famiglia nel Rinascimento italiano (XVI secolo) era disciplinato da un rigido codice etico che pervadeva la vita quotidiana delle donne regolandone ogni aspetto. In grande maggioranza, esse passavano direttamente dalla casa paterna a quella maritale, essendo l'uomo a farsi carico della loro protezione. Sottoposte a un regime giuridico avente il fine di preservare la reputazione sociale della famiglia d'appartenenza, le donne erano ...

Laura Graziani Secchieri, Come Giuseppe Agnelli cambiò l’aspetto delle facciate ai nn.cc. 18-36 di via Mazzini, in ‘Studi-Ricerche – Cronaca di un centenario’, ‘Bollettino della Ferrariae Decus’ n. 23, 31 dicembre 2006, pp. 56-112.
Apparso nel volume realizzato per il centenario dell'attività dell'associazione culturale ferrarese, il saggio analizza le vicende patrimoniali e architettoniche di un complesso di edifici di via dei Sabbioni (attuale via Mazzini) con particolare attenzione (oltre al periodo del Ghetto) all'opera di uno dei fondatori della Ferrariae Decus, Giuseppe Agnelli.

Via Cammello, 22 - la storia e l’equivoco, in ‘Bollettino della Ferrariae Decus’ n. 12, 31 dicembre 1997, Ferrara 1997, pp. 14-34.
Erroneamente tramandato dalla storiografia locale come abitazione di Bartolino da Novara (al quale era stato donato dal marchese Nicolò d'Este insieme ad altri nella contrada), l'edificio di via Cammello puè vantare altri residenti insigni, dalla famiglia di notai Caligi a Bonvicino Dalle Carte (fattore ducale dal comportamento tutt'altro che irreprensibile), da Isacco da Fano alias de Scollis agli aristocratici Catti, Strozzi e Troni, in una sedimentazione architettonica e decorativa di tutto rispetto.

Il progetto "Abitare il Museo" opera tre scelte: 1. Qualificazione del MEIS come struttura di ospitalit\ue0 rendendo possibile l'esperienza attiva delle consuetudini della tradizione ebraica, del suo radicamento in Italia, con la realizzazione di un ostello per lo studio. 2. Conservazione integrale del complesso monumentale storico in cui ha sede,. 3. Innovazione/integrazione attraverso innesti a forte connotazione estetica ispirati all'alfabeto ebraico, ai suoi rapporti culturali e significati simbolici

Attraverso la ricerca archivistica, la lettura di diari, memorie e lettere, nonché la raccolta di testimonianze, si sono individuate alcune vicende della vita musicale della comunità ebraica ferrarese nella prima metà del
Novecento. A partire dai luoghi di formazione musicale, si è evidenziata l’importanza della pratica pianistica, emblema dei salotti borghesi cittadini, e di quella corale che, insieme alla musica liturgica, costituì il più alto momento di espressione collettiva e identitaria. I processi di acculturazione e la drammatica cesura causata dalle leggi razziali costituiscono il filo conduttore della trattazione.
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Some events of the musical life of the Jewish community of Ferrara in the first half of the twentieth century were identified in archival research, diaries, memoirs and letters, as well as the collection of interviews. Starting from the educational institutions, was point out the importance of piano practice, emblem of the  bourgeois parlor, and the choral practice that, together with the liturgical music, constituted the highest moment and the identity expression of the community. The processes
of acculturation and the dramatic caesura caused by racial legislation of 1938 are the common thread of the discussion.