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Primavera

Ebbri d'un ebbrezza innocente accarezzano il vento con un gesto gentile tra le rovine della Metropoli dopo l'Apocalisse. E tutto è perduto imperi e scudieri prostitute ed asceti e donne fatali su canali tv e zelanti idioti e servi dei servi. Apparecchi elettronici giacciono tra i cumuli di macerie qualcuno ogni tanto scintillando refoli di vita. Zombie esitanti sopravvivono ancora. E tu guardi e sorridi alla primavera che non verrà.