Post Modern Marxist Critiiques of Capitalism

Anarchism is the engine of post-modernism and post-modernism is the spirit of anarchism in the sense that both are the zenith and apex of radical social change, radical plurality, radical equality, and pragmatic-egalitarianism in its purest form. According to Errico Malatesta, anarchism “in common with socialism, has as its basis [and] point of departure…equality”[1], just as post-modernism “is a social universe…formed by…plurality…[whereupon] all things [are in essence] equal”[2]. For Jean-Francois Lyotard, post-modernism “is an attitude that [is]…libertine or libertarian”[3], meaning, it is a form of anarchism, a form of thought that is anarchistic in nature.  Consequently, anarchism and post-modernism are synonymous. Anarchism and post-modernism are synonymous in the sense that post-modernism is epistemological anarchism in thought-form, i.e., narrative-form, and anarchism is pragmatic post-modernism in active-form, i.e., methodological-form. Specifically, anarchism is post-modernism operating on the ground, working in and across the micro-recesses of everyday life, physically attempting to demolish the totalitarian unity of bourgeois-capitalism into a post-modern, socio-economic plurality. Likewise, post-modernism is anarchism operating in theory, working in and across the micro-recesses of everyday life,  mentally attempting to demolish the totalitarian unity of bourgeois-capitalism into an anarchist, socio-economic plurality. In short, anarchism and post-modernism are synonymous in the sense that they have similar foundations, namely, radical equality, radical plurality and a radical antipathy towards meta-narratives, including the meta-narrative of bourgeois-capitalism.

Panel 30: Great Refusals: Refusing One Dimensionality Today

The Dialectics of Liberation in an Age of Neoliberal Capitalism

International Herbert Marcuse Society

Seventh Biennial Conference

26-28 October 2017

York University

https://marcuseconference.wordpress.com/

Outlines the relevance of Negri & Hardt's empire trilogy for anthropology and discusses anthropological critiques (by Ong, Tsing, Yanagisako and Kelly) and the implications of the relationship of anthropology to political philosophy.  |||
Delinea la rilevanza della trilogia dell'impero di & Hardt per l'antropologia e discute le critiche antropologiche (di Ong, Tsing, Yanagisako e Kelly) e le implicazioni del rapporto tra antropologia e filosofia politica.

Social science research is related to the Bimillennium. The year 2000 is discussed in terms of turning-point events, of processes of epochalization and of large projects, exemplified in turn by environmental issues and environmental research questions. Suggestions for cooperative research and reflections on the potential significance of social research for the grand event are presented.

VOIR L'ESSAI PARU ET DISPONIBLE AU LIEN SUIVANT : https://www.academia.edu/30741033/Marxisme_révolutionnaire_sémiotique_matérialiste_et_féminisme_ouvriériste_de_F._Rossi-Landi_à_L._Fortunati_une_approche_unitaire_des_trois_facteurs_de_la_reproduction_sociale

Il presente file, titolo: Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via, contiene testi e link di Massimo Morigi sull’estetizzazione della politica e sul ‘Repubblicanesimo geopolitico’. Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ è una dottrina politologica e filosofico-politica elaborata negli ultimi anni dall’ autore  in cui i sette paper copia-incollati nelle  pagine di questo file costituiscono l’elaborazione storico-filosofica che ha portato all’elaborazione finale del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’,  di cui si potrà prendere visione cliccando nei link posti nella parte finale del file al termine dei sette paper copia-incollati nel file. In questi precedenti paper era stato messo a fuoco, fra le altre cose,  un nuovo tipo di repubblicanesimo profondamente debitore delle suggestioni dell’estetizzazione della politica, con le sue luci delle avanguardie artistiche e con le sue terribili ombre dei regimi totalitari, così come si era manifestata nel corso del Novecento (il numero della nota a piè di pagina che all’inizio di ogni nuovo paper non riparte da 1 ma aggiunge 1 all’ultimo numero di nota del precedente paper pur essendo dovuto ad un automatismo del copia-incolla è, se vogliamo, anche un accidente altamente simbolico del filo rosso, fra riflessioni sul repubblicanesimo e sulla estetizzazione della politica, che attraversa tutti questi interventi). Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ raccoglie queste suggestioni ed intende innestarle nel tronco della tradizione realista della Geopolitica. Un realismo politico quello del ‘Repubblicanesimo geopolitico’ che però, rinnovato dalla scuola costruttivista delle relazioni internazionali (Alexander Wendt), pone in primo piano una spazialità non solo geografica  ma anche di natura mentale, rappresentativa e culturale (in fondo la moderna noopolitik non è che una riscrittura postmoderna dell’estetizzazione della politica novecentesca)  e che, proprio perché strettamente vincolato in senso machiavelliano all’effettualità, rifiuta con irrisione tutte le ingenue, quando non interessate, visioni  liberal-neopositivistiche alla Popper e si riallaccia direttamente ai grandi pensatori dialettici Hegel e Marx (da questo punto di vista, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si distacca drasticamente da tutte le vulgate neomarxiste: in primo luogo perché integralmente dialettico, in secondo luogo perché non cerca surrogati salvifici alla classe operaia ma individua, sulla scia di Gianfranco La Grassa, negli agenti strategici interni ed internazionali gli autentici operatori dell’evoluzione delle società capitalistiche – ma a differenza della versione lagrassiana del marxismo, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si tiene ben stretta, ed intende sviluppare, la visione dialettica hegelo-marxiana della realtà). Possiamo così affermare che generare una profonda dialettica fra realismo politico e le mai sopite pulsioni verso l’estetizzazione della politica (impresa alla quale fu dedicata la vita del più grande rappresentante della filosofia politica del Novecento, Hannah Arendt, alla quale però fece sempre velo la sua formazione kantiana) sia il compito che si prefigge il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’. Un repubblicanesimo, quello geopolitico, che ha pertanto definitivamente abbandonato una visione della libertà intesa come non dominio che ha segnato – ed estenuato – le ormai  vecchie ed attardate  vulgate del neorepubblicaneismo e che è invece fermamente indirizzato alla realizzazione di una autentica, profonda ed intima Vita Activa.

Massimo Morigi – Ravenna, 8 ottobre 2014

Segue ora una più dettagliata descrizione del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’.

Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ partendo da una rieleborazione del repubblicanesimo classico, intende introdurre nell'ambito del dibattito neo-repubblicano gli apporti della scienza geopolitica e utilizza anche il concetto di  ‘Lebensraum’ come pure quelli di  ‘conflitto strategico’ e di ‘agenti strategici’ di matrice marxista (fondamentale nello sviluppo di queste due chiavi interpretative il grande pensatore marxista Gianfranco La Grassa).  Rispetto al ‘conflitto strategico’ di marca lagrassiana, nel ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ non viene abbandonata una visione dialettica e a differenza del Lebensraum della scuola tedesca della geopolica il ‘Lebensraum republicanism’ intende lo spazio vitale non solo in senso territoriale ma anche culturale. Da questo punto di vista, il repubblicanesimo geopolitico risulta affine agli studi sulla  ‘noopolitik’ e alla dottrina sulle relazioni internazionali che va sotto il nome di costruttivismo.Gli argomenti affrontati dalla dottrina politologica e filosofico-politica del Repubblicanesimo geopolitico sono il repubblicanesimo sviluppato dal punto di vista della geopolitica, il neo-repubblicanesimo, il marxismo ed  il neomarxismo,  la  globalizzazione politica e finanziaria e gli agenti strategici nazionali ed internazionali che costituiscono la trama significativa di questa globalizzazione. Nei file qui di seguito vi sono link, saggi, articoli, interviste e dibattiti sul repubblicanesimo geopolitico in cui l’autore di questa nuova dottrina filosofico-politica e politologica, Massimo Morigi, traccia le linee-guida del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ e, in base a questo, giudica anche casi concreti della situazione politica internazionale, vedi il caso della crisi Ucraina, analizzata in diversi articoli raggiungibili attraverso i link presenti nel file Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via alla luce dei principi e linee interpretative sviluppati dal ‘Repubblicanesimo geopolitico’.

ISS offers a cautionary tale of what can go wrong when activists pretend to know what is best for subordinated adivasi populations. Alpa Shah demonstrates persuasively that the best antidote to misguided activism is a critical ethnographic understanding of the joys and sorrows, trials and tribulations, aims and aspirations of those poorest individuals and groups whose voices rarely get heard in academic and policy circles. Such a close-to-the-ground understanding of subaltern politics paves the way for a truly radical politics that seeks to transform the structures of power and profit that entrap adivasis in India today.

Synopsis and critical implication of Capital volume I. Updated version, to match the actual speech I made of it Friday, Oct. 9. I go through the gist of the theoretical side of Capital I and end by stating basically what we should walk away from the book thinking.

Il presente file, titolo: Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via, contiene testi e link di Massimo Morigi sull’estetizzazione della politica e sul ‘Repubblicanesimo geopolitico’. Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ è una dottrina politologica e filosofico-politica elaborata negli ultimi anni dall’ autore  in cui i sette paper copia-incollati nelle  pagine di questo file costituiscono l’elaborazione storico-filosofica che ha portato all’elaborazione finale del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’,  di cui si potrà prendere visione cliccando nei link posti nella parte finale del file al termine dei sette paper copia-incollati nel file. In questi precedenti paper era stato messo a fuoco, fra le altre cose,  un nuovo tipo di repubblicanesimo profondamente debitore delle suggestioni dell’estetizzazione della politica, con le sue luci delle avanguardie artistiche e con le sue terribili ombre dei regimi totalitari, così come si era manifestata nel corso del Novecento (il numero della nota a piè di pagina che all’inizio di ogni nuovo paper non riparte da 1 ma aggiunge 1 all’ultimo numero di nota del precedente paper pur essendo dovuto ad un automatismo del copia-incolla è, se vogliamo, anche un accidente altamente simbolico del filo rosso, fra riflessioni sul repubblicanesimo e sulla estetizzazione della politica, che attraversa tutti questi interventi). Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ raccoglie queste suggestioni ed intende innestarle nel tronco della tradizione realista della Geopolitica. Un realismo politico quello del ‘Repubblicanesimo geopolitico’ che però, rinnovato dalla scuola costruttivista delle relazioni internazionali (Alexander Wendt), pone in primo piano una spazialità non solo geografica  ma anche di natura mentale, rappresentativa e culturale (in fondo la moderna noopolitik non è che una riscrittura postmoderna dell’estetizzazione della politica novecentesca)  e che, proprio perché strettamente vincolato in senso machiavelliano all’effettualità, rifiuta con irrisione tutte le ingenue, quando non interessate, visioni  liberal-neopositivistiche alla Popper e si riallaccia direttamente ai grandi pensatori dialettici Hegel e Marx (da questo punto di vista, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si distacca drasticamente da tutte le vulgate neomarxiste: in primo luogo perché integralmente dialettico, in secondo luogo perché non cerca surrogati salvifici alla classe operaia ma individua, sulla scia di Gianfranco La Grassa, negli agenti strategici interni ed internazionali gli autentici operatori dell’evoluzione delle società capitalistiche – ma a differenza della versione lagrassiana del marxismo, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si tiene ben stretta, ed intende sviluppare, la visione dialettica hegelo-marxiana della realtà). Possiamo così affermare che generare una profonda dialettica fra realismo politico e le mai sopite pulsioni verso l’estetizzazione della politica (impresa alla quale fu dedicata la vita del più grande rappresentante della filosofia politica del Novecento, Hannah Arendt, alla quale però fece sempre velo la sua formazione kantiana) sia il compito che si prefigge il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’. Un repubblicanesimo, quello geopolitico, che ha pertanto definitivamente abbandonato una visione della libertà intesa come non dominio che ha segnato – ed estenuato – le ormai  vecchie ed attardate  vulgate del neorepubblicaneismo e che è invece fermamente indirizzato alla realizzazione di una autentica, profonda ed intima Vita Activa.

Massimo Morigi – Ravenna, 8 ottobre 2014

Segue ora una più dettagliata descrizione del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’.

Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ partendo da una rieleborazione del repubblicanesimo classico, intende introdurre nell'ambito del dibattito neo-repubblicano gli apporti della scienza geopolitica e utilizza anche il concetto di  ‘Lebensraum’ come pure quelli di  ‘conflitto strategico’ e di ‘agenti strategici’ di matrice marxista (fondamentale nello sviluppo di queste due chiavi interpretative il grande pensatore marxista Gianfranco La Grassa).  Rispetto al ‘conflitto strategico’ di marca lagrassiana, nel ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ non viene abbandonata una visione dialettica e a differenza del Lebensraum della scuola tedesca della geopolica il ‘Lebensraum republicanism’ intende lo spazio vitale non solo in senso territoriale ma anche culturale. Da questo punto di vista, il repubblicanesimo geopolitico risulta affine agli studi sulla  ‘noopolitik’ e alla dottrina sulle relazioni internazionali che va sotto il nome di costruttivismo.Gli argomenti affrontati dalla dottrina politologica e filosofico-politica del Repubblicanesimo geopolitico sono il repubblicanesimo sviluppato dal punto di vista della geopolitica, il neo-repubblicanesimo, il marxismo ed  il neomarxismo,  la  globalizzazione politica e finanziaria e gli agenti strategici nazionali ed internazionali che costituiscono la trama significativa di questa globalizzazione. Nei file qui di seguito vi sono: link, saggi, articoli, interviste e dibattiti sul repubblicanesimo geopolitico in cui l’autore di questa nuova dottrina filosofico-politica e politologica, Massimo Morigi, traccia le linee-guida del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ e, in base a questo, giudica anche casi concreti della situazione politica internazionale, vedi il caso della crisi Ucraina.

PROPEDEVTICVS PRO REPVBLICANISMO GEOPOLITICO




Propedevticvs Pro Repvblicanismo Geopolitico è un file contenente link attraverso i quali si possono scaricare due documenti scritti da Massimo Morigi (Itália, neo-republicanismo, modernidade: uma história para o futuro e Arte e modernità: i due percorsi comuni del fascismo e dell’estado novo), depositati  elettronicamente presso la casa editrice dell’Università di Coimbra (Imprensa da Universidade de Coimbra – Pombalina, Coimbra University Press),  utili a comprendere il pensiero dell’autore prima di giungere agli attuali sviluppi che lo hanno condotto all’elaborazione del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ (nota per l’Archivio Marini: per ragioni legali non è possibile caricare direttamente nel vostro database questi due file: cfr. direttamente attraverso i suddetti  link le linee guida emanate in proposito  dalla Imprensa da Universidade de Coimbra). Anche se da un lato non ancora totalmente indipendente dall’attuale mainstream della scuola neorepubblicana e dall’altro con una visione dell’estetizzazione della politica che ancora non riusciva ad inserirsi in una corente visione teorica che la rendesse utilizzabile in un’ottica politica democratica, già da questi due documenti è possibile cogliere i più importanti elementi teorici che entrano oggi a far parte del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’. Per un ulteriore chiarimento delle basi politico-teoriche del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’, si rimanda a quanto scritto in presentazione di Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via (documento di facile reperibilità in rete e fondamentale per le tematiche riguardanti il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’), presentazione che per comodità del lettore riportiamo in calce anche a questa introduzione a Propedevticvs Pro Repvblicanismo Geopolitico.
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Il presente file, titolo: Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via, contiene testi e link di Massimo Morigi sull’estetizzazione della politica e sul ‘Repubblicanesimo geopolitico’. Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ è una dottrina politologica e filosofico-politica elaborata negli ultimi anni dall’ autore  in cui i sette paper copia-incollati nelle  pagine di questo file costituiscono l’elaborazione storico-filosofica che ha portato all’elaborazione finale del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’,  di cui si potrà prendere visione cliccando nei link posti nella parte finale del file al termine dei sette paper copia-incollati nel file. In questi precedenti paper era stato messo a fuoco, fra le altre cose,  un nuovo tipo di repubblicanesimo profondamente debitore delle suggestioni dell’estetizzazione della politica, con le sue luci delle avanguardie artistiche e con le sue terribili ombre dei regimi totalitari, così come si era manifestata nel corso del Novecento (il numero della nota a piè di pagina che all’inizio di ogni nuovo paper non riparte da 1 ma aggiunge 1 all’ultimo numero di nota del precedente paper pur essendo dovuto ad un automatismo del copia-incolla è, se vogliamo, anche un accidente altamente simbolico del filo rosso, fra riflessioni sul repubblicanesimo e sulla estetizzazione della politica, che attraversa tutti questi interventi). Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ raccoglie queste suggestioni ed intende innestarle nel tronco della tradizione realista della Geopolitica. Un realismo politico quello del ‘Repubblicanesimo geopolitico’ che però, rinnovato dalla scuola costruttivista delle relazioni internazionali (Alexander Wendt), pone in primo piano una spazialità non solo geografica  ma anche di natura mentale, rappresentativa e culturale (in fondo la moderna noopolitik non è che una riscrittura postmoderna dell’estetizzazione della politica novecentesca)  e che, proprio perché strettamente vincolato in senso machiavelliano all’effettualità, rifiuta con irrisione tutte le ingenue, quando non interessate, visioni  liberal-neopositivistiche alla Popper e si riallaccia direttamente ai grandi pensatori dialettici Hegel e Marx (da questo punto di vista, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si distacca drasticamente da tutte le vulgate neomarxiste: in primo luogo perché integralmente dialettico, in secondo luogo perché non cerca surrogati salvifici alla classe operaia ma individua, sulla scia di Gianfranco La Grassa, negli agenti strategici interni ed internazionali gli autentici operatori dell’evoluzione delle società capitalistiche – ma a differenza della versione lagrassiana del marxismo, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si tiene ben stretta, ed intende sviluppare, la visione dialettica hegelo-marxiana della realtà). Possiamo così affermare che generare una profonda dialettica fra realismo politico e le mai sopite pulsioni verso l’estetizzazione della politica (impresa alla quale fu dedicata la vita del più grande rappresentante della filosofia politica del Novecento, Hannah Arendt, alla quale però fece sempre velo la sua formazione kantiana) sia il compito che si prefigge il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’. Un repubblicanesimo, quello geopolitico, che ha pertanto definitivamente abbandonato una visione della libertà intesa come non dominio che ha segnato – ed estenuato – le ormai  vecchie ed attardate  vulgate del neorepubblicaneismo e che è invece fermamente indirizzato alla realizzazione di una autentica, profonda ed intima Vita Activa.

Massimo Morigi – Ravenna, 8 ottobre 2014

Segue ora una più dettagliata descrizione del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’.

Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ partendo da una rieleborazione del repubblicanesimo classico, intende introdurre nell'ambito del dibattito neo-repubblicano gli apporti della scienza geopolitica e utilizza anche il concetto di  ‘Lebensraum’ come pure quelli di  ‘conflitto strategico’ e di ‘agenti strategici’ di matrice marxista (fondamentale nello sviluppo di queste due chiavi interpretative il grande pensatore marxista Gianfranco La Grassa).  Rispetto al ‘conflitto strategico’ di marca lagrassiana, nel ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ non viene abbandonata una visione dialettica e a differenza del Lebensraum della scuola tedesca della geopolica il ‘Lebensraum republicanism’ intende lo spazio vitale non solo in senso territoriale ma anche culturale. Da questo punto di vista, il repubblicanesimo geopolitico risulta affine agli studi sulla  ‘noopolitik’ e alla dottrina sulle relazioni internazionali che va sotto il nome di costruttivismo.Gli argomenti affrontati dalla dottrina politologica e filosofico-politica del Repubblicanesimo geopolitico sono il repubblicanesimo sviluppato dal punto di vista della geopolitica, il neo-repubblicanesimo, il marxismo ed  il neomarxismo,  la  globalizzazione politica e finanziaria e gli agenti strategici nazionali ed internazionali che costituiscono la trama significativa di questa globalizzazione. Nei file qui di seguito vi sono link, saggi, articoli, interviste e dibattiti sul repubblicanesimo geopolitico in cui l’autore di questa nuova dottrina filosofico-politica e politologica, Massimo Morigi, traccia le linee-guida del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ e, in base a questo, giudica anche casi concreti della situazione politica internazionale, vedi il caso della crisi Ucraina, analizzata in diversi articoli raggiungibili attraverso i link presenti nel file Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via alla luce dei principi e linee interpretative sviluppati dal ‘Repubblicanesimo geopolitico’.

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NOTA DI PRESENTAZIONE  Attraverso il presente file possono vengono presentati due paper depositati presso academia edu. (agli indirizzi    https://www.academia.edu/9531122/8-_rep%C3%BAblica_republicanismo  e      https://www.academia.edu/9531238/20-_estados_autorit%C3%A1rios.pdf ) con tematiche del tutto analoghe dal punto di vista filosofico-politico ma che partono dall’analisi di situazione storiche del tutto differenti.  Questi  due paper (ITÁLIA, NEO-REPUBLICANISMO, MODERNIDADE: UMA HISTÓRIA PARA O FUTURO e ARTE E MODERNITA’. I DUE PERCORSI COMUNI DEL FASCISMO E DELL’ ESTADO NOVO, indirizzi internet originali rispettivamente: http://digitalis-dsp.uc.pt/jspui/bitstream/10316.2/31013/1/8-%20rep%C3%BAblica%2c%20republicanismo.pdf?ln=pt-pt e http://digitalis-dsp.uc.pt/jspui/bitstream/10316.2/32218/1/20-%20estados%20autorit%C3%A1rios.pdf?ln=pt-pt )  nel percoro del pensiero filosofico-politico del loro autore, Massimo Morigi, possono essere considerati come una sorta di premessa al successivo sviluppo del suo pensiero, sfociato negli ultimi tempi  con l’elaborazione di un nuovo canone repubblicano definito da Massimo Morigi come ‘Repubblicanesimo Geopolitico’. Per meglio definire il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’, rinviamo alle parole stesse che questo autore ha scritto recentemente in proposito commentando  REPVBLICANISMVS GEOPOLITICVS FONTES ORIGINES ET VIA, sempre presente nel Web.  Iulivs Avropalissandro  28 novembre 2014 _______  Il presente file, titolo: Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via, contiene testi e link di Massimo Morigi sull’estetizzazione della politica e sul ‘Repubblicanesimo geopolitico’. Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ è una dottrina politologica e filosofico-politica elaborata negli ultimi anni dall’ autore  in cui i sette paper copia-incollati nelle  pagine di questo file costituiscono l’elaborazione storico-filosofica che ha portato all’elaborazione finale del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’,  di cui si potrà prendere visione cliccando nei link posti nella parte finale del file al termine dei sette paper copia-incollati nel file. In questi precedenti paper era stato messo a fuoco, fra le altre cose,  un nuovo tipo di repubblicanesimo profondamente debitore delle suggestioni dell’estetizzazione della politica, con le sue luci delle avanguardie artistiche e con le sue terribili ombre dei regimi totalitari, così come si era manifestata nel corso del Novecento (il numero della nota a piè di pagina che all’inizio di ogni nuovo paper non riparte da 1 ma aggiunge 1 all’ultimo numero di nota del precedente paper pur essendo dovuto ad un automatismo del copia-incolla è, se vogliamo, anche un accidente altamente simbolico del filo rosso, fra riflessioni sul repubblicanesimo e sulla estetizzazione della politica, che attraversa tutti questi interventi). Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ raccoglie queste suggestioni ed intende innestarle nel tronco della tradizione realista della Geopolitica. Un realismo politico quello del ‘Repubblicanesimo geopolitico’ che però, rinnovato dalla scuola costruttivista delle relazioni internazionali (Alexander Wendt), pone in primo piano una spazialità non solo geografica  ma anche di natura mentale, rappresentativa e culturale (in fondo la moderna noopolitik non è che una riscrittura postmoderna dell’estetizzazione della politica novecentesca)  e che, proprio perché strettamente vincolato in senso machiavelliano all’effettualità, rifiuta con irrisione tutte le ingenue, quando non interessate, visioni  liberal-neopositivistiche alla Popper e si riallaccia direttamente ai grandi pensatori dialettici Hegel e Marx (da questo punto di vista, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si distacca drasticamente da tutte le vulgate neomarxiste: in primo luogo perché integralmente dialettico, in secondo luogo perché non cerca surrogati salvifici alla classe operaia ma individua, sulla scia di Gianfranco La Grassa, negli agenti strategici interni ed internazionali gli autentici operatori dell’evoluzione delle società capitalistiche – ma a differenza della versione lagrassiana del marxismo, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si tiene ben stretta, ed intende sviluppare, la visione dialettica hegelo-marxiana della realtà). Possiamo così affermare che generare una profonda dialettica fra realismo politico e le mai sopite pulsioni verso l’estetizzazione della politica (impresa alla quale fu dedicata la vita del più grande rappresentante della filosofia politica del Novecento, Hannah Arendt, alla quale però fece sempre velo la sua formazione kantiana) sia il compito che si prefigge il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’. Un repubblicanesimo, quello geopolitico, che ha pertanto definitivamente abbandonato una visione della libertà intesa come non dominio che ha segnato – ed estenuato – le ormai  vecchie ed attardate  vulgate del neorepubblicaneismo e che è invece fermamente indirizzato alla realizzazione di una autentica, profonda ed intima Vita Activa.  Massimo Morigi – Ravenna, 8 ottobre 2014  Segue ora una più dettagliata descrizione del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’.  Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ partendo da una rieleborazione del repubblicanesimo classico, intende introdurre nell'ambito del dibattito neo-repubblicano gli apporti della scienza geopolitica e utilizza anche il concetto di  ‘Lebensraum’ come pure quelli di  ‘conflitto strategico’ e di ‘agenti strategici’ di matrice marxista (fondamentale nello sviluppo di queste due chiavi interpretative il grande pensatore marxista Gianfranco La Grassa).  Rispetto al ‘conflitto strategico’ di marca lagrassiana, nel ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ non viene abbandonata una visione dialettica e a differenza del Lebensraum della scuola tedesca della geopolica il ‘Lebensraum republicanism’ intende lo spazio vitale non solo in senso territoriale ma anche culturale. Da questo punto di vista, il repubblicanesimo geopolitico risulta affine agli studi sulla  ‘noopolitik’ e alla dottrina sulle relazioni internazionali che va sotto il nome di costruttivismo.Gli argomenti affrontati dalla dottrina politologica e filosofico-politica del Repubblicanesimo geopolitico sono il repubblicanesimo sviluppato dal punto di vista della geopolitica, il neo-repubblicanesimo, il marxismo ed  il neomarxismo,  la  globalizzazione politica e finanziaria e gli agenti strategici nazionali ed internazionali che costituiscono la trama significativa di questa globalizzazione. Nei file qui di seguito vi sono link, saggi, articoli, interviste e dibattiti sul repubblicanesimo geopolitico in cui l’autore di questa nuova dottrina filosofico-politica e politologica, Massimo Morigi, traccia le linee-guida del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ e, in base a questo, giudica anche casi concreti della situazione politica internazionale, vedi il caso della crisi Ucraina, analizzata in diversi articoli raggiungibili attraverso i link presenti nel file Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via alla luce dei principi e linee interpretative sviluppati dal ‘Repubblicanesimo geopolitico’.

Paper presented at 'Practicing Theory - ASCA International Workshop and Conference 2011', Amsterdam School for Cultural Analysis, University of Amsterdam, 2nd-4th March 2011 https://asca.uva.nl/programme/archive-conferences/asca-international-workshop-2011-practicing-theory/asca-international-workshop-2011-practicing-theory.html?1583659550967

El presente trabajo busca indagar en una posible línea de continuidad entre la criminalización de la recolección de leña y frutos silvestres bajo las figuras del hurto y el robo, que fuera relatada por Karl Marx a partir de los debates parlamentarios suscitados en el Estado prusiano de 1842 desde su artículo en la Gaceta Renana, y la criminalización de la ocupación de terrenos en la Ciudad de Buenos Aires en la actualidad, bajo la figura típica de la usurpación. El objetivo se orienta a trazar un paralelo entre ambos procesos de criminalización y procurar explorar la deformación de su concepción como derechos de los sectores más atrasados a su encuadre como figuras delictivas, como parte del proceso de mercantilización, por el que todo derecho es visto como un posible valor de cambio a ser incorporado a la lógica de mercado. La metodología reposará en un trabajo teórico sobre el texto original de Karl Marx y de autores que lo han abordado, a los efectos de proyectarlo en un análisis crítico de la situación descripta en la Ciudad de Buenos Aires



To cite this work/Para citar este trabajo: Vegh Weis, Valeria “El Hurto de Leña en Marx y las Usurpaciones de Terrenos en Buenos Aires Hoy.” Pensamiento Penal, 2012. Republished in Instituto de Investigaciones Gino Germani, 2012.

The book is a doctrine on economic justice, in which author has penned a new theory of ‘Line of Wealth’ that is based on economic rights, equality and justice. It rejects the popular approach of Line of Poverty. The book discusses social, ideological, political and justice aspects of national economies and concludes with the fiscal theory of one-tax system – the taxation based on taxing the wealthy at higher scale and distribute the revenues equally among all citizens. It also professes a ceiling on the wealth possession beyond which the wealth-tax be imposed. Besides, it argues abolishing all other forms of domestic taxes.

About Author:

About the Author: Mr. Roshan Lal Agrawal is an economist, scholar, writer and rights activist based in Delhi, India. He is founder of Economic Justice Foundation. He professes economic justice everywhere. He, previously, was associated with Asia’s popular and India’s strong social reformist movement Rashtriya Swayamsevak Sangh [RSSS]. He is economic reformist beyond the lines of religion, nations, sect, ethnicity and identity.

Capitalism prefers workers to be abject and disunited. The re-emergence of working class disunity is taking us back to the times in the nineteenth century when crime and suicide were all that many working class people could turn to so as to avoid the impossibility of the life offered to them. The result is anxiety and humiliation. Failure to secure communal benefits when united action could have done it leaves the worker feeling abandoned. Since Thatcher and Reagan were instrumental in launching finance capital’s latest phase of neoliberalism, suicide deaths have gone up by around 60%. People who are working are being overworked and worried to death for fear of work loss, while simultaneously millions more cannot get decent or regular work and are being accused of being workshy, welfare skivers, because capitalism will not arrange work such that it is fairly distributed. Capitalism has no intention of doing that, least of all if the working class are willing to accept without opposition whatever capitalist politicians and their media say.

‘Teoria della Distruzione del Valore’: teoria elaborata da Massimo Morigi afferente al ‘Repubblicanesimo Geopolitico’, al ‘Repubblicanesimo’, al ‘Neo-repubblicanesimo’, al ‘Marxismo’ e al ‘Neo-marxismo’. Pur condividendo la critica di Karl Marx all’individualismo metodologico dell’economia classica (in specie la critica ad Adam Smith e David Ricardo, individualismo metodologico che poi sarà in seguito trasmesso anche all’economia neoclassica o marginalismo), la ‘Teoria della Distruzione del Valore’ rovescia la teoria del plusvalore di Karl Marx, affermando che il rapporto sociale che va sotto il nome di ‘capitalismo’ non opera una sottrazione del valore del lavoro erogato dal lavoratore a vantaggio del capitale ma, invece, una distruzione del valore di questo lavoro, distruzione del valore che si evidenzia sul “libero mercato” dove s’incontrano – entrambi formalmente liberi – gli operai (decisori omega-strategici), che apportano su questo mercato un lavoro svalutato (distrutto quindi nel suo valore) originatosi proprio dalla libertà di questo mercato (ossia dalla sua mancanza di regole) e i datori di lavoro capitalisti (decisori alfa-strategici) che così possono avvalersi di questo valore-lavoro effettivamente svalutato (o, meglio, distrutto).

Il presente file, titolo: Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via, contiene testi e link di Massimo Morigi sull’estetizzazione della politica e sul ‘Repubblicanesimo geopolitico’. Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ è una dottrina politologica e filosofico-politica elaborata negli ultimi anni dall’ autore  in cui i sette paper copia-incollati nelle  pagine di questo file costituiscono l’elaborazione storico-filosofica che ha portato all’elaborazione finale del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’,  di cui si potrà prendere visione cliccando nei link posti nella parte finale del file al termine dei sette paper copia-incollati nel file. In questi precedenti paper era stato messo a fuoco, fra le altre cose,  un nuovo tipo di repubblicanesimo profondamente debitore delle suggestioni dell’estetizzazione della politica, con le sue luci delle avanguardie artistiche e con le sue terribili ombre dei regimi totalitari, così come si era manifestata nel corso del Novecento (il numero della nota a piè di pagina che all’inizio di ogni nuovo paper non riparte da 1 ma aggiunge 1 all’ultimo numero di nota del precedente paper pur essendo dovuto ad un automatismo del copia-incolla è, se vogliamo, anche un accidente altamente simbolico del filo rosso, fra riflessioni sul repubblicanesimo e sulla estetizzazione della politica, che attraversa tutti questi interventi). Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ raccoglie queste suggestioni ed intende innestarle nel tronco della tradizione realista della Geopolitica. Un realismo politico quello del ‘Repubblicanesimo geopolitico’ che però, rinnovato dalla scuola costruttivista delle relazioni internazionali (Alexander Wendt), pone in primo piano una spazialità non solo geografica  ma anche di natura mentale, rappresentativa e culturale (in fondo la moderna noopolitik non è che una riscrittura postmoderna dell’estetizzazione della politica novecentesca)  e che, proprio perché strettamente vincolato in senso machiavelliano all’effettualità, rifiuta con irrisione tutte le ingenue, quando non interessate, visioni  liberal-neopositivistiche alla Popper e si riallaccia direttamente ai grandi pensatori dialettici Hegel e Marx (da questo punto di vista, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si distacca drasticamente da tutte le vulgate neomarxiste: in primo luogo perché integralmente dialettico, in secondo luogo perché non cerca surrogati salvifici alla classe operaia ma individua, sulla scia di Gianfranco La Grassa, negli agenti strategici interni ed internazionali gli autentici operatori dell’evoluzione delle società capitalistiche – ma a differenza della versione lagrassiana del marxismo, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si tiene ben stretta, ed intende sviluppare, la visione dialettica hegelo-marxiana della realtà). Possiamo così affermare che generare una profonda dialettica fra realismo politico e le mai sopite pulsioni verso l’estetizzazione della politica (impresa alla quale fu dedicata la vita del più grande rappresentante della filosofia politica del Novecento, Hannah Arendt, alla quale però fece sempre velo la sua formazione kantiana) sia il compito che si prefigge il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’. Un repubblicanesimo, quello geopolitico, che ha pertanto definitivamente abbandonato una visione della libertà intesa come non dominio che ha segnato – ed estenuato – le ormai  vecchie ed attardate  vulgate del neorepubblicaneismo e che è invece fermamente indirizzato alla realizzazione di una autentica, profonda ed intima Vita Activa.

Massimo Morigi – Ravenna, 8 ottobre 2014

NOTA DI PRESENTAZIONE  Attraverso il presente file possono vengono presentati due paper depositati presso academia edu. (agli indirizzi    https://www.academia.edu/9531122/8-_rep%C3%BAblica_republicanismo  e      https://www.academia.edu/9531238/20-_estados_autorit%C3%A1rios.pdf ) con tematiche del tutto analoghe dal punto di vista filosofico-politico ma che partono dall’analisi di situazione storiche del tutto differenti.  Questi  due paper (ITÁLIA, NEO-REPUBLICANISMO, MODERNIDADE: UMA HISTÓRIA PARA O FUTURO e ARTE E MODERNITA’. I DUE PERCORSI COMUNI DEL FASCISMO E DELL’ ESTADO NOVO, indirizzi internet originali rispettivamente: http://digitalis-dsp.uc.pt/jspui/bitstream/10316.2/31013/1/8-%20rep%C3%BAblica%2c%20republicanismo.pdf?ln=pt-pt e http://digitalis-dsp.uc.pt/jspui/bitstream/10316.2/32218/1/20-%20estados%20autorit%C3%A1rios.pdf?ln=pt-pt )  nel percoro del pensiero filosofico-politico del loro autore, Massimo Morigi, possono essere considerati come una sorta di premessa al successivo sviluppo del suo pensiero, sfociato negli ultimi tempi  con l’elaborazione di un nuovo canone repubblicano definito da Massimo Morigi come ‘Repubblicanesimo Geopolitico’. Per meglio definire il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’, rinviamo alle parole stesse che questo autore ha scritto recentemente in proposito commentando  REPVBLICANISMVS GEOPOLITICVS FONTES ORIGINES ET VIA, sempre presente nel Web.  Iulivs Avropalissandro  28 novembre 2014 _______  Il presente file, titolo: Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via, contiene testi e link di Massimo Morigi sull’estetizzazione della politica e sul ‘Repubblicanesimo geopolitico’. Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ è una dottrina politologica e filosofico-politica elaborata negli ultimi anni dall’ autore  in cui i sette paper copia-incollati nelle  pagine di questo file costituiscono l’elaborazione storico-filosofica che ha portato all’elaborazione finale del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’,  di cui si potrà prendere visione cliccando nei link posti nella parte finale del file al termine dei sette paper copia-incollati nel file. In questi precedenti paper era stato messo a fuoco, fra le altre cose,  un nuovo tipo di repubblicanesimo profondamente debitore delle suggestioni dell’estetizzazione della politica, con le sue luci delle avanguardie artistiche e con le sue terribili ombre dei regimi totalitari, così come si era manifestata nel corso del Novecento (il numero della nota a piè di pagina che all’inizio di ogni nuovo paper non riparte da 1 ma aggiunge 1 all’ultimo numero di nota del precedente paper pur essendo dovuto ad un automatismo del copia-incolla è, se vogliamo, anche un accidente altamente simbolico del filo rosso, fra riflessioni sul repubblicanesimo e sulla estetizzazione della politica, che attraversa tutti questi interventi). Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ raccoglie queste suggestioni ed intende innestarle nel tronco della tradizione realista della Geopolitica. Un realismo politico quello del ‘Repubblicanesimo geopolitico’ che però, rinnovato dalla scuola costruttivista delle relazioni internazionali (Alexander Wendt), pone in primo piano una spazialità non solo geografica  ma anche di natura mentale, rappresentativa e culturale (in fondo la moderna noopolitik non è che una riscrittura postmoderna dell’estetizzazione della politica novecentesca)  e che, proprio perché strettamente vincolato in senso machiavelliano all’effettualità, rifiuta con irrisione tutte le ingenue, quando non interessate, visioni  liberal-neopositivistiche alla Popper e si riallaccia direttamente ai grandi pensatori dialettici Hegel e Marx (da questo punto di vista, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si distacca drasticamente da tutte le vulgate neomarxiste: in primo luogo perché integralmente dialettico, in secondo luogo perché non cerca surrogati salvifici alla classe operaia ma individua, sulla scia di Gianfranco La Grassa, negli agenti strategici interni ed internazionali gli autentici operatori dell’evoluzione delle società capitalistiche – ma a differenza della versione lagrassiana del marxismo, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si tiene ben stretta, ed intende sviluppare, la visione dialettica hegelo-marxiana della realtà). Possiamo così affermare che generare una profonda dialettica fra realismo politico e le mai sopite pulsioni verso l’estetizzazione della politica (impresa alla quale fu dedicata la vita del più grande rappresentante della filosofia politica del Novecento, Hannah Arendt, alla quale però fece sempre velo la sua formazione kantiana) sia il compito che si prefigge il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’. Un repubblicanesimo, quello geopolitico, che ha pertanto definitivamente abbandonato una visione della libertà intesa come non dominio che ha segnato – ed estenuato – le ormai  vecchie ed attardate  vulgate del neorepubblicaneismo e che è invece fermamente indirizzato alla realizzazione di una autentica, profonda ed intima Vita Activa.  Massimo Morigi – Ravenna, 8 ottobre 2014  Segue ora una più dettagliata descrizione del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’.  Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ partendo da una rieleborazione del repubblicanesimo classico, intende introdurre nell'ambito del dibattito neo-repubblicano gli apporti della scienza geopolitica e utilizza anche il concetto di  ‘Lebensraum’ come pure quelli di  ‘conflitto strategico’ e di ‘agenti strategici’ di matrice marxista (fondamentale nello sviluppo di queste due chiavi interpretative il grande pensatore marxista Gianfranco La Grassa).  Rispetto al ‘conflitto strategico’ di marca lagrassiana, nel ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ non viene abbandonata una visione dialettica e a differenza del Lebensraum della scuola tedesca della geopolica il ‘Lebensraum republicanism’ intende lo spazio vitale non solo in senso territoriale ma anche culturale. Da questo punto di vista, il repubblicanesimo geopolitico risulta affine agli studi sulla  ‘noopolitik’ e alla dottrina sulle relazioni internazionali che va sotto il nome di costruttivismo.Gli argomenti affrontati dalla dottrina politologica e filosofico-politica del Repubblicanesimo geopolitico sono il repubblicanesimo sviluppato dal punto di vista della geopolitica, il neo-repubblicanesimo, il marxismo ed  il neomarxismo,  la  globalizzazione politica e finanziaria e gli agenti strategici nazionali ed internazionali che costituiscono la trama significativa di questa globalizzazione. Nei file qui di seguito vi sono link, saggi, articoli, interviste e dibattiti sul repubblicanesimo geopolitico in cui l’autore di questa nuova dottrina filosofico-politica e politologica, Massimo Morigi, traccia le linee-guida del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ e, in base a questo, giudica anche casi concreti della situazione politica internazionale, vedi il caso della crisi Ucraina, analizzata in diversi articoli raggiungibili attraverso i link presenti nel file Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via alla luce dei principi e linee interpretative sviluppati dal ‘Repubblicanesimo geopolitico’.

Durante la prima metà del secolo e nell'immediato dopoguerra, il succedersi di diversi eventi storici condussero ricercatori e policy makers ad interessarsi, in modo approfondito ed esplicito, della mancata crescita economica dei Paese sottosviluppati. Questo rinnovato interesse accese, già dagli anni '50, un forte dibattito accademico sulla nozione di sviluppo e sulle teorie economiche dello sviluppo, le cui protagoniste principali ed antitetiche furono la Teoria della Modernizzazione e la Teoria della Dipendenza. Il presente lavoro non ha la presunzione di descrivere il suddetto dibattito, vista la varietà e la complessità di alcune teorie, che pur se interne allo stesso filone di pensiero conservano delle specificità a volte in netta contrapposizione con le altre, sia all'interno del pensiero economico ortodosso che in quello eterodosso. Ciò che si intende dimostrare è la tesi, secondo cui, ogni pensiero economico è figlio del periodo storico che lo attraversa e rispecchia in sé le convinzioni teoriche e concettuali degli interessi del potere economico dominante, tanto da rendere il modello vincente come unico ed universale, imitabile solo perché già conosciuto e sperimentato. Il teorici della modernizzazione (W.W. Rostow) studiano il fenomeno del sottosviluppo attraverso un'analisi di lungo periodo sul processo economico dei Paesi industrializzati (Kuznets), e lo pongono come esempio storico-culturale (Foster, McClelland) di sviluppo economico, inteso come raggiungimento degli obiettivi economici neoliberisti attraverso il mutamento dei fattori culturali delle società arretrate, lo sviluppo del sistema capitalistico e del consumismo di massa. La nascita di un paradigma dominante sulla crescita attribuisce al modello di sviluppo occidentale un'eccezionalità universale, tale da essere desiderabile da parte di tutti i paesi e percorribile attraverso un cambiamento strutturale che possa superare gli ostacoli allo sviluppo posti dall'esistenza di vincoli interni, analizzabili attraverso lo studio dei fattori culturali di una società. Solo adottando il modello di sviluppo capitalista, e convertendo le proprie economie verso un processo di industrializzazione e di consumo di massa, i paesi più arretrati avrebbero trovato una valida soluzione ai loro problemi legati al sottosviluppo. La Teoria del dualismo del sottosviluppo, poi sviluppatasi come Teoria della Dipendenza, sosteneva diversamente l'inesistenza di un modello unico di sviluppo e l'impossibilità che il sistema capitalista potesse garantire il benessere a tutti i paesi coinvolti, posizione che a posteriori sembra essere confermata dai fallimenti degli anni 70'. Il sottosviluppo è la diretta conseguenza della struttura economica internazionale, e non l'oggettiva mancanza di sviluppo, come invece sostenevano i precessori desarollisti (R. Prebish). I paesi sottosviluppati non avrebbero mai raggiunto i livelli di sviluppo dei Paesi più avanzati, a causa delle relazioni di dipendenza instauratesi con il colonialismo (A. G. Frank, S. Amin. G. Arrighi) e delle relazioni centro-periferia elaborate nella teoria del sistema mondo (I. Wallerstein). L'ascesa economica, verso gli anni '80, delle Tigri Asiatiche poneva però dei

Il presente file, titolo: Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via, contiene testi e link di Massimo Morigi sull’estetizzazione della politica e sul ‘Repubblicanesimo geopolitico’. Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ è una dottrina politologica e filosofico-politica elaborata negli ultimi anni dall’ autore  in cui i sette paper copia-incollati nelle  pagine di questo file costituiscono l’elaborazione storico-filosofica che ha portato all’elaborazione finale del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’,  di cui si potrà prendere visione cliccando nei link posti nella parte finale del file al termine dei sette paper copia-incollati nel file. In questi precedenti paper era stato messo a fuoco, fra le altre cose,  un nuovo tipo di repubblicanesimo profondamente debitore delle suggestioni dell’estetizzazione della politica, con le sue luci delle avanguardie artistiche e con le sue terribili ombre dei regimi totalitari, così come si era manifestata nel corso del Novecento (il numero della nota a piè di pagina che all’inizio di ogni nuovo paper non riparte da 1 ma aggiunge 1 all’ultimo numero di nota del precedente paper pur essendo dovuto ad un automatismo del copia-incolla è, se vogliamo, anche un accidente altamente simbolico del filo rosso, fra riflessioni sul repubblicanesimo e sulla estetizzazione della politica, che attraversa tutti questi interventi). Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ raccoglie queste suggestioni ed intende innestarle nel tronco della tradizione realista della Geopolitica. Un realismo politico quello del ‘Repubblicanesimo geopolitico’ che però, rinnovato dalla scuola costruttivista delle relazioni internazionali (Alexander Wendt), pone in primo piano una spazialità non solo geografica  ma anche di natura mentale, rappresentativa e culturale (in fondo la moderna noopolitik non è che una riscrittura postmoderna dell’estetizzazione della politica novecentesca)  e che, proprio perché strettamente vincolato in senso machiavelliano all’effettualità, rifiuta con irrisione tutte le ingenue, quando non interessate, visioni  liberal-neopositivistiche alla Popper e si riallaccia direttamente ai grandi pensatori dialettici Hegel e Marx (da questo punto di vista, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si distacca drasticamente da tutte le vulgate neomarxiste: in primo luogo perché integralmente dialettico, in secondo luogo perché non cerca surrogati salvifici alla classe operaia ma individua, sulla scia di Gianfranco La Grassa, negli agenti strategici interni ed internazionali gli autentici operatori dell’evoluzione delle società capitalistiche – ma a differenza della versione lagrassiana del marxismo, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si tiene ben stretta, ed intende sviluppare, la visione dialettica hegelo-marxiana della realtà). Possiamo così affermare che generare una profonda dialettica fra realismo politico e le mai sopite pulsioni verso l’estetizzazione della politica (impresa alla quale fu dedicata la vita del più grande rappresentante della filosofia politica del Novecento, Hannah Arendt, alla quale però fece sempre velo la sua formazione kantiana) sia il compito che si prefigge il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’. Un repubblicanesimo, quello geopolitico, che ha pertanto definitivamente abbandonato una visione della libertà intesa come non dominio che ha segnato – ed estenuato – le ormai  vecchie ed attardate  vulgate del neorepubblicaneismo e che è invece fermamente indirizzato alla realizzazione di una autentica, profonda ed intima Vita Activa.

Massimo Morigi – Ravenna, 8 ottobre 2014

Segue ora una più dettagliata descrizione del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’.

Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ partendo da una rieleborazione del repubblicanesimo classico, intende introdurre nell'ambito del dibattito neo-repubblicano gli apporti della scienza geopolitica e utilizza anche il concetto di  ‘Lebensraum’ come pure quelli di  ‘conflitto strategico’ e di ‘agenti strategici’ di matrice marxista (fondamentale nello sviluppo di queste due chiavi interpretative il grande pensatore marxista Gianfranco La Grassa).  Rispetto al ‘conflitto strategico’ di marca lagrassiana, nel ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ non viene abbandonata una visione dialettica e a differenza del Lebensraum della scuola tedesca della geopolica il ‘Lebensraum republicanism’ intende lo spazio vitale non solo in senso territoriale ma anche culturale. Da questo punto di vista, il repubblicanesimo geopolitico risulta affine agli studi sulla  ‘noopolitik’ e alla dottrina sulle relazioni internazionali che va sotto il nome di costruttivismo.Gli argomenti affrontati dalla dottrina politologica e filosofico-politica del Repubblicanesimo geopolitico sono il repubblicanesimo sviluppato dal punto di vista della geopolitica, il neo-repubblicanesimo, il marxismo ed  il neomarxismo,  la  globalizzazione politica e finanziaria e gli agenti strategici nazionali ed internazionali che costituiscono la trama significativa di questa globalizzazione. Nei file qui di seguito vi sono link, saggi, articoli, interviste e dibattiti sul repubblicanesimo geopolitico in cui l’autore di questa nuova dottrina filosofico-politica e politologica, Massimo Morigi, traccia le linee-guida del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ e, in base a questo, giudica anche casi concreti della situazione politica internazionale, vedi il caso della crisi Ucraina, analizzata in diversi articoli raggiungibili attraverso i link presenti nel file Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via alla luce dei principi e linee interpretative sviluppati dal ‘Repubblicanesimo geopolitico’.

PROPEDEVTICVS PRO REPVBLICANISMO GEOPOLITICO




Propedevticvs Pro Repvblicanismo Geopolitico è un file contenente link attraverso i quali si possono scaricare due documenti scritti da Massimo Morigi (Itália, neo-republicanismo, modernidade: uma história para o futuro e Arte e modernità: i due percorsi comuni del fascismo e dell’estado novo), depositati  elettronicamente presso la casa editrice dell’Università di Coimbra (Imprensa da Universidade de Coimbra – Pombalina, Coimbra University Press),  utili a comprendere il pensiero dell’autore prima di giungere agli attuali sviluppi che lo hanno condotto all’elaborazione del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ (nota per l’Archivio Marini: per ragioni legali non è possibile caricare direttamente nel vostro database questi due file: cfr. direttamente attraverso i suddetti  link le linee guida emanate in proposito  dalla Imprensa da Universidade de Coimbra). Anche se da un lato non ancora totalmente indipendente dall’attuale mainstream della scuola neorepubblicana e dall’altro con una visione dell’estetizzazione della politica che ancora non riusciva ad inserirsi in una corente visione teorica che la rendesse utilizzabile in un’ottica politica democratica, già da questi due documenti è possibile cogliere i più importanti elementi teorici che entrano oggi a far parte del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’. Per un ulteriore chiarimento delle basi politico-teoriche del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’, si rimanda a quanto scritto in presentazione di Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via (documento di facile reperibilità in rete e fondamentale per le tematiche riguardanti il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’), presentazione che per comodità del lettore riportiamo in calce anche a questa introduzione a Propedevticvs Pro Repvblicanismo Geopolitico.
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Il presente file, titolo: Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via, contiene testi e link di Massimo Morigi sull’estetizzazione della politica e sul ‘Repubblicanesimo geopolitico’. Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ è una dottrina politologica e filosofico-politica elaborata negli ultimi anni dall’ autore  in cui i sette paper copia-incollati nelle  pagine di questo file costituiscono l’elaborazione storico-filosofica che ha portato all’elaborazione finale del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’,  di cui si potrà prendere visione cliccando nei link posti nella parte finale del file al termine dei sette paper copia-incollati nel file. In questi precedenti paper era stato messo a fuoco, fra le altre cose,  un nuovo tipo di repubblicanesimo profondamente debitore delle suggestioni dell’estetizzazione della politica, con le sue luci delle avanguardie artistiche e con le sue terribili ombre dei regimi totalitari, così come si era manifestata nel corso del Novecento (il numero della nota a piè di pagina che all’inizio di ogni nuovo paper non riparte da 1 ma aggiunge 1 all’ultimo numero di nota del precedente paper pur essendo dovuto ad un automatismo del copia-incolla è, se vogliamo, anche un accidente altamente simbolico del filo rosso, fra riflessioni sul repubblicanesimo e sulla estetizzazione della politica, che attraversa tutti questi interventi). Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ raccoglie queste suggestioni ed intende innestarle nel tronco della tradizione realista della Geopolitica. Un realismo politico quello del ‘Repubblicanesimo geopolitico’ che però, rinnovato dalla scuola costruttivista delle relazioni internazionali (Alexander Wendt), pone in primo piano una spazialità non solo geografica  ma anche di natura mentale, rappresentativa e culturale (in fondo la moderna noopolitik non è che una riscrittura postmoderna dell’estetizzazione della politica novecentesca)  e che, proprio perché strettamente vincolato in senso machiavelliano all’effettualità, rifiuta con irrisione tutte le ingenue, quando non interessate, visioni  liberal-neopositivistiche alla Popper e si riallaccia direttamente ai grandi pensatori dialettici Hegel e Marx (da questo punto di vista, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si distacca drasticamente da tutte le vulgate neomarxiste: in primo luogo perché integralmente dialettico, in secondo luogo perché non cerca surrogati salvifici alla classe operaia ma individua, sulla scia di Gianfranco La Grassa, negli agenti strategici interni ed internazionali gli autentici operatori dell’evoluzione delle società capitalistiche – ma a differenza della versione lagrassiana del marxismo, il ‘Repubblicanesimo geopolitico’ si tiene ben stretta, ed intende sviluppare, la visione dialettica hegelo-marxiana della realtà). Possiamo così affermare che generare una profonda dialettica fra realismo politico e le mai sopite pulsioni verso l’estetizzazione della politica (impresa alla quale fu dedicata la vita del più grande rappresentante della filosofia politica del Novecento, Hannah Arendt, alla quale però fece sempre velo la sua formazione kantiana) sia il compito che si prefigge il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’. Un repubblicanesimo, quello geopolitico, che ha pertanto definitivamente abbandonato una visione della libertà intesa come non dominio che ha segnato – ed estenuato – le ormai  vecchie ed attardate  vulgate del neorepubblicaneismo e che è invece fermamente indirizzato alla realizzazione di una autentica, profonda ed intima Vita Activa.

Massimo Morigi – Ravenna, 8 ottobre 2014

Segue ora una più dettagliata descrizione del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’.

Il ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ partendo da una rieleborazione del repubblicanesimo classico, intende introdurre nell'ambito del dibattito neo-repubblicano gli apporti della scienza geopolitica e utilizza anche il concetto di  ‘Lebensraum’ come pure quelli di  ‘conflitto strategico’ e di ‘agenti strategici’ di matrice marxista (fondamentale nello sviluppo di queste due chiavi interpretative il grande pensatore marxista Gianfranco La Grassa).  Rispetto al ‘conflitto strategico’ di marca lagrassiana, nel ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ non viene abbandonata una visione dialettica e a differenza del Lebensraum della scuola tedesca della geopolica il ‘Lebensraum republicanism’ intende lo spazio vitale non solo in senso territoriale ma anche culturale. Da questo punto di vista, il repubblicanesimo geopolitico risulta affine agli studi sulla  ‘noopolitik’ e alla dottrina sulle relazioni internazionali che va sotto il nome di costruttivismo.Gli argomenti affrontati dalla dottrina politologica e filosofico-politica del Repubblicanesimo geopolitico sono il repubblicanesimo sviluppato dal punto di vista della geopolitica, il neo-repubblicanesimo, il marxismo ed  il neomarxismo,  la  globalizzazione politica e finanziaria e gli agenti strategici nazionali ed internazionali che costituiscono la trama significativa di questa globalizzazione. Nei file qui di seguito vi sono link, saggi, articoli, interviste e dibattiti sul repubblicanesimo geopolitico in cui l’autore di questa nuova dottrina filosofico-politica e politologica, Massimo Morigi, traccia le linee-guida del ‘Repubblicanesimo Geopolitico’ e, in base a questo, giudica anche casi concreti della situazione politica internazionale, vedi il caso della crisi Ucraina, analizzata in diversi articoli raggiungibili attraverso i link presenti nel file Republicanismvs Geopoliticvs Fontes Origines et Via alla luce dei principi e linee interpretative sviluppati dal ‘Repubblicanesimo geopolitico’.

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