Rights of family reunification

This article scrutinies the logic behind the recent judgments of the Court of Justice of the European Union (CJEU) in Ruiz Zambrano and McCarthy focusing on their implications for the right to family reunification under EU law. Specific attention is devoted to the phenomenon of reverse discrimination in the context of the new jurisdiction test established by the Court, which is based on the severity of the Member States’ interference with EU citizenship rights rather than on a pure cross-border logic. EU citizens unable to establish a link with EU law are often subject to stricter family reunification requirements in comparison to their migrant compatriots and even certain third country nationals. It is argued that this situation is difficult to accept in light of the principles of legal certainty, equality and the protection of fundamental rights. A new balance between EU citizenship and Member States’ regulatory autonomy is established but legislative action is required to solve the outstanding problems.

In molti Paesi europei con una storia multiculturale più consolidata della nostra, il ricongiungimento dei minori stranieri è stato associato ad un’integrazione sociale di successo. In effetti quando i membri di una famiglia hanno la possibilità di ritrovarsi, il nostro immaginario rimanda ad una storia a lieto fine. Tuttavia, il ricongiungimento spesso non è che una tappa di un processo indefinito di spostamenti e ricuciture: la famiglia migrante è sempre più presa da ostacoli e vincoli che si frappongono all’integrazione, come un elastico pronto a spezzarsi perché teso tra pressioni transnazionali su cui si plasmano vecchie e nuove strutturazioni dei rapporti di genere e generazionali e su cui insistono pratiche e politiche di stampo illiberale. A ciò si aggiunge la scoperta che, riunita la famiglia, non tutto si incastra alla perfezione: il ricongiungimento apre a nuove dimensioni difficili, proiettando il minore in un mondo nuovo e complesso in cui di riflesso sono catapultati anche i genitori. Diversi nuovi problemi che toccano la vita quotidiana, l’inserimento scolastico, la socializzazione nel gruppo dei pari, la crescita adolescenziale e la transizione alla vita adulta, in un contesto totalmente nuovo, danno luogo a crescenti preoccupazioni circa l’effettiva e sostanziale qualità del benessere di genitori e figli.

Countries have adopted different laws, policies, and practices that allow immigration officers to request in certain cases DNA tests to confirm biological relationships in the context of family reunification. In Canada, Citizenship and Immigration Canada has adopted a policy of suggesting DNA testing only as a last resort in cases where no documentary evidence has been submitted or where the evidence provided is deemed unsatisfactory. However, in practice, there have been concerns on the increasing use of DNA tests in family reunification processes of nationals from certain regions including Africa, Asia, and Latin America. Moreover, the Immigration and Refugee Protection Regulations (IRPR) presents a biological definition of family as a determinant of parenthood in the context of family reunification that is inconsistent with the psychosocial definition used in provincial family laws. Although there are cases that can justify the request for DNA tests, there are also significant social, legal, and ethical issues, including discrimination and unfair practices, raised by this increasing use of genetic information in immigration. This policy brief identifies points to consider for policymakers regarding the use of DNA testing in Canadian family reunification procedures. These include (1) the need to refine the policy of “using DNA testing as a last resort” and its implementation, (2) the need to modify the definition of “dependent child” under the IRPR to reflect the intrinsic reality of psychosocial family ties, and (3) the importance of conducting more research on the use of DNA testing in other immigration contexts.

In molti Paesi europei con una storia multiculturale più consolidata della nostra, il ricongiungimento dei minori stranieri è stato associato ad un’integrazione sociale di successo. In effetti quando i membri di una famiglia hanno la possibilità di ritrovarsi, il nostro immaginario rimanda ad una storia a lieto fine. Tuttavia, il ricongiungimento spesso non è che una tappa di un processo indefinito di spostamenti e ricuciture: la famiglia migrante è sempre più presa da ostacoli e vincoli che si frappongono all’integrazione, come un elastico pronto a spezzarsi perché teso tra pressioni transnazionali su cui si plasmano vecchie e nuove strutturazioni dei rapporti di genere e generazionali e su cui insistono pratiche e politiche di stampo illiberale. A ciò si aggiunge la scoperta che, riunita la famiglia, non tutto si incastra alla perfezione: il ricongiungimento apre a nuove dimensioni difficili, proiettando il minore in un mondo nuovo e complesso in cui di riflesso sono catapultati a...