Volontariato

Il volume presenta i risultati di un’indagine sul tema dei bisogni e delle attese dell'associazionismo e delle organizzazioni non profit della provincia di Como, e fotografa il fenomeno del volontariato lariano in modo inedito e non convenzionale. I risultati soddisfano non solo esigenze conoscitive rilevanti per ogni territorio, ma anche esigenze progettuali e operative, costituendo la base della programmazione delle attività del Centro servizi volontariato di Como in questi e nei prossimi anni.

Viene qui proposto il tentativo di considerare il terzo settore come un sistema di funzione autonomo e capace di autoriprodursi. Più in particolare si è tentato di leggere il TS inscrivendolo all'interno dell'evoluzione dei vari sistemi di welfare, e più in generale del processo di differenziazione funzionale della società. Del TS si è dunque tentato di individuare il suo medium, la funzione, il codice, le organizzazioni, ecc....

Sommario: 1. Premessa.-2. I principi.-3. L'organizzazione. Il livello nazionale.-3.1. Il governo.-3.2. Fondazione Italia Sociale.-3.3. Il Registro unico nazionale del Terzo settore.-3.4. L'Organo nazionale di controllo e i suoi uffici.-3.5. Le reti associative e il Consiglio nazionale del Terzo settore.-4. La dimensione locale dell'organizzazione. I centri di servizio per il volontariato.-5. L'attività.-6. L'amministrazione consensuale.-7. I beni.-8. Considerazioni conclusive.

il volume riferisce i dati relativi ad una esposizione capillare compiuta nel 1977 per aggiornare la banca dati costituitasi nel 1993 ed identificare nuovi soggetti della partecipazione sociale. il volume presenta un quadro conoscitivo del fenomeno volontariato con l'indicazione dei principali indicatori che lo interpretano Nella seconda parte del volume sono state operate delle analisi comparative sul fenomeno che evidenziano le sue coordinate spazio-temporali

La nostra Associazione compie venti anni di attività ed è veramente difficile ricordare le migliaia di cose che abbiamo fatto dal 12 luglio del 1999, giorno in cui decidemmo la nostra nascita. Possiamo senza dubbio dire che abbiamo contribuito fortemente alla ricerca, alla tutela ed alla valorizzazione della memoria storica del nostro territorio, offrendo ai cittadini appassionati di storia ed archeologia un prezioso punto di riferimento ed incontro. Partecipare alla difesa della cultura, dei documenti e delle testimonianze materiali che raccontano la storia è una passione ed un impegno che serve per la crescita civile, culturale ed anche economica di una società moderna. Un popolo che non conosce e non rispetta la propria storia è un popolo disgraziato, un popolo senza radici e quindi senza alcuna speranza di poter vivere un futuro migliore. Noi, sulla scia degli insegnamenti di Ludovico Magrini, fondatore del GAR, dei Gruppi Archeologici d'Italia e quindi del Forum delle Associazioni Culturali Europee, ci siamo mossi per cercare di portare il nostro contributo. Un impegno prestato alla causa della difesa e della divulgazione del nostro immenso patrimonio storico-archeologico e del paesaggio, sempre più soggetto ad aggressioni di ogni genere ed a tentativi di distruzione ad opera di costruttori incalliti, tombaroli e devastatori ignoranti di turno, più o meno coscienti del loro nefasto agire. In questo litorale nord di Roma, così difficile per chi si propone di operare nel settore cultura per un nuovo sviluppo legato alla valorizzazione della grande ricchezza costituita dall'immenso patrimonio culturale e paesaggistico, in questa terra semideserta fino a poco più di centro anni fa, si è lavorato sodo per la conservazione della memoria. Ricognizioni, scavi, ricerche, conferenze, convegni, mostre, corsi, aperture di monumenti, ripuliture di aree archeologiche, lezioni nelle scuole, visite guidate, escursioni e viaggi di studio sono solo alcune delle attività e dei progetti portati avanti in vent'anni. Una continua crescita che ci ha consentito di divenire una delle più grandi ed importanti Associazioni del Lazio nel litorale a Nord di Roma, ufficialmente iscritta all'Albo Regionale delle ONLUS dal 2006, forte di oltre 280 soci, cittadini appassionati, studenti, ricercatori, archeologi, storici dell'arte, architetti, geologi e professionisti in vari campi tecnici, scientifici ed amministrativi, uniti dalla comune passione per la storia e l'archeologia.

E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 agosto 2017 il D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, che attua la delega per la riforma del Terzo settore contenuta nella legge 6 giugno 2016, n. 106.
Il Decreto Legislativo 117/2017 disciplina gli enti del terzo settore in generale (Titolo II), il volontariato e la relativa attività (Titolo III), associazioni e fondazioni del Terzo settore (Titolo IV), fino alle particolari categorie di enti quali le associazioni di promozione sociale e gli enti filantropici.
Il Decreto istituisce il registro unico nazionale del terzo settore (Titolo VI) quale nuovo obbligo amministrativo per gli enti, nonché regolamenta gli aspetti tributari e fiscali (ad esempio per la contabilità è istituito un nuovo regime forfettario riservato agli enti del terzo settore non commerciali e vengono definite nuove regole per la redazione del bilancio d’esercizio e del bilancio sociale) e, infine, vengono inserite nuove disposizioni e procedure in tema di controlli (Titolo XI).

Questa ricerca nasce dall'impegno di Cesvot per l'ag gior namento e la formazione dei volontari e delle loro associazioni. Il Centro Servizio Volontariato Toscana ha voluto cogliere e concretizzare, soprattutto in un momento come l'attuale, di acuta crisi economica e sociale, l'esigenza di innovare le componenti vocazionale, organizzativa e professionale del volontariato, perseguendo la crescita sia dei volontari sia degli altri attori del 'sistema (volontariato)' attraverso percorsi di sostegno, di accompagnamento e di formazione che possano sempre meglio soddisfare i loro bisogni. La formazione nel volontariato ha la funzione di accompagnare le persone nelle loro esigenze di miglioramento. Il termine è ben scelto. Accompagnare, bella parola; rimanda a 'compagno', a chi condivide un'esperienza o la sua condizione con gli altri. L'etimo latino è addirittura commovente: cum panem, colui che condivide lo stesso pane; o riferito al basso latino, com pagus, in altre parole compaesano o dello stesso villaggio (quando una volta ci si aiutava di più). Accompagnare le persone riletto in chiave odierna signifi ca peraltro -lo si ricordi -non tanto svolgere un servizio quanto piuttosto compiere un esercizio di amicizia e di solidarietà disinteressata. Questo in sostanza è il compito del volontariato, da estendere alla funzione formativa applicata al volontariato. Di formazione e di analisi di bisogni di formazione si occupa questo lavoro. Mantenendo fede alla sua funzione di accompagnamento, notiamo subito che la formazione e i bisogni formativi sono da intendere diversamente rispetto alla consueta funzione che essi hanno applicati al mondo del lavoro. Diversamente certo, ma non in contrapposizione, questo è importante. Appare, infatti, utile cercare le convergenze e i punti di contatto tra i due mondi -tanti e interessanti -piuttosto che sottolineare con snobismo le differenze e le alterità. La concordia e non le opposizioni ci interessano in questa sede. La nostra lunga esperienza di formatori ci esorta, infatti, a cercare il meglio là dove le persone possono darlo in tutti i loro aspetti. Né è utile opporre gli sforzi e i talenti individuali che vanno bene per il profi tto 8 all'impegno e alle qualità che servono a praticare effi cacemente la gratuità e la reci procità. L'intelli genza non è mai ad excludendum. La ricerca di prestazione che il fare formazione ha quando applicato al settore profi t (aziendale) si stempera ma non si perde nel nonprofi t (terzo settore). Certamente qui più che le abilità e i risultati produttivi è importante l'empowerment personale, ovvero il potenziamento delle capacità individuali che fanno crescere e maturale il singolo, rendendo automaticamente più effi caci le sue azioni di sostegno, assistenza e di soccorso agli altri 1 . Ciò che cambia tra il mondo del lavoro e il volontariato è a ben vedere la sostanza del fi ne, non la validità del mezzo. In entrambi i casi si riesce meglio quanto più si hanno specifi che competenze da far valere. Chi scrive pensa che sul piano dell'agire individuale, in ogni tipo di organizzazione, sia essa orientata alla realizzazione di un utile economico, di un risultato pubblico, o alla prestazione di mutuo aiuto, la formazione assolva sempre la funzione di migliorare la persona, di metterla in stato di svolgere al meglio il ruolo cui è preposta. Tanto più che l'individuo quando agisce all'interno di una organizzazione lo fa per rendere più effi cace il proprio contributo, poiché è evidente che «gli individui danno vita alle organizzazioni per perseguire scopi che, in tutto o in parte, altrimenti, non potrebbero raggiungere da soli» (Godetti-La Rosa 2006: 27) 2 . Il volontariato organizzato assolve 6 «Se è vero che quella dell'economia civile è una proposta di ricerca, una prospettiva sull'oggi, criterio di valutazione delle concrete esperienze economiche, essa è anche una profezia, che sta di fronte all'economia di tutti i giorni come un dover-essere, e che ci ricorda gli obiettivi più alti ai quali la convivenza civile, economia inclusa, può giungere» (Bruni-Zamagni 2004: 279). 15 ricerca. In particolare sono grato per l'essenziale lavoro ai segretari Emanuela di Falco e Lorella Zanini Ciambotti, che a Livorno e a Pisa hanno fatto di tutto per stimolare le associazioni selezionate a collaborare. Abbraccio idealmente, infi ne, gli oltre trecento tra dirigenti, coordinatori, quadri e volontari che sono intervenuti alle riunioni e che hanno compilato il questionario. Lavorare con voi è stato un piacere. Abbiamo imparato molto.

The article examines the presence of the Italian Garibaldini volunteers in the Greek irredentist struggles of the period 1866-1912. This participation falls within the framework of a long tradition of military volunteerism by the Italians, which had commenced in the 1820s and was founded upon the concepts of the Mediterranean solidarity at first and of the Greco-Latin subsequently, as well as within the climate of constituting a “Liberal International” at that time. Principal agent and embodiment of the renewed philhellenic movement during the period of the Risorgimento’s major successes was Giuseppe Garibaldi, who assimilated the ideas and the projects of the democratic and Mazzinian movement, as well as the radical ideas of 1848.
First, Garibaldi’s relations with Greece and the Balkans are examined, and the profile of the Garibaldini volunteers is sketched. The discussion then focuses on the volunteers’ last mission to Greece, during the First Balkan War. Explored in this context are: the conditions of forming and sending a volunteer corps to Greece, on the initiative of Ricciotti Garibaldi (1912); its perception by the Italian political parties and public opinion, its reception in Greece and the oppositions within it; and its participation jointly with Greek and other Red Shirts in the battle of Driskos. Assessed next are the contribution of the Italian Garibaldini at an operational level, as well as the internationalization and publicizing of the Greek campaign; the impact of their activity on the – at that time complicated – Greek-Italian interstate relations; their further usefulness and the possibilities of keeping their myth alive within the political, ideological and geopolitical clime emerging in Europe and the Mediterranean on the eve of the First World War. Last, issues of memory of the Italian Garibaldini volunteers in modern Greece are raised as well, while the lacunae in research and the research prospects for the issue investigated are noted.

Il volume presenta i principali risultati di un’indagine inerente le caratteristiche distintive di quel segmento specifico del volontariato italiano impegnato nel campo dei fenomeni migratori. Il focus principale del lavoro è costituito dalle connotazioni strutturali e funzionali di queste organizzazioni, e – più nello specifico – dai sistemi di competenza e dai fabbisogni formativi delle risorse umane. L’indagine si configura come uno studio pilota di taglio descrittivo ed esplorativo, teso a fornire un quadro tendenzialmente sistematico delle principali caratteristiche costitutive dell’oggetto d’interesse. Al contempo, nel lavoro si è cercato di approfondire alcuni aspetti peculiari del tema. Ciò ha richiesto l’adozione di un impianto tecnico-metodologico articolato ed eclettico, che si è tradotto in piste e strumenti d’indagine diversificati ancorché convergenti sull’obiettivo di tracciare un quadro sufficientemente articolato dei profili organizzativi e dei fabbisogni formativi del settore.

Nel territorio dell'antica e fiorente città etrusca è in corso un progetto di ricerca che mira ad approfondire la definizione della sua vicenda storica. Uno scavo importante, anche per le soluzioni che ne garantiscono la conduzione, frutto di una virtuosa sinergia tra archeologi professionisti e volontari.

La rivoluzione per la liberazione greca va sincronizzata con lo scoppio dei primi moti rivoluzionari in Italia (1820-21), fatto che fa congiungere i patriottismi di entrambi i popoli. Oggetto di studio dell’intervento è l’edificazione di un’importante tradizione italiana di volontarismo militare in Grecia durante il decennio del 1820. In questo contesto va esaminato il caso di un filelleno piemontese, del conte Giacinto Provana di Collegno, ex ufficiale dell’esercito napoleonico e uno dei protagonisti del moto costituzionale manifestato in Piemonte (1821). In particolare, vanno studiati le sue origini sociali, la formazione politica e ideologica, l’esilio in Europa, l’inserimento nella cosiddetta “internazionale liberale” e soprattutto, sulla base del suo Diario dell’assedio di Navarino (Torino 1857), la partecipazione alla resistenza greca contro gli Ottomani.
Argomenti particolari che vengono indagati sono: il viaggio del Collegno –con l’eminente compatriota liberale e amico di cuore Santorre di Stantarosa– da Londra verso Nauplia (novembre-dicembre 1824); il soggiorno di sette mesi in Grecia e i suoi compiti militari (ha servito come comandante del Genio nella fortezza di Navarino durante il suo assedio da parte delle forze egiziane di Ibrahim Pascià); la sua ottica e gli stereotipi nei confronti dei greci, i suoi rapporti quotidiani con loro e i rapporti edificati con greci ufficiali e dirigenti (p.e. con Macrygiannis, Mavrokordatos, Ypsilantis, Kunturiotis, Kolokotronis ecc.); la sua valutazione della situazione politica e militare della Grecia ribellata e le sue analisi sul clima della guerra civile fra le fazioni greche; la sua ottica e gli stereotipi nei confronti dell’ “altro”, ossia degli ottomani “crudeli” e “infedeli”, come pure i suoi rapporti quotidiani con loro (nei campi di battaglia); i rapporti edificati con ufficiali militari del campo nemico durante le trattative (p.e. con il colonnello Suleyman Bey o con lo stesso Imbrahim Pascià); la sua ottica nei confronti degli europei commilitoni e suoi rapporti quotidiani con loro; la sua psicologia e i suoi sentimenti, come ad esempio la paura per la morte, l’ansia per la sorte dei compagni, il dolore e la sofferenza per la perdita dell’amico Santarosa a Sfacteria, la nostalgia per la patria, la delusione a causa dell’atteggiamento negativo e di tanto in tanto anche ostile dei greci commilitoni nei suoi confronti o a causa dell’ingratitudine dei greci nei confronti di Santarosa sacrificato per la loro libertà, i sentimenti confusi di fronte alla magnanimità del nemico, il piacere dell’incontro con i compatrioti o con i vecchi conoscenti e amici (p.e. con Fabvier) in terra straniera, la commozione nel momento che la bandiera ottomana si alzava sulla chiesa di Navarino, il conforto per il disimpegno e per il ritorno in Europa ecc. Infine, l’interesse dell’autore si focalizza sull’immagine della Morea (Peloponneso), così come questa viene delineata dalle descrizioni di Collegno nella forma di letteratura di viaggio. È da notare che le considerazioni e le riflessioni di Collegno, riguardanti il carattere e la civiltà dei greci moderni, esposte nel suo Diario, costituiscono un contributo importante al discorso in questione che suscitò tensioni fra gli inglesi benthamiti e gli esuli italiani a Londra.

In "Associazionismo e volontariato in Umbria", a cura di A. Santambragio, Perugia, AUR (Agenzia Umbria Ricerche).
"La chiave del rapporto tra volontariato e pubblico, orientato alla produzione del benessere e agli interventi di welfare, sembra essere proprio la condivisione, la collaborazione. Ognuno nei propri ruoli: il primo nell’organizzare il protagonismo dal basso dei cittadini, la promozione delle capacità dei singoli e delle comunità, la cura di bisogni e problemi sociali che il pubblico non può affrontare o non sa come farlo; il secondo nella garanzia dei diritti essenziali, nell’aiuto a chi è in difficoltà, nel non essere di intralcio all’attività dei singoli con l’imposizione di processi burocratici e regole vischiose, sempre mantenendo il ruolo di regia complessiva del sistema di protezione sociale, di governo della collettività, di soggetto che deve individuare le priorità da affrontare e indicare il cammino da seguire".

INDICE:
Micarelli Massimo, Cooperazione tra Italia e America latina?, 3-9.
Delogu Ignazio, Basta una cultura della solidarietà?, 11-16.
Taviani Elide, Le organizzazioni del volontariato, 17-22.

Dipendenza e inflazione
Ferrer Aldo, La minaccia del debito estero sull'America latina, 23-28. Trad. di Luisa Cortese
Trento Angelo, Il Brasile e il fondo monetario internazionale, 28-34.
Almeyra Guillermo, Messico: una nuova fase, 34-38. Trad. di Josefina Gastey.
Morales S. Rolando, Due anni di democrazia in Bolivia, 38-43. Trad. di Luigi Ficcadenti.
Saavedra Hugo, Moratoria e sovranità, 43-46.
Leal Antonio, Indebitamento e democrazia: il caso cileno, 46-60.

Montagnini Antonella, Viaggio in Nicaragua, 63-70.
Santini Alceste, L'"Istruzione" vaticana sulla teologia della liberazione, 73-76.
Mariotti Piergiorgio, Con Ratzinger Roma è più lontana, 77- 90.
Aruffo Alessandro, Attraverso il cattolicesimo brasiliano (1964-82), 91-103.

Donne dell'America latina - III,  speciale a cura di Alessandra Riccio,
Riccio Alessandra, La doppia liberazione, 105-107.
Lynch Marta, Influenze materne, 108-114. Trad. di Alessandra Riccio.
Russotto Márgara, Solo l'amore (omaggio a María Wikander), 114-117. Trad. di Stefania Salvio.
Anonima, Come il risvegliarsi in qualcosa, intervista, 117-126. Trad di Alessandra Riccio.
Le autrici, 126.

Bayer Claudio, Sulla tomba di Elisabeth Käsemann, 127-133. Trad. di Alessandra Riccio.
Curcio Silvano, L'edilizia socio-sanitaria a Cuba, 135-148.

Recensioni e schede, 149-158.
Il fascicolo è illustrato con opere di artisti del Nicaragua. In copertina: Silvio Bonilla Correa.

Il volume di Antonella Occhino succede al già oramai diffuso Volontariato, diritto e modelli organizzativi del 2012 e si inserisce in un ideale processo di approfondimento ed aggiornamento dell'Autrice, in chiave di Teoria del diritto del lavoro, che involge la tendenziale frammentazione tipologica del lavoro subordinato opportunamente declinata secondo una lettura costituzional-mente orientata, che ha visto precedentemente sondare il principio di eguaglianza (art. 3 Cost.) in un'opera collettanea (Eguaglianza, 2014) ed una riedizione del saggio di Mario Napoli, Contratto e rapporti di lavoro, oggi (2017) davanti ad uno iato sempre più profondo in termini concettuali tra lavoro subordinato in contesti produttivi e prestazione occasionale continuativa, pubblicati sem-pre per i tipi di Vita e Pensiero. Anche in quest'occasione, come fu per il testo del 2012, si adotta una prospettiva bipartita vòlta ad inquadrare dapprima il tipo sociale "volontario" in tipo norma-tivo per poi portarsi ad osservare criticamente il contesto organizzativo all'interno del quale questo si inserisce: una bipartizione però, che a dispetto della formale presentazione nel testo, si distribuisce sapientemente nella trama dei suoi paragrafi con opportuni rinvii e richiami all'uopo.

Se i Centri di Servizio per il Volontariato si pensano come motori di sviluppo del territorio insieme agli altri soggetti che si sono dati questo obiettivo, inevitabilmente si trovano a dovere coniugare l’esigenza di  contribuire a ridefinire il welfare territoriale con l’utilizzo di modalità e strumenti di lavoro flessibili e in grado di rispondere ad esigenze che cambiano.
Uno dei bisogni urgenti oggi – se si vuole arginare lo sfaldarsi delle comunità sui territori ricompattandole attorno ad una progettualità generativa – è quello di potenziare i processi partecipativi, la capacità di fare rete, lo sviluppo dell’economia sociale. Per questo, i servizi “tradizionali” che i CSV offrono alle organizzazioni di volontariato non sono più sufficienti, pur restando necessari.
“Rafforzare le competenze delle reti locali di volontariato” è un e-book nel quale Pier Paolo Inserra, ricercatore sociale,  propone la capacitazione sociale come metodo di lavoro che permette di sostenere la crescita delle organizzazioni di volontariato e delle reti nei contesti territoriali in cui operano, valorizzando la complessità operativa del quotidiano.
Il testo non ha pretese di esaustività e vuole stimolare una riflessione sull’uso di nuove pratiche di empowerment locale a partire da una prima sperimentazione. E’ un canovaccio, un modo per costruire, come operatori territoriali dei centri di servizio, percorsi di risposta a bisogni concreti delle associazioni, che possono riguardare, ad esempio, la comunicazione esterna o interna, la progettazione territoriale, la capacità di migliorare il lavoro di gruppo, la definizione di ipotesi di lavoro innovative, etc.  Con un’attenzione continua, però, ai processi, alle modalità con cui attivare piccoli mutamenti organizzativi ed interorganizzativi.
La proposta di Inserra si basa su un lavoro sperimentale che ha coinvolto sia singoli gruppi di volontariato che reti. I Centri di Servizio del Lazio, CESV e SPES, hanno promosso una vera e propria ricerca-azione con l’esigenza di sviluppare, dopo circa un decennio di esperienza accumulata nei servizi tradizionali, un approccio innovativo al lavoro con l’associazionismo locale. Sono così nati i percorsi di Capacitazione Sociale, che hanno coinvolto una decina di associazioni di volontariato per 18 mesi.
È bene dire subito che quello della capacitazione sociale è un metodo di lavoro impegnativo: richiede tempo e risorse umane, implica competenze (e quindi una formazione per gli operatori territoriali dei centri di servizio basata sull’acquisizione di metacompetenze necessarie per lavorare con i gruppi e nei processi).  In qualche misura, costringe anche il CSV a ripensarsi, tanto più che il suo ruolo non si esaurisce nel lancio della proposta: non si tratta di erogare una o più consulenze, quando di accompagnare l’associazione o la rete in un percorso piuttosto articolato.
Alla fine del quale, però, i risultati sono tangibili: le organizzazioni aumentano le proprie competenze, le reti si rafforzano, il Centro di Servizio a sua volta arricchisce il proprio mandato e la propria offerta. E le stesse comunità territoriali, le istituzioni possono risentire di una sorta di “effetto-alone”. Come scrive Inserra, «[…] un lavoro di capacitazione sociale, per quanto possa intimorire, è efficace nel momento in cui si coniugano una buona capacità di analisi, l’uso di strumenti adeguati, e conoscenze teoriche ben precise». Proprio per questo, è una di quelle scelte strategiche che costringono a crescere.  Naturalmente, il libro rappresenta una sorta di testimonianza strutturata che si è pensato di non lasciare in un cassetto.  Da de-costruire, rileggere criticamente, adattare ai contesti e agli habitat di partenza, elaborare con ancor più sistematicità e rigore scientifico. E ha senso se diventa uno strumento  in un lavoro più articolato e complesso di attivazione, aggiornamento, intervento.
“Rafforzare le competenze delle reti locali di volontariato” è articolato in sei capitoli, nei quali si definisce che cosa è la capacitazione sociale; si indicano i riferimenti teorici principali; si analizzano le dimensioni sistemiche ed organizzative e i processi intra e interorganizzativi; si descrivono le fasi operative principali e infine gli strumenti di lavoro. In allegato, sono pubblicati alcuni esempi di strumenti utilizzati per raccogliere le informazioni e costruire proposte di lavoro comuni.

Ο ελληνικός επαναστατικός αγώνας συγχρονίζεται με την εκδήλωση των πρώτων κινημάτων της ιταλικής Παλιγγενεσίας (Risorgimento), γεγονός που συνδέει άρρηκτα τους πατριωτισμούς των δύο πλευρών. Ο συγγραφέας εστιάζει στην πρώτη φάση της οικοδόμησης μίας σημαντικής ιταλικής παράδοσης προσφοράς εθελοντικής στρατιωτικής υπηρεσίας (volontarismo) και διερευνά αφενός την ιδεολογική και πολιτική συγκρότηση των εξόριστων επαναστατών της δεκαετίας του 1820 και αφετέρου τις ιδέες και τα προγράμματα που αυτοί επεξεργάστηκαν αναφορικά με την ελληνική εθνική υπόθεση μεσούσης της επανάστασης. Από τη μελέτη αυτή προκύπτει πως η ιακωβινική και ναπολεόντεια εμπειρία, σε συνδυασμό με τις δικές τους εθνικές βλέψεις, οδήγησαν τους ιταλούς φιλέλληνες, και δη τους εξ Αγγλίας προερχόμενους κόμητες καρμπονάρους, στη διαμόρφωση μίας πολιτικής κουλτούρας που αντιτασσόταν στην υπεροπτική-αποικιοκρατική οπτική μερίδας των άγγλων του φιλελληνικού κομιτάτου του Λονδίνου και προσέβλεπε στην οικοδόμηση ενός ελληνικού έθνους-κράτους πάνω στις βάσεις της πολιτικής σταθερότητας και των ελεύθερων θεσμών. Η στρατηγική δε της ανάδειξης της ιδέας της μεσογειακής πολιτισμικής ισοτιμίας, της μεσογειακής αλληλεγγύης, του αδιάλειπτου ελληνοϊταλικού παραλληλισμού σε όλα τα επίπεδα και εν τέλει της διεθνούς προβολής του ιταλικού εθνικού προβλήματος μέσω της υπηρέτησης του αντίστοιχου ελληνικού –του δημοφιλέστερου εκείνη την εποχή στην Ευρώπη– συνιστά πράξη πολιτικού ιδεαλισμού, που προωθούσε την εμπέδωση της αξίας και της ενότητας του μεσογειακού πολιτισμού σε πρώτο χρόνο ή του ελληνολατινικού μετά την ήττα των συνταγματικών στην ιβηρική χερσόνησο˙ παράλληλα, προσδίδει στον ιταλικό φιλελληνισμό ιδιάζοντα χαρακτηριστικά και εξηγεί εν πολλοίς γιατί αυτός υπήρξε μακροβιότερος από τα υπόλοιπα ομόλογα κινήματα, μια και η εθελοντική παράδοση της δεκαετίας του 1820 θα ανανεωνόταν κατά το δεύτερο μισό του 19ου και τις αρχές του 20ού αιώνα με τη συμμετοχή των ιταλών γαριβαλδινών εθελοντών στους ελληνικούς αλυτρωτικούς αγώνες της περιόδου.

L’ordinamento penitenziario e i benefici in esso previsti, finalizzati a
facilitare il reinserimento sociale dei detenuti, presuppongono la loro attivazione da parte del detenuto stesso o del suo difensore.
Ma questa attivazione diventa difficile quando non si è assistiti da un
avvocato di fiducia durante la fase dell’esecuzione della pena o quando per qualunque motivo si ignorino le norme sull’ordinamento penitenziario o i presupposti per la loro applicazione. L’Altro Diritto onlus, Associazione di Volontariato dal 1994, ha organizzato il Centro di Informazione Giuridica, ove laureati o laureandi in materie giuridiche sono disponibili a fornire informazioni non solo in merito ai diritti godibili, ma anche a trovare soluzioni a tutti i problemi giuridici che possono sorgere – e mediamente sorgono – durante l’esecuzione della pena.

Commento ex-post ad un articolo pubblicato nel 2009 su Impresa Sociale e inserito nella raccolta Generosamente di Giuliana Gemelli (Università di Bologna). Il breve commento si interroga sul destino della "rappresentanza del volontariato in Italia", soprattutto sulla sua reale efficacia alla luce del proliferare di forme di organizzazione (Tavoli tematici, Consulte, Comitati di Gestione, etc. etc. etc.) che spesso si fermano ad un mero esercizio di politica all'italiana piuttosto che portatori di istanze e innovazioni provenienti dai territori.

"Il volume, liberamente scaricabile in pdf, è il risultato di una ricerca qualiquantitativa svolta per conto della Provincia di Siena e del Forum della Cooperazione e Solidarietà Internazionale di Siena.
La ricerca aveva l'obiettivo di rilevare una serie di informazioni per favorire processi di reciproca conoscenza tra gli aderenti, consolidare reti di relazioni ma sopratutto fare punto sui primi 5 anni di attività del Forum e avere uno strumento per proiettarne il futuro in questo periodo di calo significativo delle attività e risorse destinate alla cooperazione e solidarietà internazionale. "

Il 5 dicembre 2018 Caritas Italiana e CSVnet hanno presentato il loro primo rapporto sugli empori solidali. Una mappatura dei 178 attivi in 19 regioni italiane (al mese di novembre), e degli almeno 20 in fase di avvio, arricchita di dati sull’utenza, sul personale - soprattutto volontario - che ne permette il funzionamento, sull’organizzazione, la tipologia dei beni, le voci di costo e i servizi erogati ai beneficiari oltre il sostegno materiale.

Carcere e società da quale relazione sono legati e quale contributo arriva dal volontariato?  In questo paper, oltre a presentare la mission di Antigone (e di Antigone Marche), saranno presentati i principali problemi che sono presenti nella carceri marchigiane e le difficoltà che vi affronta il volontariato, con un focus sugli sportelli che Antigone ha attivato negli istituti di pena di Fermo e Pesaro. Il framework del paper è caratterizzato sia dai drammatici tagli al welfare, che hanno colpito duramente anche il reinserimento dei detenuti nella carceri marchigiane, dato che nel 2016 la Regione Marche ha deciso di non finanziare questo settore, sia dal capitale sociale, in quanto il volontariato svolge l’essenziale funzione di collante tra carcere e società ad esso esterna.

Nella provincia di Como si e assistito, a partire dal 2010, a un crescente ricorso alle misure alternative alla pena. Una prassi raccomandata dall’autorita giudiziaria ma di complessa applicazione concreta, resa possibile dalla costruzione di una rete attiva sul territorio e partecipe del processo, formalizzata nella sigla di un protocollo d’intesa a Como tra Tribunale, Procura, Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Camera Penale, Ufficio di Esecuzione Penale Esterna e Centro Servizi per il Volontariato. Condannati al volontariato introduce il tema con riflessioni e punti di vista per poi metterlo a fuoco con un affondo sull’anno 2012, oggetto di una analisi quantitativa. Completano il quadro interviste alle persone che hanno affrontato l’esperienza dei lavori di pubblica utilita, la voce delle associazioni coinvolte e le considerazioni di alcuni dei protagonisti che hanno reso possibile questo percorso. Condannati al volontariato si propone come strumento per attivare queste prassi...

II volume fa parte della collana "Individuo Gruppo Orga nizzazione" diretta da Gian Piero Quaglino. Autrice del libro Jone L. Pearce, professore associato e decano associato alla Graduate School of Mana gement 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F della University of California di Irvine. Il volume della studiosa americana in tende esplorare la questione del perché e del come i volontari organizzano il proprio lAvoro, esaminando il comporta mento di questi in quanto membri di un'organizzazione. Rileva giustamente Piero Amerio nell'introduzione all'edizione italiana del volu me della Pearce che "La letteratura sul volontariato è sem- pre crescente in ragione dell'imponenza che il fenome no ha assunto in Europa, negli Stati Uniti e nelle altre parti del Mondo". La Pearce mette in evidenza che i dati di sondaggi e inchieste-tra cui alcune re centi e autorevoli-sono tali da legittimare il pensier che tutti i lettori di questo volume abbiano partecipato almeno una volta a qualche forma di lavoro volontario organizzato. Vi è da precisare che tale affermazione è dovuta alla concezione del lavoro volontario della 0 0 1 F Pearce ed alla situazione americana che è differente da quella europea. E' difficile giungere ad una definizione univoca del volontariato, un fenomeno che è stato spesso inteso sulla base di alcune sue dimensioni0 F do minanti (da quelle religiose e quelle ideologiche, da quelle caritatevoli a quelle solidari stiche) piuttosto che specifica tamente analizzato a livello delle strutture e delle dinami che che lo mettono in atto e attraverso le quali il suo agire si configura. Il volume della Pearce, rileva Amerio, analizza il volontariato in una pro spettiva psicologico-sociale sull'azione sociale tentando di andare al di là di una razionalità fondata esclusivamente sulla motivazione  di organizzazione volontaria e quello più ge nerale di associazione, il volu me analizza le "azioni e le esperienze sociali e psicologi che e cioé il comportamento 0 0 1 F 0 0 1 F organizzativo dei volontari che lavorano in organizzazioni formali",escludendo il proble ma del ruolo del volontariato nella società e le sue funzioni, che è più frequentemente ana lizzato. L'autrice non affronta 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F apertamente neanche il tema di come e quanto il volontariato contribuisca ad accrescere la partecipazione sociale e la so lidarietà dei membri della so cietà, anche se taluno di questi aspetti viene trattato nei capi toli che 0 0 1 F discutono delle moti vazioni e degli atteggiamenti dei volontari; tali prospettive sono valutate dalla Pearce in relazione al problema che spinge i volontari ad aderire ad una certa organizzazione ed a svolgere in queste 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F talune man sioni. Il volume della Pearce pertanto analizza prevalente mente le relazioni interne dell'organizzazione e, data la sua impostazione metodologi ca, è interessante sia per gli aderenti alle varie associazioni, sia 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F per gli studiosi di feno meni organizzativi e manage riali, che solo recentemente in Italia hanno iniziato ad esami nare i gruppi di volontariato. Il libro in questione si fonda su una analisi sempre in parallelo di due tipi di organizzazione rivolte allo stesso tipo di pro 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F dotto o di servizio: una forma ta da volontari, l'altra da per sone "normalmente pagate". I sette tipi di organizzazione che si collocano tutti nello stesso contesto territoriale, sono scel ti negli ambiti seguenti: 1) cura diurna 0 0 1 F 0 0 1 F dei bambini, 2) redazio ne di un giornale, 3) assistenza (cibi e medicine ai poveri), 4) partecipazione a un'orchestra sinfonica, 5) planning familia re (assistenza ginecologica, contraccezione, counseling di coppia), 6) 0 0 1 F 0 0 1 F gestione di un ne gozio di articoli da regalo, 7) corpo dei vigili del fuoco. I dati ricavati da questionari, in terviste, osservazioni dirette e materiale tratto dagli archivi delle organizzazioni stesse, sono espressi in forma 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F quanti tativa ed elaborati secondo test statistici. L'autrice analizza da un lato il concetto di lavoro come "luogo sociale, psicolo gico, tecnico" in cui "sono usa ti strumenti" e vi sono relazio ni e coordinamenti "per 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F pro durre un prodotto o un servi zio". Il concetto di volontaria to è essenzialmente definito dal non avere una retribuzione, una paga; quando questa esi ste, dalla sua modesta entità dell'essere uguale per tutti i lavoratori 0 0 1 F 0 0 1 F indipendentemente dal loro ruolo e mansione nell'organizzazione che si vale delle prestazioni degli associa ti. La Pearce rileva giustamen te che nella nostra società un lavoro non pagato è visto come marginale; il volontario deve 0 0 1 F 0 0 1 F alle ricompense materiali, inoltre la sua attività è anche un'attività del tempo libero che trova in sé la sua ricom pensa. Tutto ciò rende incerto il setting in cui il volontariato opera, che deve essere costan temente verificato 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F data la rela tiva stabilità di tali organizza zioni, prive di struttura gerar chica. La Pearce evidenzia che nelle associazioni di volontarì l'organizzazione del lavoro ha bisogno di forme addizionali di controllo e di un più forte ruolo delle persone "centrali, la cui autorità non è basata su ruoli formali predeterminati per l'egualitarismo proprio delle associazioni volontarie". 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F La Pearce mette in rilievo inoltre il ruolo fondamentale della motivazione nei volonta ri; l'autrice dice che in sostan za i normali dipendenti "lavo rano per denaro" mentre i vo lontari "lavorano per amore". II movente economico resta una discriminante tra i due campi. La scrittrice affronta il problema della motivazione sotto due profili essenziali: da un lato si cerca di cogliere le particolari 0 0 1 F caratteristiche che connotano "la persona del vo lontario", dall'altro la Pearce affronta la questione dei motivi 0 0 1 F che in senso proprio contri buiscono a portare una persona ad impegnarsi in un lavoro gratuito, spesso faticoso e svolto in condizioni non facili. L'autrice utilizza per l'analisi anche alcune ricerche europee ma i dati rispecchiano il conte 0 0 1 F 0 0 1 F 0 0 1 F sto culturale e sociale america no: il volontario appartiene al la classe medio-alta ed ha no tevoli relazioni sociali per la sua azione. 0 0 1 F 0 0 1 F Molto interessante è l'analisi delle motivazioni dei volontari in senso proprio, che l'autrice riassume in tre grandi catego rie: il desiderio di far progredi re i fini dell'organizzazione cui si aderisce, il desiderio di contatti 0 0 1 F sociali, ed un generale motivo di ordine pro sociale. La scrittrice analizza anche il possibile modificarsi delle motivazioni dei volontari nel corso del tempo e dello svilup po del tipo di lavoro scelto dal volontario del 0 0 1 F l'associ azione. II libro della Pearce è quanto mai attuale ed importante dato che analizza i modi di lavoro volontario, i problemi di coor dinazione e di direzione che esso presenta, i problemi cela tivi Iallo sviluppo ed alla prc duttività delle organizzazior di volontariato. Tale aspetto decisamente importante oggi dato che molte organizzazioni nate con finalità di volontariato sono inserite nell'ambito di servizi promossi dalle cornunità locali e sono soggette controlli in sede amministrati va E' un libro utile ed interessante, come suggerisce Amerio, per tutti coloro che ritengono che "solidarietà e sviluppo non solo non siano inconciliabili, ma anzi, nel nostri mondo, siano abbastanza stretamente correlati", come di mostra del resto il fiorire dei 4 numerose organizzazioni coi finalità solidaristiche nel no stro Paese. Jone L. Pearce "Volontariato, motivazioni e comportamenti nelle organizzazioni di lavoro volontario".

Le associazioni storiche di volontariato, basate sul concetto  di appartenenza e di condivisione ideale, faticano a reclutare giovani volontari mentre i festival culturali ne attorano migliaia, anche solo per un giorno. E' il cambiamento di un'epoca e di un modo di fare il volontariato, non iù per aderire e "militare",  ma per provare e fare esperienza, di una generazione destinata a provarne tante per trovare un posto nel mondo

Abstract of the topics of the book "La dignità della persona umana e le leggi sul volontariato" INCLUDED IN THE COLLECTION " Filosofia del diritto e dignità umana" FOUNDED AND DIRECTED BY Prof. Mario A. Cattaneo Faculty member of STATE University of Milan and Padua-Treviso (Philosophy of Law)
somnmario in lingua francese dei temi trattati nel volume "La dignità della persona umana e le leggi sul Volontariato" Nalpolio, Esi 2012  incluso nella collana "Filosofia del diritto e dignità umana "diretta dal Prof M.A. CATTANEO

Abstract -
Negli ultimi anni la minaccia del terrorismo, specialmente di matrice jihadista, si è fatta pressante anche in Europa. Sotto questo profilo, nemmeno l’Italia può considerarsi un paese “a rischio zero” e deve quindi predisporre misure adeguate per fronteggiare la minaccia. Questo fatto stimola una riflessione sul ruolo che il sistema di Protezione civile (PC) potrebbe assumere di fronte al rischio terrorismo. È del tutto evidente che la PC non è chiamata a operare in prima linea. Anche all’interno del sistema di sicurezza civile italiano, disastri antropici come il terrorismo e il rilascio intenzionale di agenti nucleari, biologici, chimici e radiologici (NBCR) ricadono innanzitutto sotto la competenza della Difesa civile. Nondimeno anche la PC, forte delle sue capacità e delle esperienze maturate sul campo, potrebbe offrire un contributo rilevante in caso di attacchi terroristici, per quanto sempre entro i limiti dei suoi compiti e delle sue competenze. Rimane da definire in che cosa possa consistere effettivamente tale contributo nel contesto attuale. Di fronte a una questione che non ha ancora ricevuto una risposta univoca, appare utile avanzare alcune considerazioni preliminari. Innanzitutto, è chiaro che eventi gravi come quelli di tipo terroristico devono essere gestiti dalle istituzioni ai massimi livelli di competenza, per evitare problemi di coordinamento e trarre il massimo beneficio dalle risorse e capacità disponibili. In questo contesto, l’intervento della PC deve essere richiesto dalle autorità competenti e non può che seguire le direttive da queste impartite, proprio per assicurare il massimo livello di coordinamento e sinergia.
Il ruolo della Protezione Civile potrebbe collocarsi prevalentemente nelle fasi della gestione del post-emergenza e, se possibile, della prevenzione. A seconda delle circostanze, la PC potrebbe essere coinvolta per svolgere una gamma di compiti specifici, come il salvataggio, lo sgombero e l’assistenza degli scampati dall’evento; il presidio degli spazi e il diradamento e sfollamento dei presenti; l’assistenza di supporto alle forze in prima linea; l’aiuto alla messa in sicurezza di edifici danneggiati. Di particolare interesse potrebbe essere la partecipazione attiva al processo di comunicazione dell’emergenza, grazie alla presenza capillare sul territorio che la PC può vantare. Queste attività di intervento presentano elementi diversi da quelli che caratterizzano l’operato tradizionale della PC e per questa ragione richiedono una formazione adeguata e mirata.
In conclusione, appare evidente che il tema del coinvolgimento della PC nell’ambito di disastri causati da attacchi terroristici merita attenzione, specialmente nella presente fase storica.

The awareness campaign called Illustrissimo Castello, realized in Crotone in 2014-2015 by the cultural associations of " Gettini di Vitalba " and " Sette Soli " , to solicit the population to wake up to the big cultural value of Charles V castle through the proud claim of it. The local government and the Ministry wanted to relocate the Archaelogical Museum altering its physiognomy. Due to the stability problems of the castle, this project was attacked through free guided tours for months and an aggressive Press campaign to obtain its renunciation by the Ministry itself. Some volunteers, through a detailed study of the documents of the extant structures, worked out a 3D reconstruction of the western side of the fortress, partially preserved to this day.

Il regime fiscale degli Enti del Terzo settore è cambiato nel tempo, agevolazioni e criteri
previsti per le Onlus ora sono stati modificati dal D.lgs. 117/2017 che ha riordinato le previsioni per Odv e Aps. L’articolo, si concentra sulla distinzione e sui parametri fiscali previsti relativi alle attività erogate dagli Enti del Terzo Settore. La decommercializzazione fiscale prevede specifici criteri relativi al modo in cui l'attività deve essere svolta. La determinazione forfettaria del reddito d’impresa con il regime forfettario per gli enti del terzo settore prevede percentuali di redditività da tenere sotto controllo. Le organizzazioni di volontariato, gli enti filantropici e le associazioni di promozione sociale prevedono regimi particolareggiati.
Abstract eng: The tax regime of third sector entities has changed over time; benefits and criteria for non-profit organizations have now been changed by Legislative Decree 117/2017, which reorganized the forecasts for voluntary organizations and social promotion associations. The article focuses on the distinction and tax parameters provided for the activities provided by third sector entities. Tax decommercialization provides specific criteria relating to the way in which the activity must be carried out. The flat-rate determination of business income with the flat-rate regime for third sector entities provides for profitability percentages to be kept under control. Voluntary organizations, philanthropic bodies, and social promotion associations have detailed arrangements.

VERSIONE AGGIORNATA - Slides dell'introduzione al Convegno celebrativo "Cinque mesi, quindici anni, una Comunità civica, una prospettiva: verso un progetto “aperto” di Archeologia Pubblica per Pontelandolfo e il suo Territorio", Pontelandolfo 28/09/2019

L'emergenza sanitaria legata al Covid19 ha costretto il volontariato ad un brusco passo avanti sul piano dell'uso delle tecnologie della comunicazione, sia per continuare a seguire le persone fragili, sia per comunicarsi. Nell stesso tempo, anche i media mainstream sono stati spinti ad un nuovo interesse nei confronti del volontariato. Tutto questo cambierà il rapporto tra volontariato e comunicazione?

L’istituzione del Registro unico nazionale del Terzo settore costituisce una delle novità di maggiore momento della riforma, sia in quanto l’iscrizione in tale Registro è condizione necessaria per l’acquisto della qualifica di ente del terzo settore — costituendo altresì una via per il conseguimento della personalità giuridica alternativa a quella disciplinata dal d.P.R. n. 361/2000 — sia per l’efficacia dichiarativa e la portata in termini di riorganizzazione del sistema di registrazione degli enti e degli atti di gestione rilevanti.