Gonzaga

Ampio studio dedicato in primis al coccodrillo impagliato che si conserva nel santuario della B. V. delle Grazie in Curtatone, presso Mantova, e poi a tutti gli esemplari di coccodrilli imbalsamati all'interno delle chiese di tutta Europa.
Mistero, paura e attrazione sono i sentimenti di quanti si trovano ad osservare il coccodrillo appeso alle volte del santuario della Beata Vergine delle Grazie di Curtatone (Mn). A partire da questa presenza in un luogo di devozione dedicato alla Madonna e retto per secoli dai Francescani, l’autore ha iniziato una ricerca pluriennale che lo ha portato a una vera e propria “collezione” di rettili (tra queste pagine se ne contano almeno sessantacinque). Alcuni di questi sono perduti mentre altri sono ancora presenti, sul territorio italiano ma non solo. L’autore affronta infatti un viaggio che attraversa altri stati europei come Portogallo, Spagna, Francia, Austria, Repubblica Ceca e Belgio ed è
a questo punto che si dipana un fil rouge di similitudini e ricorrenze, di gesta eroiche e di dediche ex voto, tra folklore, Wunderkammer e antichi percorsi di fede. La contrapposizione tra la figura della Madonna e i coccodrilli collocati nelle chiese è allora una continua sfida apocalittica e una lotta tra la Vergine e il drago, tra la salvezza e la perdizione. Agli occhi degli umili e dei sapienti sarà allora chiaro che il male uscirà sconfitto, il più delle volte per mano di un giovane, di un eroe illuminato e sorretto dalla grazia celeste.

This thesis examines intercultural perceptions between Americans and Mexicans, and the etymology/implications of the term gringo. Whereas most investigations have focused on the Hispanic experience within the United States, this research asks participants to create a cultural casting of the typical gringo. Historical events combined with current academic literature in intercultural communication theory examine these stereotypes and their implications in a rapidly merging, or mutually integrating society, consisting of the United States and Mexico. The thesis surveys modern Mexican attitudes in regards to their North American neighbors with emphasis on Stella Ting-Toomey’s identify negotiation and face theories. More importantly, the study focuses on the etymology, historical usage and modern implications the word gringo entails in today’s modern Mexico.

Saggio realizzato con Andrea Mariano Bottoli e dedicato alla ricostruzione del palazzo Gonzaga di Maderno,  ai suoi riferimenti storici e alle prime evidenze storico-artistiche in seguito al recente restauro.

P. Bertelli, A. M. Bottoli, Sul Palazzo Gonzaga in Maderno, in Sul lago di Garda tra passato e futuro. Le Arti, atti dei convegni promossi dall'Ateneo di Salò onlus nel 450° di fondazione, Rende (Cs), Liberedizioni, 2018, pp. 39-54.

Convegni tenutisi a Torino e a Mantova durante le manifestazioni per ricordare il passaggio del Monferrato dai Gonzaga ai Savoia. I saggi qui pubblicati intendono ripercorrere alcuni dei momenti che caratterizzarono quel periodo storico: dall'analisi del complesso quadro politico europeo ad un'analisi tesa a meglio sviscerare la complessa e controversa figura di Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers, dall'interessante e corposa iconografia del duca e delle sue consorti, fino a giungere alla sua autopsia attraverso la lettura di un documento di notevole valore storico e scientifico, il tutto completato da un contributo sulla monetazione dell'ultimo periodo dell'esistenza autonoma del Ducato di Mantova e di Monferrato. La lettura dei testi aiuterà a meglio comprendere il significato di quel 1708, anno che rappresentò il momento culminante del lungo processo sabaudo teso all'assimilazione del Piemonte orientale, fondamentale punto di partenza per il successivo processo di unificazione italiana che sarà ricordato il prossimo anno in occasione del suo 150° anniversario.

Nelle lettere dell’Archivio Gonzaga si trovano descrizioni dettagliate di palazzi, ville e giardini che possono generare veri e propri modelli per gli architetti impegnati nelle sale di Palazzo Ducale. Un documento inedito inviato a Mantova nel 1578 descrive il Palazzo Farnese di Caprarola poco dopo la visita di papa Gregorio XIII. Dimora del cardinale Alessandro Farnese il Giovane (1520-1589), l’edificio era stato costruito dall’architetto Jacopo Barozzi da Vignola e affrescato dai fratelli Taddeo e Federico Zuccari. La lettera presenta, con dovizia di particolare, le sale affrescate e i soggetti dei dipinti che certamente sono stati tenuti in considerazione dal duca Guglielmo Gonzaga, impegnato nello stesso momento nella ristrutturazione dell’Appartamento di Corte Vecchia in Palazzo Ducale, dove si colgono elementi di confronto con il palazzo dei Farnese.

"""Isabella d’Este Archive (IDEA) is a work-in-progress: an online, open-access, interactive resource for the study of early modern culture through the correspondence and  collecting of one of the most important female figures of the Italian Renaissance, Isabella d’Este (1474-1539), Marchesa of Mantua and consort of Francesco II Gonzaga.

Granddaughter of King Ferdinand I of Naples, daughter of Duke Ercole d’Este and Duchess Eleonora d’Aragona of Ferrara and wife of Marchese Francesco II Gonzaga, Isabella co-governed the strategically key court of Mantua for forty-nine years, first with her husband and then with her son. These were years in which much of Europe was warring over the Italian peninsula, in which navigation and exploration were making Europeans conscious of a wider world than they had known existed, and in which Italy was embroiled in artistic, scientific, and economic revolutions that defined the sixteenth century. Isabella d’Este was both an observer and a participant in the momentous developments known as the Italian Renaissance. In addition to her high profile as a governing co-regent, she was famous among her contemporaries for collecting art, antiquities, and books; engaging with contemporary writers; sponsoring and performing new music; planning gardens; operating a perfume and cosmetic pharmacy; traveling and conducting diplomacy; designing clothing; raising animals; and more. The expanse of Isabella d’Este’s activities included contacts far and wide, high and low in early modern society, from emperors to slaves, from criminals to holywomen.   








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Il contributo indaga le sepolture dei Gonzaga all'interno del Duomo di Mantova, con attenzione alle testimonianze materiali ed artistiche. Un focus particolare è dedicato alla tomba di Ferrante Gonzaga, compresa la ricostruzione fisionomica secondo il protocollo di Manchester del volto del duca di Sabbioneta realizzata da Gabriele Mallegni nel corso di un'indagine condotta dall'autore, da Francesco Mallegni, Emmanuele Petiti, Elena Bedini e Barbara Lippi.

Il saggio è dedicato, nel 450° dalla morte, all'iconografia di Giulia Gonzaga, tema ricco di spunti interessanti ma non sempre affrontato con scientificità e metodo. Dopo una prima parte nella quale si tratta di alcune effigi, di particolare pregio, di Guglielmo Gonzaga, l'immagine di Giulia viene descritta tipologicamente, e con la presentazione di diverse novità.

P. Bertelli, Giulia Gonzaga (1513-1566): l’immagine di una signora del Rinascimento. Un approccio iconografico, «Atti dell'Accademia Roveretana degli Agiati», CCLXVI ANNO ACCADEMICO (2016), ser. IX, vol. VI, A, pp. 25-48.

Saggio pubblicato negli atti dell'Accademia Roveretana degli Agiati,  che concretizza la conferenza tenuta nel maggio 2004 presso la Galleria Nazionale di Praga. Il testo è dedicato ai rapporti tra Mantova e Praga e si focalizza intorno alla spedizione di Vincenzo I Gonzaga in Ungheria superiore nel 1595 per combattere i Turchi. Qui il duca di Mantova riuscì a sedare la rivolta della cavalleria imperiale e a prendere la rocca di Vicigrado, dove i nemici si arresero al "pascià" di Mantova. Alla spedizione prese parte anche il musico Claudio Monteverdi, mentre per l'occasione fu realizzato i piccolo reliquiario, ora conservato al Museo Diocesano di Mantova, del Preziosissimo Sangue di Cristo.

Il saggio è dedicato all'iconografia di Carlo I Gonzaga Nevers e della sua famiglia, con particolare attenzione all'erede “mancato”, ovvero il figlio di Carlo di Rethel, a sua moglie Maria Gonzaga e alla loro figlia, l'imperatrice Eleonora Gonzaga Nevers, ma anche ad importanti altre figure che compaiono tra le figlie dell'ottavo duca di Mantova, come, ad esempio, Maria Luisa Gonzaga Nevers, regina di Polonia. La galleria iconografica così strutturata raccoglie numerosi inediti e correzioni di riconoscimenti, ristabilendo nel contempo la successione e lo sviluppo dei modelli cui si riferiscono i vari ritratti.

tova per l'adesione e il sostegno all'iniziativa Il gruppo del Progetto di ricerca ringrazia per la fattiva collaborazione e la squisita accoglienza la Fondazione Magnani Rocca (Mamiano di Traversetolo, Parma) che ha consentito lo studio e la realizzazione della campagna documentaria e diagnostica sul frammento della Pala della Trinità di loro possesso © 2017 Fotograie e fotoriproduzioni su gentile concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova A norma della legge sul diritto d'autore e del codice civile, è vietata la riproduzione, totale o parziale, di questo volume in qualsiasi forma, originale o derivata, e con qualsiasi mezzo a stampa, elettronico, digitale, meccanico per mezzo di fotocopie, microilm, ilm o altro, senza il permesso scritto dell'Editore © Universitas Studiorum S.r.l. -Casa Editrice via Sottoriva, 9 -46100 Mantova (MN) P. IVA 02346110204 tel. 0376 1810639

Nella basilica di Santa Caterina d'Alessandria in Galatina esiste un affresco che rappresenta i Santi protettori di Bisceglie. L'affresco, della seconda metà del XV sec., presenta due stemmi che permetterebbero di individuarne la committenza dello stesso. E' stato realizzato da Giacomo Bellanti, un miniatore galatinese che era al servizio dei Gonzaga.

The classification currently proposed for the silver coins with a diameter of 40-45 mm issued by the mints of Mantua and Casale Monferrato shows important limits. It can be demonstrated that the names of "ducatone", "tallero" and "scudo" have often been assigned by the previous authors arbitrarily, without a critical analysis of numismatic and archival documentation. A more careful consideration of the available documents allows now to propose an accurate denomination for almost all these coins and a clear position in the monetary systems of the Duchies of Mantua and Monferrat.

Thanks to a recent identification in the deposits of the Museo Capodimonte,  Naples, of a portrait copy of Rodomonte Gonzaga by Daniele da Volterra from Sebastiano del Piombo, it is possible to assign an identity to the Man in armor of the Wadsworth Atheneum in Hartford, CT.  This famous portrait by Sebastiano, representing the imperial captain Alvise Gonzaga, known as Rodomonte for his bravery during the Sack of Rome, should now be dated around  the third decade of the century, considering the biographical data of Rodomonte, born in 1500. The historical relevance of this representative of the Gonzaga, who aimed at that time at an important marriage with Isabella Colonna, daughter of Vespasiano, countess of Fondi and duchess of Traetto, is here reconstructed according to the occasion for a marriage portrait.  The new chronology is also motivated through stylistic comparisons with other Sebastiano's portraits of the 1530's.

La comunità ebraica di Mirandola, la capitale dei Pico, sembra per la prima volta documentata sulla metà del Quattrocento, e nel corso del secolo successivo appare composta da famiglie spesso provenienti da Mantova o dal mantovano. Così, è documentato in Mirandola nel 1556 Giacobbe fu Bonaventura da Castiglione, "haebraeus de Mantua et habitans Mirandulae"; e sul finire del Cinquecento è attivo con un banco feneratizio Laudadio da Norsia, esponente di un'importante famiglia residente a Mantova, ove possedeva anche una sinagoga. Le fonti riferiscono che il quartiere ebraico di Mirandola era attestato sulle contrade dette del Ghetto e Messora, denominate dal 1865 via Milazzo e via Marsala. Al ghetto si accedeva dalla piazza antistante al Castello, odierna piazza Costituente, passando sotto il lungo voltone tuttora aperto nei portici dell’antica Casa Tosatti. L'insediamento aveva sagoma pressoché triangolare, come incuneato nel tessuto urbano a fronte del Castello, che nei percorsi curvilinei palesa l'ascendenza medievale. Al centro dell'agglomerato si presentava un piccolo slargo con fontana, “piazzale del Ghetto”, a dare un pur minimo respiro di spazio alla doppia schiera di case.Tuttora le vie Milazzo e Marsala rivelano le tracce del loro passato, con arcate in laterizio degli antichi portali, basamenti a scarpa con cordolo, resti di un loggiato. Come a Mantova, a Modena, a Carpi, a Finale, a Reggio, anche il quartiere ebraico di Mirandola si attestava in prossimità degli spazi cittadini centrali, in questo caso della piazza del Castello; sembra anzi che, come a Novellara, a Scandiano e in altre sedi signorili, la vicinanza degli ebrei alla dimora del principe - qui, i conti Pico, dal 1617 duchi - si spiegasse anche con la volontà di porsi sotto la diretta tutela dell'autorità. Fra le personalità di questa comunità ebraica, i noti zecchieri Giacobbe Padova, convertitosi come Giovan Francesco Manfredi, ed Elia Teseo, al servizio del duca Alessandro I e del suo successore Alessandro II.

"Questo libro, dedicato ai rapporti tra la corte di Mantova e Roma, fa parte di una collana che ripercorre attraverso l’edizione di fonti, carteggi, repertori e inventari la genesi delle collezioni artistiche dei signori di Mantova: una documentazione d’epoca eccezionale, che getta luce sul mecenatismo della famiglia Gonzaga, offendo parimenti uno spaccato di storia italiana tra Cinquecento e Seicento.
I volumi, promossi dal Centro Internazionale d’arte e di cultura di Palazzo Te e da Silvana Editoria, sono corredati da indici, glossari e tavole illustrate.

This book, which is focused on the relationships between the courts of Mantua and Rome, is part of a series that goes along the genesis of the Masters of Mantua’s artistic collections through the publication of sources, correspondence, index, inventories: an exceptional period documentation, throwing light on the family Gonzaga’s patronage, offering at the same time a cross-section of the Italian history between sixteenth and seventeenth century. The volumes, promoted by the Centro Internazionale d’arte e cultura di Palazzo Te and by Silvana Editoriale, are equipped with index, glossaries and illustrated plates."

The 2006 technical examination and conservation treatment of the National Gallery of Victoria’s Profile portrait of a lady, c. 1465 (fig. 1), has served as an essential prerequisite towards the reassessment of this painting via technical and stylistic aspects of the work. We are now well placed to further enrich our understanding of it – including a possible dating and origin of the portrait – through a more detailed study of the highly distinctive clothing and adornment worn by the sitter

Delle relazioni tra i Gonzaga e i papi, nel secondo e nel terzo decennio del Cinquecento Baldassar Castiglione fu certamente uno dei principali promotori. Il conte mantovano divenne, dopo la sua feconda esperienza urbinate, una presenza assidua nel circolo artistico e letterario formatosi presso la corte di Leone X e si affermò come gentiluomo letterato e amante dell'arte, sodale di Raffaello e di Bembo. La lettera a Leone X, elaborata in collaborazione con Raffaello, 1 rappresenta la testimonianza dell'ambiente in cui Castiglione maturò il suo ideale artistico e letterario: la Roma di papa Leone fu il contesto estetico e culturale, quanto Urbino la cornice storica e memoriale, da cui scaturì il Dialogo del Cortegiano con la sua matrice sia classicheggiante che cortigiana.

Cantare la santità negli anni di Sisto V (1585-1590) * Un'ulteriore conferma dell'importanza cruciale del pontificato di Felice Peretti per le dinamiche di canonizzazione e venerazione dei santi andò per me delineandosi nel corso delle fasi preparatorie del mio studio sulle Sacre lodi a diversi santi, un libro di madrigali spirituali di Giovanni Giacomo Gastoldi edito a Venezia da Ricciardo Amadino nel 1587. 1 Lungi dal voler proporre una panoramica della produzione madrigalistica spirituale durante il pontificato di Sisto V -che oltretutto si legge nella seconda appendice all'importante lavoro di Katherine Powers 2 -intendo invece ribadire alcuni aspetti legati all'idea stessa di venerazione dei santi che ebbi modo di trattare in quella monografia e avanzare qualche ulteriore considerazione circa le strategie "controriformistiche" attuate nel periodo specificato: tutto ciò attraverso la straordinaria lente delle Sacre lodi, appunto, che per la loro singolarità e il loro ventaglio di significati, * Questo saggio attinge a materiale originariamente esposto nell'intervento dal titolo Santi e musici: il papato di Sisto V (1585-1590) da me presentato al Convegno Internazionale di Studi «Pietosi affetti: il madrigale spirituale nell'Italia del Cinquecento», organizzato dall'Associazione "Il Saggiatore musicale" e svoltosi a Venezia presso la Fondazione Cini nei giorni 30-31 ottobre 2000, i cui atti sono in preparazione per i tipi di Olschki a cura di Paolo Cecchi. Ringrazio Simon Ditchfield per i numerosi consigli.

Parziale edizione di due antichi inventari dell’archivio familiare della famiglia feudataria di Giovinazzo. Ripercorrendo le vicende della cittadina pugliese dal momento dell’acquisto da parte del Principe di Capua nel 1521 fino alla vendita della stessa alla famiglia genovese dei Giudice, attraverso l’analisi dei documenti conservati per la maggior parte presso l’Archivio di Stato di Parma, vengono menzionati eventi accaduti nella cittadina pugliese durante il dominio dei Gonzaga.

Il saggio prende in esame le visite dei pontefici nel corso dei secoli al santuario della B. V. delle Grazie, da quelle accuratamente documentate tra tardo Medioevo ed età moderna, quale quella di Pio II, fino a quella, recentissima, di Giovanni Paolo II nel 1991.

Il saggio è dedicato ad alcuni ritratti gonzagheschi o di personaggi mantovani individuati in Trentino e in Alto Adige. Una lunga riflessione è rivolta intorno all'effigie di Alfonsina Gonzaga di Novellara, seconda moglie di Giannangelo Gaudenzio Madruzzo, con il confronto di diverse immagini relative alla sua possibile fisionomia. Sono quindi presentati alcuni ritrattini provenienti da Villa Margone, e, infine, si dà conto delle opere trentine e bolzanine esposte alla Mostra Iconografica Gonzaghesca tenuta a Mantova nel 1937.

"Questo libro, dedicato ai rapporti tra la corte di Mantova, la corte di Parma e Bologna, fa parte di una collana che ripercorre attraverso l’edizione di fonti, carteggi, repertori e inventari la genesi delle collezioni artistiche dei signori di Mantova: una documentazione d’epoca eccezionale, che getta luce sul mecenatismo della famiglia Gonzaga, offendo parimenti uno spaccato di storia italiana tra Cinquecento e Seicento.
I volumi, promossi dal Centro Internazionale d’arte e di cultura di Palazzo Te e da Silvana Editoria, sono corredati da indici, glossari e tavole illustrate.

This book, which is focused on the relationships between the courts of Mantua and Parma and the city of Bologna, is part of a series that goes along the genesis of the Masters of Mantua’s artistic collections through the publication of sources, correspondence, index, inventories: an exceptional period documentation, throwing light on the family Gonzaga’s patronage, offering at the same time a cross-section of the Italian history between sixteenth and seventeenth century. The volumes, promoted by the Centro Internazionale d’arte e cultura di Palazzo Te and by Silvana Editoriale, are equipped with index, glossaries and illustrated plates."

N ella sua lunga carriera di studioso di cose mantovane, Clifford malcolm Brown ha sempre mantenuto lo sguardo aperto a tutte le produzioni culturali. per questo, credo, sarebbe stato interessato a conoscere il contenuto delle biblioteche di due intellettuali di notevole rilievo come Battista Fiera (mantova 1460/61-1540) e Giovanni Benedetto Lampridio (Cremona 1478 -mantova 1540), che vissero tra l'altro a stretto contatto con gli ambienti artistici della corte gonzaghesca. Entrambi morirono nel 1540 e due elenchi postumi dei loro libri, per qualche strano ghiribizzo della fortuna, sono conservati nella medesima busta dell'archivio notarile depositato presso l'archivio di stato di mantova 1 .

Il contributo è parte del volume che racchiude gli atti del convegno di studi dedicato a Marco Boschini: E. M. Dal Pozzolo, P. Bertelli (a cura di), Marco Boschini. L'epopea della pittura veneziana nell'Europa barocca, atti del convegno di studi (Verona, Università degli studi, Dipartimento TeSIS; Museo di Castelvecchio, 19-20 giugno 2014), Treviso, Zel Edizioni, 2014, pp. 222-241. Questo saggio indaga l'enorme villa che i Gonzaga avevano a Maderno; qui si presentano alcune indagini archivistiche e storico artistiche con spunti inediti

Introduzione; Mantova: il paesaggio dei laghi e i giardini urbani gonzagheschi; Il territorio circostante i laghi di Mantova: il paesaggio periurbano e i "nobilissimi" giardini dei "palagi da delitie" dei Gonzaga dominanti; L'Alto Mantovano e i territori circostanti il Po: il paesaggio collinare e di pianura e i giardini di castelli e palazzi dei Gonzaga.