Giuseppe Garibaldi

Come abbiamo visto citando Marx, ciò che è dato per un paese è dato per il mondo intero, è solo una questione di tempi. Va da sé che bisogna tener conto del grado di sviluppo di una società per spiegare analogie e differenze. Essendo l'Italia il più antico paese capitalistico, la sua borghesia era già decrepita quando riuscì finalmente a contrastare le forze internazionali che impedivano l'unificazione nazionale. Quest'ultima non era ancora completata che già si manifestavano in pieno le peculiarità di questa classe dominante trafficona, corrotta, politicantesca e completamente succuba del capitale. Tenendo conto del ripetersi storico da tragedia in farsa, questo retaggio storico è ben rappresentato dal quindicennio del partito berlusconiano con i suoi presunti nemici, in realtà simbiotici rappresentanti di un governo unico del capitale. Specie fuori d'Italia, sembra che sia difficile capire la genesi di questo fenomeno sociale. I commenti sono per lo più improntati a stupore che possa accadere. Eppure non solo accade, ma si generalizza, dato che non si contano i casi di governi che, in modo più o meno sbracato o clownesco, si dimostrano stupidi strumenti del capitale. Devono essere stupidi per svolgere la loro funzione.

Giuseppe Garibaldi’nin iki yüzüncü doğum senesi, iki âlemin kahramanının görüntü ve yapıtı hakkında ciddi bir tartışma ortamı yaratılmasına fırsat verdi. Zamanın geçmesi ve pek çok siyasal görüşlerin değişmesi neticesinde efsanenin son bulması üzerine bu zatın şimdi kişiliği ve yapıtı üzerine daha gerçekçi bir biçimde ciddi bir şekilde eğilebiliriz. Evrensel değerleri sebat ve uygunluk içinde savunduğu kadar İtalya için olmasa bile tam bir
hümanizmaya sahip olduğu görülen bu vatan babası veya babalardan birisinin kim olduğu da şimdi daha iyi anlaşılabilir. Gençliğinin ilk yılları üzerinde çalıştığımız zaman onun anılarında bu duruma pek fazla bir yer vermediğini görüyoruz ve araştırmacılarda bunun sonradan pek fazla bir değeri olmadığını gördüler. Ziyaret ettiği mahalleri,
karşılaştığı insanları, yaşadığı âlemi incelemeye başladığımız zaman, onun gelişmesi ve kişiliğine dair ilgi çekici bazı şeyler keşfedebiliriz. 1807 senesinde dünyaya gelip de, bir takım ihtilalci hareketlere girişmesi üzerine 1834 senesinde idam cezasına çaptırılmasından sonra sürgüne gitmeye zorunlu olmasından dolayı, aradan geçen zamanın ne kadar önemli olduğunu görmek gerçekten bizi hayrete düşürüyor. Böylece onun gerçek yaşam öyküsünün bu noktada başladığını söyleyebiliriz. Fakat bu delikanlı Rio de Jenerio şehrine geldiği zaman henüz otuz yaşında idi. Yirmi seneden beri
ismi duyulmakta olan Mazzini’nin gençliği ile hiçbir ilgisi yoktu

Colpa del Risorgimento che vedrà insieme due garibaldini, Rocco Ricci- Gramitto e Stefano Pirandello, se Pirandello avrà i natali nella zona del caos tra Girgenti e Porto Empedocle. Sarà infatti in occasione della sfilata a Girgenti dello stivale insanguinato che Garibaldi regalerà a Rocco Ricci- Gramitto, se Stefano Pirandello conoscerà la sorella del commilitone Rocco della quale si invaghirà. Di lì avrà inizio il soggiorno involontario di Pirandello su questa  terra.

La stesura dell’inventario del fondo dell’Archivio notarile di Monterotondo, conservato presso l’Archivio di Stato di Roma, ha permesso di individuare in modo imprevisto, all’interno di protocolli notarili, i due inventari dei beni del Palazzo qui pubblicati per la prima volta. Alcuni, invece, erano già noti attraverso le citazioni del fondamentale lavoro di P. N. Pagliara oppure nella trascrizione a cura del Centro Regionale di Documentazione o ancora nella parziale edizione di M. Aronberg-Lavin incentrata sulle opere d’arte. Si propongono ora nove inventari completi compresi tra il 1636 e il 1868 non privi di elementi sorprendenti come i 216 quadri che elencano. La funzione che gli oggetti dovevano ricoprire, sia pure intesi nell’accezione precisa di “bene”, doveva essere importante se ha determinato il proliferare di elenchi e istrumenti notarili che li fissano, restituendone parte del significato. Il rapporto tra l’uomo del passato e l’oggetto era più significativo di quello del contemporaneo espresso attraverso il consumo, che ne condiziona utilizzo e possesso, per cui la “dignità legale” del bene si restringe al solo oggetto di valore, mentre, nel Seicento e nei secoli successivi, gli elenchi presentano oggetti che per noi sarebbero assolutamente trascurabili. Il loro passaggio da un individuo all’altro implicava il perdurare del significato simbolico dell’appartenenza, confermata negli anni e quindi potenziata nel valore. Il senso di questa proiezione temporale si coglie nel Palazzo di Monterotondo quando certi oggetti si ritrovano nello stesso posto pur nella rovina cui sono arrivati. Le figure di coloro che li hanno posseduti sono state delineate nella loro concretezza umana e istituzionale: Orsini, Barberini, Grillo, Borromeo-Arese, fino ai Boncompagni-Ludovisi. Ne deriva un’evidenza del feudo e del Palazzo all’interno del quadro storico generale, con un rilievo a tuttotondo che li trae da quel cono d’ombra nel quale erano scivolati. Il cambiamento, che nel corso dei secoli l’edificio andrà assumendo, lo porterà da simbolo del potere baronale degli Orsini, per cui era stato edificato nel medioevo, a sede dell’amministrazione municipale. Un percorso lungo col quale ha attraversato la splendida stagione del barocco romano, come luogo privilegiato della famiglia Barberini, il XVIII secolo dei ricchi genovesi Grillo, declinando poi velocemente con i Boncompagni-Ludovisi verso un utilizzo in cui non erano più necessari gli apparati, per arrivare ad acquisire la sobrietà della piena valenza di Palazzo civico.

A new biography of Giuseppe Garibaldi to show how the myth has fabricated a character that never existed. This biography analyses his life, his works, and his writings to see how he expressed a new ideology that, later on, will become national socialism. A short description of the evolution of this ideology after his death up to the birth of the first national socialist regimes.

Seven Italian volunteers decided on 29 July 1914 to join the Serbian army respond- ing to a proclamation made by the son of Giuseppe Garibaldi, Ricciotti. They were Repub- licans and Anarchists, and saw their engagement as the advance party of Italian volunteers that would eventually force Italy to join the ranks of Entente in order to accomplish the last phase of the Italian Risorgimento by liberating, Trento and Venezia Giulia with the city of Trieste. Unfortunately five of them died in the fist fight they engaged in on Drina river, while the last two returned soon afterwards to Italy. Nevertheless, their memory was honoured as the first Italian participants in the Great War and as the tangible proof of the Italian engagement in favour of Serbia, and later Yugoslavia.

Une nouvelle biographie de Giuseppe Garibaldi pour montrer comme le mythe ait produit un personnage qu'il n'a jamais existé. Cette biographie analyse la vie, les oeuvres, la pensée du personnage pour montrer comme sa personne ait exprimé une nouvelle idéologie que par la suite il deviendra le nazional socialisme. Une brève description de l'évolution de cette idéologie après la mort de Garibaldi jusqu'à la la naissance des premiers régimes Nazi-fascistes.

Una nueva biografía de Giuseppe Garibaldi para enseñar como el mito haya construido un personaje que no ha existido nunca. Esta biografía analiza la vida, las obras, el pensamiento del personaje para enseñar como a su persona haya expresado una nueva ideología que se convertirá sucesivamente en el nazional socialismo. Una breve descripción de la evolución de esta ideología después de la muerte de Garibaldi hasta el nacimiento de los primeros régimenes Nazi-fascistas.

I l monumento equestre di Antonio Garella dedicato a Giuseppe Garibaldi ha segnato la storia e l'immagine della città della Spezia, malgrado non siano passati neppure cento anni dal momento della sua realizzazione, un'età non tanto vetusta per un bronzo di questo genere. La sua mole e soprattutto la sua azzeccata collocazione, all'incrocio dei rettifili di corso Cavour e di viale Mazzini, e il suo forte valore simbolico hanno fatto sì che la statua si sia imposta alla percezione visiva costituendo un ombelico plastico che ha attratto, sin da principio, tutti i fotografi professionisti e dilettanti, tutti i visitatori abituali e casuali della città, tutti i bambini che ne hanno fatto il luogo privilegiato dei loro giochi e delle foto scattate dai genitori, tutti i marinai di leva, che un tempo si facevano immortalare sotto il cavallo, divenendo così in breve tempo e senza nessun progetto di marketing urbano il maggior simbolo cittadino.Tutto ciò come fatto di cronaca e di costume, al di là dell'intenzionalità patriottica e artistica dell'opera in questione che, come vedremo, aveva richiesto un impegno straordinario da parte delle associazioni popolari e operaie che l'avevano desiderata e deliberata.

La fine del Regno delle Due Sicilie è uno dei momenti cruciali della storia dell'Italia contemporanea. La sua rilettura è un efficace contributo al dibattito in corso sull'implosione delle monarchie borboniche e la creazione di nuovi Stati nel mondo atlantico e mediterraneo. Crisi di legittimità, guerre civili, costruzione di edifici nazionali sono fenomeni che consentono di ripensare anche l'unificazione italiana, verificando vecchie e nuove fonti, proponendo elementi di aggiornamento storiografico. In questa direzione, l'articolo utilizza quarantacinque volumi di memorie, scritti da nazionalisti unitari o da lealisti borbonici, tutti meridionali, tra il 1860 e il 1903 1 .

Esta investigación surge con el objetivo indagar y profundizar en la temática del inicio y desarrollo del pensamiento nacionalista en la cultura occidental y su influencia en la creación musical de la época (siglo XIX); tomando como análisis de caso al compositor italiano Giuseppe Verdi y su ópera Nabucco, dentro del escenario de la unificación de la península itálica. La investigación profundiza en la temática del nacionalismo y uno de sus autores destacados, Johann Gottfried von Herder y resalta los eventos históricos significativos que dieron paso a la creación de los idearios nacionales en la Europa del siglo XIX y en especial el italiano. En la época del Romanticismo, debido a las invasiones napoleónicas, Europa sufrió una consolidación del sentimiento nacionalista. Filósofos como Herder abandonan la idea ilustrada del hombre universal por la idea del hombre local, poniéndose un énfasis en la investigación de cada aspecto cultural de cada nación. En Italia el movimiento nacionalista tendría a dos filósofos como figura central: Giuseppe Mazzini y Vincenzo Gioberti. Estos crearían el marco ideológico para fundamentar la causa unionista, y crear un esquema de Estado que sirviera a los intereses nacionales. Asimismo, la investigación toma como caso de análisis a Giuseppe Verdi, y su ópera Nabucco, debido a su cercanía temporal con el proceso de unificación italiana, como por el carácter nacionalista que se encuentra dentro de la obra.

Garibaldi was the most famous member of Italian 19th century Freemasonry and he even went on to earn the title of Grand Master. During the last period of his life and after his death (1882), Freemasonry was one of the most active supporters of the myth of Garibaldi. The memory of the hero was celebrated yearly with pilgrimages to Caprera, commemorations on June 2, and by honoring statues and memorial stones of Garibaldi. Moreover, between 1882 and 1925, when the Masonic organizations were outlawed by the fascist regime, more than thirty lodges named Garibaldi had been established in Italy and abroad. Freemasonry stressed the fact that Garibaldi represented the perfect embodiment of Masonic ideals: patriotism combined with universal brotherhood, faith in progress and the rejection of all forms of obscurantism, liberty, tolerance, lay spirit and humanitarianism. Thus, while honoring the hero, the commemorations' symbolic impact was also a means to recruit members for the Masonic cause and to counter the attacks from its historical enemies, headed from the Catholic Church. Moreover, emphasis on the figure of Garibaldi gave Freemasonry the opportunity to improve its own image, to demonstrate its strength and to present itself as a major actor on the national public stage.

Luciano Bianciardi dedicò a Giuseppe Garibaldi una lunga e appassionata riflessione che scorre sotterranea sin dalle letture giovanili lungo l'intera sua opera, per affiorare emblematicamente nella sua ultima pubblicazione ("Garibaldi", 1972).

Solo dopo decenni di tentativi infruttuosi, nel 932, fu portata a compimento l'iniziativa di erigere a Roma un monumento dedicato a una delle più celebri ed emblematiche eroine del Risorgimento, la moglie brasiliana e compagna di battaglie di Giuseppe Garibaldi Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, meglio conosciuta come Anita e anch' essa in grado di meritarsi l'appellativo di "eroina dei due mondi". L' opera, uno degli ultimi grandi monumenti eretti ai protagonisti della vicenda risorgimentale, era anche l' esito controverso della tarda maturità di uno scultore dalle radici figurative saldamente ottocentesche come Mario Rutelli, che in un linguaggio tuttavia pienamente appropriato alla tradizione specifica del monumento risorgimentale risolveva in termini figurativi efficaci il significato dell' opera, esprimente il mito dell'indomita combattente e della madre, grazie all'ardita mossa dell' originale statua equestre e agli incredibili simboli iconografici dell'amazzone moderna -ma derivati dalla realtà storica o almeno leggendaria -che con una mano sorregge il neonato Menotti e con l'altra impugna una pistola. Proprio a questa straordinaria carica simbolica avrebbe fatto ricorso Benito Mussolini, che si era assunto l' onere dell'iniziativa con i fondi di polizia appositamente messi a disposizione del capo del governo, per fare di questa realizzazione il momento centrale delle Celebrazioni garibaldine organizzate nel cinquantenario della morte del Generale e in coincidenza con il Decennale fascista: come l' occasione cioè per definire il rapporto tra l'ideologia fascista e la tradizione garibaldina. Nel celebre discorso pronunciato all'inaugurazione del monumento, preceduta dalla solenne ritualità del trasporto delle spoglie di Anita dal sepolcro di Nizza al cimitero genovese di Staglieno e quindi a Roma per essere inumate nella cella del monumento, Mussolini fece infatti il punto sull' eredità risorgimentale, proclamando il superamento del garibaldinismo e la trasformazione moderna dell'Italia fascista, come ha sottolineato Claudio Fogu, ma sancendo anche la sostanziale continuità tra le Camicie rosse e le Camicie nere, in termini che potevano recuperare dalle prime l'identità rivoluzionaria, patriottica e antiborghese, soprassedendo su quella democratica, libertaria e internazionalista . Fin dal 95 era sorto per iniziativa parlamentare il Comitato Nazionale per l' erezione di un monumento in Roma ad Anita Garibaldi, da inaugurare per il centenario della nascita di Giuseppe due anni più tar-

Although still ignored by studies, the images of Grand Tourists in Campania between the end
of 18th and the middle of 19th century are very precious to understand the developments of the
representation of the voyage in the Southern Italy. The UK ambassador William Hamilton has
been essential for the practice of portrait: he was able to use the view of the Gulf of Naples to
promote his image, his political prestige and also his collections of art. The Grand Tour portrait
became very important especially with German artists, like Kauffmann and Tischbein, friend and
guide for Goethe in the Southern Italy: they created the most powerful images of visitors in Campania
between antiquities and wild nature. But another form of representation, landscape, was
involved: in many works by Volaire illustrating the eruptions of Vesuvius is possible to find little
figures of astonishing tourists or curious people for the exceptional natural event. But also we can
find very often kings and queens in paintings showing the ruins of Pompeii and Paestum, lured
by the charm of the antiquities. The tourism – and the illustration of it – will change forever with
the coming of Garibaldi and the introduction of photography as new medium of representation.

Operational and tactical analysis of the Battle of Volturnus 1860 between Giuseppe Garibaldi's Esercito Meridionale and the troops of the Kingdom of Two Sicilies occurring around the river Volturno, in northern Campania, the 1st October 1860.

In the figurative history of the Italian Resurgence (Risorgimento), a special place is occupied
by the most famous and popular character of the time, Giuseppe Garibaldi, a true, skilled expert of photography
and its potentialities. During the Expedition of the One-Thousand (Spedizione dei Mille) in 1860,
his features and his deeds are immortalized on glass plates and on canvas by many photographers and
patriot-artists he met along the walk. And it is really the relationship between these two art forms, as well
as their mutual influence, which characterizes the brief but intense figurative production of the «Hero of
Two Worlds» during the most legendary episode of the Italian Risorgimento.

"Robert Lukenda untersucht in seinem Aufsatz die mediale Inszenierung einer weiteren Heldenfigur des 19. Jahrhunderts, jener des italienischen Freiheitskämpfers Guiseppe Garibaldi . Unter besonderer Berücksichtigung der identitäts- und medienhistorischen Kontexte am Übergang zur politischen Moderne wird die Konstruktion des wirkmächtigen Heldenmythos nachvollzogen und dabei auch Fragen nach Fiktionalität und Faktizität, nach Selbstvermarktung und Instrumentalisierung gestellt." (Katharina Helm, Jakob Willis: helden. heroes. héros, 2.2 (2014), 6.

„Viva Garibaldi! – Heldentum und mediale Inszenierung am Übergang zur politischen Moderne“, in: helden. heroes. héros. E-Journal zur Kultur des Heroischen, hg. von Katharina Helm u. Jakob Willis, 2.2 (2014), 93-105 (http://www.sfb948.uni-freiburg.de/e-journal/ausgaben/022014/helden_heroes_heros_2_2_2014.pdf-1

Garibaldi, i Garibaldi, i garibaldini e l'emigrazione 1. Esilio ed emigrazione Nei primi capitoli di Nostromo, pubblicato nel 1904, Joseph Conrad descrive non soltanto l'ambiente geografico, ma anche i personaggi principali. Tra questi si distingue l'anziano albergatore Giorgio Viola, che determinerà l'esito finale, ma che a noi qui interessa perché è un italiano, anzi un ligure, emigrato in Sud America. Di Viola Conrad sottolinea più volte che è stato un garibaldino e agli inizi del terzo capitolo specifica che era "often called simply the 'Garibaldino' (as Mohammendans are called after their prophet)". Poche righe più sotto spiega il parallelo: "The old republican did not believe in saints, or in prayers, or in what he called 'priests' religion". Liberty and Garibaldi were his divinities" 2 . Nel corso del romanzo l'autore riassume la biografia di Viola. Questi è stato in America Latina durante la sua gioventù, ma ha abbandonato la nave commerciale, sulla quale navigava, per seguire Garibaldi a Montevideo. In seguito è rimasto con il generale sino ai fatti dell'Aspromonte, quando gli è apparso evidente il tradimento del re italiano e dei suoi ministri. Viola è infatti convinto che questi ultimi abbiano rubato l'Italia "from us soldiers of liberty" 3 . Nella nota introduttiva anteposta all'edizione del 1917, Conrad spiega che ha scelto alcuni italiani come protagonisti del suo romanzo sull'America Latina, perché essi erano presenti in tutto il subcontinente. Inoltre ribadisce quanto gli sembri tipica la figura del vecchio garibaldino emigrato dopo essersi battuto per la patria 4 .

Yaklaşık yüz yıl içerisinde dünyada meydana gelen üç gelişme birbirlerini etkilemiş ve masonik illuminant kurumların ürünleri olarak anlamlandırılmaya çalışılmışlardır bu gelişmeler; Amerikan Devrimi, Fransız Devrimi ve İtalyan Devrimidir. Devrimlerle ilgili doğru bilinen yaygın fakat hatalı görüş Fransız Devrimi'nin en önce yaşandığıdır. Halbuki Amerikan Devrimi daha öncedir, Fransız Devrimi'ne biçilen popülerlik onun ilk anılan olmasına sebep olmuştur. Bunun okültist örgütlerin ana vatanlarından olan Fransa'nın bu özelliğinden mi kaynaklandığı hususunda ciddi sorular eşliğinde açıklaması yapılabilir. Devrimlerle ilgili en az bahsedilen İtalya'dır. Fakat İtalya'da yaşananlar en kapsamlı birlik oluşturma çabalarıdır ve bu çabalarda yine aydınlanmacıların rolü bulunmaktadır. Devrimler ve tabiatları hususunu işleyelim. AMERİKAN DEVRİMİ Amerika kıtasının keşfedilmesinden sonra özellikle Atlantik kıyıları İngiliz göçmenlerin yoğun yaşadıkları bölge haline gelmişti. Kolonileşen bu topluluklar politik olarak İngiltere'ye bağlı bulunmaktaydılar. Her kolonide İngiliz Kralı'nı temsil eden bir vali bulunmaktaydı. Koloniler ile İngiltere arasındaki uyum ancak bir müddet devam etti. İngiltere'nin etkisini artırmak istemesi zamanla siyasi ve ekonomik baskılara dönüşecekti.

louis fournel (Paris VIII), alfred noe (Universität Wien), franCisCo riCo (Universidad autónoma de Barcelona), maria antonietta terzoli (Universität Basel). redazione enriCo mattioda (segretario), lorenzo BoCCa Il «Giornale storico della letteratura italiana», fondato nel 1883 da Arturo Graf, Francesco Novati e Rodolfo Renier, e da allora pubblicato a Torino dalla Loescher, è punto di riferimento per gli studi di Italianistica. È presente nelle più importanti biblioteche internazionali ed è sempre valutato al livello più alto nelle classifiche delle riviste umanistiche. Si avvale della consulenza di lettori anonimi (peer review) per la valutazione dei contributi proposti per la pubblicazione. Contributi proposti per la pubblicazione e libri da recensire debbono essere inviati a: «Giornale storico della letteratura italiana» Coloro che desiderano sottoporre un contributo dovranno fare riferimento alle norme per la compilazione che sono scaricabili, in formato PDF, dal sito internet www.loescher.it/riviste Nel medesimo sito sono consultabili i sommari dei fascicoli delle ultime annate, gli abstract degli articoli pubblicati, le informazioni su abbonamenti, ristampe anastatiche, fascicoli arretrati e prezzi Le annate del «Giornale storico della letteratura italiana» dal 1883 al 1995 sono inoltre consultabili on-line, previo abbonamento, nella banca dati Periodicals Archive Online Modalità di pagamento 2018 (4 fascicoli annuali) E 99,90 (Italia) -E 134,90 (estero) Prezzo del singolo fascicolo: E 33,90

in "Il Pensiero Mazziniano", anno 60, Nuova serie, n. 1, gennaio-aprile 2005 L'eroe dell'ideale. Giuseppe Garibaldi e la pace Giuseppe Garibaldi fu un uomo d'armi ma nutrì dentro di sé anche una costante aspirazione alla pace e alla libera convivenza tra i popoli. Nella prefazione alle sue Memorie si definì amante "della pace, del diritto e della giustizia" 1 e più volte mostrò di avere "un'antipatia nata per il mestiere di soldato! Per me fatto milite qualche volta, perché nato in un Paese schiavo, ma sempre con repugnanza, convinto sia un delitto doversi macellare reciprocamente per intendersi!" 2 . Garibaldi, benché si sentisse nato per lottare, era convinto che non si dovesse combattere tanto per combattere ma occorresse battersi solamente laddove mancassero i presupposti fondamentali della pace: la giustizia e la libertà. La guerra era quindi una necessità dolorosa, determinata dalle ingiustizie e dalla cattiveria degli uomini ma essenziale per conquistare l'unità e l'indipendenza della Patria.

2- Caffi I., "Benedizione notturna di Pio IX al Quirinale", pp. 111-112
3- Zatti C., "Allegoria dell'avvento in Italia di un nuovo Stato", pp. 112-113
4- Ximenes E., "Busto di Angelo Brunetti", pp. 113-114
7- Bisi A., "Ritratto del conte Emilio Morosini", pp. 115-116
8- Vervloet F., "Sbarco a Gaeta", pp. 116-117
9- Gajassi V., "Battaglia del 30 aprile 1949", pp. 117-118
10- Querci B.D., " Proclamazione della costituzione", pp. 118-119
12- Ignoto, "La vivandiera", pp. 119-120
13- Ignoto, "Ritratto di patriota (?)", pp. 120-121
14- Thomas G. H., "Garibaldi at the siege of Rome", pp. 121-122
15- Cornienti C., " Il ritorno del volontario ferito", p. 122
16- Costa N., " Profugo", pp. 122-123
17- Raffet A., "Emigrance de Rome", pp. 123-124
18-19- Français F.L., "Alberi abbattuti a Villa Borgese", p. 124
20- Français L. F., "L'Aranciera di Villa Borghese dopo i bombardamenti", pp. 124-125
33- Induno G. (attr.), "Autoritratto", p. 131
43- Cammarano M., "Atrio di Santa Maria Maggiore", pp. 140-141
53- Cammarano M., "La presa di Porta Pia", pp. 149-150
59- Alegiani F., "Trompe l'oeil garibaldino", pp. 155-156.

Zone stratégique, mais aussi espace de circulation et d’échanges, enjeu politique et policier, la frontière au XIXe siècle est l’endroit par excellence où s’élaborent des politiques de bon voisinage entre deux États, mais c’est également un lieu privilégié de construction de l’identité nationale, à un moment où les gouvernements politisent la ligne de démarcation frontalière en tant qu’expression d’une souveraineté nationale territoriale. Le cas du comté de Nice, espace frontalier déjà annexé à la France par Louis XIV et sous la Révolution, permet de saisir au plus près les mutations que connait le concept de nationalité française à la fin des années 1850 et au début des années 1860, ainsi que les modalités de sa mise en œuvre, c’est-à-dire le tracé concret, matériel, de la frontière et ses conséquences pour les populations locales.  L’étude des arguments employés par les acteurs pour justifier et légitimer le changement de souveraineté, puis l’examen des modalités concrètes de fabrication de la frontière et de ses conséquences pour les populations locales, nous permettra de mieux comprendre la genèse et le tracé de cette nouvelle limite et, au-delà, les mutations que connaissent les notions de citoyenneté et d’identité nationale en France, en Italie et à Nice dans les années 1850-1860.

Innanzitutto una precisazione terminologica. Per Risorgimento da qui in poi intendiamo il periodo storico nel quale una lunga e complessa serie di avvenimenti politico-militari e socio-culturali consentirono la formazione dello Stato nazionale in Italia. Anche se qualcuno con varie, e a volte convincenti, motivazioni vorrebbe allungare il Risorgimento tanto indietro, magari fino allo scoppio della Rivoluzione francese, quanto in avanti, portandolo al compimento col termine della Prima guerra mondiale, ci atterremo nelle pagine seguenti all'intervallo di tempo più ristretto codificato dalla storiografia tradizionale, solitamente compreso tra il 1815 (ossia il Congresso di Vienna e la Restaurazione) e il 1870 (la conquista di Roma, che diventa poi capitale del Regno d'Italia) 1 .

LA VIOLENZA IN ROMAGNA
DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO

Relatori: Elide Casali,  Dino Mengozzi, Carlo De Maria.

“Società a tipo di violenza”. In questi termini, in uno dei suoi saggi, il filosofo e sociologo Guglielmo Ferrero si era espresso in modo icastico con riferimento al mondo romagnolo di fine Ottocento, inaugurando una linea interpretativa di difficile collocazione.
Le sue parole verranno riprese, non senza un certo distacco, da Emilio Rosetti nella sua opera più nota: La Romagna. Geografia e storia.

Il convegno organizzato dalla Fondazione Rosetti intende proporre un’approfondita analisi in merito a una categoria interpretativa che ha caratterizzato la rappresentazione e autorappresentazione della cultura romagnola.
L’espressione “società a tipo di violenza” sottintende, infatti, un’estesa pervasività della violenza, che caratterizzava le relazioni umane in modo complessivo, dalla politica alla prassi quotidiana, ai rapporti economici, fino alle feste da ballo. Una verifica del passato, senza veli o preclusioni, che può aiutare a comprendere anche la realtà odierna e fornire compiuti strumenti di indagine.

The construction of a national hero is one of the most rewarding asPects of the nation-building process in the nineteenth century. With his victories and defeats, adventurous and romantic life, Giuseppe Garibaldi became one of the internationally most popular and celebrated mòdern heroes. In case of Serbia, the process of reception was accompanied by that of "appropriation l The adoration of Garibaldi was indeed promoted through topòi of-the ltalian Risorgimento, but it was also an expression of speciflc local tensions and projects.

La Spedizione dei Mille fu ricordata nel 1860 con l'emissione di una medaglia commemorativa che fissò nella memoria collettiva uno dei momenti storici più importanti per la storia nazionale. Alla fine dello stesso anno, il Luogotenente Generale del Re nelle Province Siciliane fece coniare una nuova medaglia da assegnare anche agli altri volontari che avevano contribuito alla liberazione della Sicilia 1 . Soltanto nel luglio 1861, però, Vittorio Emanuele II autorizzò i Mille a fregiarsi della decorazione e nel dicembre dello stesso anno fu istituita a Palermo una commissione 2 che compilò un primo ruolo nominativo, in data 19 aprile 1862, dei Mille che sbarcarono a Marsala con Garibaldi. Un Giurì d'onore riesaminò i titoli dei componenti la Spedizione e il Ministero della Guerra pubblicò un nuovo elenco, nel Bollettino n. 21 del 1864 delle nomine e promozioni, in base al quale furono concesse le pensioni con la legge 22 gennaio 1865, n. 2119 che assegnava a ciascuno dei Mille una pensione vitalizia di lire 1000 annue. 3 Per i 64 volontari che rimasero di-1 1 C. CALCI, «La medaglia dei Mille ed altre medaglie risorgimentali», in A. Tantari (a cura di), Omaggio di Roè Volciano all'Unità d'Italia: personaggi del Risorgimento Volcianesi, Brescia 2011, pp. 78-89. 2 La Commissione era composta dai maggiori generali Vincenzo Orsini e Francesco Stocco, dall'intendente generale Giovanni Acerbi, dai colonnelli Giuseppe Dezza, Guglielmo Cenni e Benedetto Cairoli, dal tenente colonnello Giorgio Manin, dai maggiori Luigi Miceli ed Antonio Dalla Palù, dai capitani Francesco Curzio e Davide Uziel, dai deputati al parlamento Salvatore Colvino e Achille Argentino, e dal maggiore Giulio Emanuele De Cretsckmann. 3 L'art. 2 di questa legge, però, escludeva dal conseguimento della pensione coloro che avrebbero percepito da un pubblico erario una somma superiore a lire 1.200. Successivamente, tra il 1877 e il 1878 si procedette ad una nuova generale inchiesta informativa che portò alla compilazione dell'elenco definitivo e alla legge n. 4908 del 26 gennaio 1879 che peraltro cancellò l'art. 2 della legge sopra ricordata.